il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

SALERNO: il “Lab Politico” e le fogne invisibili.

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Da diversi giorni è in pieno svolgimento sulla chat del gruppo “Lab Politico” di Elisabetta Barone (che democraticamente mi ha concesso l’onore di farne parte) un più che positivo dibattito sul sistema della rete fognaria di Salerno che, in pratica, è vecchia e fatiscente e che necessitava di una ristrutturazione, se non proprio di una ricostruzione totale fin dagli anni 70 e 80, per adeguarla  ai tempi moderni. Ma qui, da noi, ognuno scava trincee per i fatti suoi: Enel, Telefonia, Rete idrica, Gas-Metano, ecc. senza un coordinamento generale o, meglio ancora, una rete di tunnel interrati ma esplorabili dall’uomo.

Ma le fogne, si sa, non si vedono e, quindi, politicamente non sono produttive, cioè non fanno voti; producono, però, improperi e bestemmie ad ogni problema di intasamento con conseguenti alluvioni e/o blocchi stradali, ovvero di continui lavori di manutenzione con grave sperpero di denaro pubblico.

Nell’ultimo trentennio, poi, la situazione è vieppiù peggiorata perché l’amministrazione comunale si è dedicata all’abbellimento di marciapiedi con verde ipotetico e fontane (ne funzionasse almeno una !!) che hanno determinato, per carenza di manutenzione, il disastro igienico-urbano più grave della storia della città.

E veniamo alla storia dell’abbandono della rete fognaria che trova precisi rispondenze nell’abbandono della rete idrica; molti non sanno (anche diversi dei partecipanti al dibattito di Lab Politico) che le giunte laiche-socialiste e di sinistra, tra l’87 e il 93 del secolo scorso, si posero il problema e cercarono di affrontarlo con grande serietà.

Verso la fine dell’anno 1991 l’allora sindaco socialista Vincenzo Giordano fece suo il grave problema della rete fognaria ed affidò agli ingegneri Franco Amatucci e Raffaele Galdi uno studio tecnico di fattibilità per una corretta sistemazione della rete al fine di evitare i problemi di esondazioni ereditati dal passato e trasmessi, purtroppo, al futuro, cioè a noi.

I due, titolari dello studio tecnico più accorsato dell’epoca, nonostante i primi lampi di tangentopoli (in quel periodo erano sotto controllo serrato d parte dello Scico della Finanza), si misero subito all’opera e dopo qualche mese rapportarono al sindaco la necessità di provvedere all’acquisto di un robot (che all’epoca era un fatto rivoluzionario) da utilizzare come ispettore delle fogne in modo da tracciare una mappa non solo della rete ma dei punti critici da mettere sotto osservazione prima ancora di incominciare i lavori di scavo di numerose trincee che avrebbero prodotto sicuri e insopportabili difficoltà per il traffico automobilistico e pedonale della città, soprattutto nella parte che va dalla ferrovia fino al cuore del centro storico.

Senza indugio, come era nel suo carattere, Giordano dispose l’acquisto di detto robot che all’epoca rasentava il costo di qualche decina di milioni di vecchie lire; senza gara pubblica in quanto quel robot veniva costruito da una sola azienda in tutt’Italia, ed anche alla luce dell’urgenza che la vicenda ben evidenziava.

Gli ingegneri, una volta in possesso del robot, iniziarono la ricognizione della rete fognaria partendo da Piazza Portanova verso il Duomo; il robot registrava in video tutto quello che incontrava lungo il suo cammino nel sottosuolo, essendo anche dotato di una faro luminoso per meglio ispezionare gli stretti e angusti passaggi.

La curiosità per tale evento entrò subito nell’immaginario collettivo dell’intera cittadinanza e ovviamente il fatto, con la complicità di un noto quotidiano cittadino, entrò subito nel mirino della magistratura che con le solite irruzioni di quel tempo interruppe le ricognizioni per far luce sulle modalità di acquisto del robot. Il caso giudiziario fu chiuso senza colpevoli qualche anno dopo, ma nel frattempo il progetto fu rapidamente archiviato ed il robot lascito ad arrugginire.

Anche colpa della magistratura e della stampa, quindi, se da allora la rete fognaria ha continuato il degrado del tempo trascinando fino ad oggi le evidenti problematiche  ? Fatto salvo il diritto della magistratura di indagare, la risposta è “, fu colpa anche della magistratura” che in quegli anni, attraverso alcuni suoi esponenti che si divertivano a colpire ogni progetto socialista, produsse danni irreparabili.

 

1 Commento

  1. purtroppo i Politici (P) che pensavano e ragionavano per il bene pubblico, sono stati fatti fuori e sostituiti da persone che pensano e fanno politica solo a parole.Persone che lavoravano in silenzio, senza mai vantarsi del proprio operato. Persone oneste come al sindaco Giordano hanno dovuto subire l’onta che ha pesato fino alla morte

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