TRINGALI: dopo il caso della Polizia Municipale, caduta di stile o insofferenza al sistema ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – La recente dichiarazione del dr. CLAUDIO TRINGALI (già magistrato ed attuale assessore comunale alla trasparenza) contro gli agenti della Polizia Municipale rei di aver smantellato un paio di tavolini portatili che, spesso, dagli anziani del centro storico vengono montati nella zona del lungomare (più o meno nel luogo dove sorgeva il Jolly Hotel) per impegnative partite di tressette o scopone scientifico, così come da antica tradizione ultracentenaria che qualcuno (si ignorano le sue generalità) voleva cancellare con un veloce blitz.

Sul caso, ovviamente, si è subito aperta una discussione che la stampa locale ha riportato senza commentare (come al solito !!); e c’è stata anche l’ennesima esternazione dell’ex magistrato Michelangelo Russo (collega di una vita con Tringali) che ha definito “ducesca” la dichiarazione di Tringali; lo scontro, voluto a senso unico solo dal Russo e che dal personale è tracimato nel pubblico, appare grottesco e paradossale fino al punto che definirlo squallido e gratuito è dire poco; ma questa è una storia molto brutta che dovrebbe sollecitare tutti ad aprire un’altra discussione, ben più profonda dei vigili, per chiederci da chi e come è stata amministrata la giustizia in questa città negli anni cruciali e devastanti di tangentopoli.

Una discussione (quella sui vigili) che prende, comunque, l’abbrivio dallo stato permanente di lamentele generali di tutta la città per l’assenza di vigili sul territorio e per la non perfetta organizzazione del corpo. Questa verità, per sincerità ce la dobbiamo dire ed anche con forza.

Per tranciare un giudizio finale sul caso (perché quando parla in maniera forte e senza appello un uomo delle istituzioni come Tringali) bisognerebbe conoscere diverse altre cose per il momento top-secret, perché le notizie venute fuori non sono sufficienti. Difatti non ci si può fermare alle esternazioni dell’ex magistrato ed alla difesa, giusta e motivata, del sindacalista Angelo Rispoli (un scuro e valido baluardo sindacale a difesa del corpo di polizia municipale) che ha posto, tra l’altro, domande non solo a Tringali ma anche, se non soprattutto, all’intera amministrazione comunale sullo stato di insicurezza e di disorganizzazione dell’intero corpo della PM di Salerno.

Ad occhio nudo sembra di poter, comunque, già dire che l’assessore alla trasparenza non avrebbe avuto alcuna competenza in materia di blitz a meno che non si voglia comprendere nella parola trasparenza tutta l’azione politica e sociale della giunta comunale. Non sappiamo, però, se oltre alla forma ci sia un iniziale accordo interno alla giunta che spinge verso la sottoposizione all’assessore tecnico Tringali di ogni fascicolo operativo, perché per fare un blitz c’è bisogno assolutamente di un fascicolo istruttorio, cosa che il consigliere comunale Arturo Iannelli fa intravedere quando parla di “ricorsi pervenuti all’amministrazione” contro l’indecoroso spettacolo degli anziani giocatori di carte che pensano di aver fatto di un luogo pubblico la loro intoccabile proprietà privata. E Iannelli, secondo quando afferma l’attento e premuroso Rispoli, questo lo avrebbe detto in Commissione dove si sarebbe discusso dell’incresciosa vicenda.

Quindi potremmo trovarci di fronte al fatto che Claudio Tringali non ha esternato una personale (ma opinabile !!) presa di posizione nei confronti della P.M. con la stampa, ma lo avrebbe fatto in sede di commissione denunciando di non essere stato minimamente informato, cosa questa che lascerebbe pensare ad una sorta di obbligo di relazione nei suoi confronti.

Ecco perché, allora, tutti tranne Iannelli sono stati zitti ? per coprire con il loro silenzio una palese scorrettezza nei confronti di un uomo delle istituzioni, nonché ex magistrato, come Claudio Tringali che non essendo un politico difficilmente accetta di essere scavalcato. Da qui la violenta, e sotto certi aspetti poco felice, condanna dell’operato dell’incolpevole P.M. che avrebbe soltanto eseguito un ordine superiore (come ribadisce Rispoli).

La questione è seria e non può essere ridotta a semplice botta e risposta, a distanza, tra un assessore e un sindacalista della P.M. su una vicenda quasi kafkiana; qui è in ballo la correttezza dei singoli e la trasparenza di una intera amministrazione comunale che non può più comportarsi come in passato quando le imboscate, i sotterfugi e le disfunzioni operative erano all’ordine del giorno in un sistema di potere politico soltanto nelle mani di pochi, se non di uno soltanto.

Se è vero, come è vero, che Tringali è stato chiamato per salvare il salvabile da quei pochi che comandano, è altrettanto vero che nel dna dell’assessore alla trasparenza sono presenti tutti ed intatti i cromosomi del mestiere di apprezzato pm e ottimo gip dell’era molto difficile di tangentopoli. Fu solo Lui negli anni ‘80, ricordiamocelo tutti, a rompere quel famoso “tetto di cristallo” che garantiva all’intera classe politica una copertura impenetrabile.

Attenzione, quindi, l’uscita che qualcuno giudica fuori luogo di Tringali potrebbe essere soltanto la punta di un iceberg nascosto nelle profondità oceaniche di una giunta sicuramente nata male.

 

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