SCAFATI: la vera sfida nel cdx è tutta tra Santocchio e Aliberti

 

Aldo Bianchini

Mario Santocchio e Pasquale Aliberti

SCAFATI – Se vogliamo dare un senso al mestiere di giornalista e se, inoltre, vogliamo raccontare almeno una piccola parte della verità dobbiamo dirla tutta e con estrema sincerità.

Lo scontro campale, oserei dire ferale per la successione di Salvati sulla poltrona di sindaco di Scafati, è quello che apparentemente non si vede e non si espone concretamente ma che aleggia pesantemente nell’aria già torbida della campagna elettorale scafatese; l’uno contro l’altro armati di tutta la rabbia possibile ed immaginabile.

Da un lato l’avvocato Mario Santocchio che ha un solo obiettivo, cioè fare in modo che Aliberti non ritorni a sedersi sulla poltrona di sindaco che lui non vuole ma che ardentemente desidera che l’altro non la riconquisti; e per questo è disposto a tutto.

Dall’altro lato il medico Pasquale Aliberti vuole fortemente ritornare ad essere il sindaco di tutti gli scafatesi come già fu per alcuni anni; e vuole soprattutto liberarsi del peso ingombrante del suo antico amico oggi nemico, forse giurato; vuole battere, comunque, e su tutta la linea colui che (nel pensiero alibertiano) avrebbe provocato la pesante caduta dell’ex sindaco medico-giornalista.

Erano amici, i due, un tempo; andavano addirittura insieme con le famiglie al mare di Palinuro per godere meritati e rilassanti riposi.

E fu proprio in quel mare dalla risacca molto strana (nel senso che ti spinge e ti respinge) che tra i due scoccò il primo campanello d’allarme e il primo segnale serio di un’amicizia che stava naufragando tra i flutti insidiosi della splendida Palinuro; una proposta di Mario non piacque a Pasquale (così racconta quest’ultimo nel suo libro “Passione e Tradimenti”) e l’incanto si spezzò provocando una tempesta senza pari nei rapporti personali, familiari e politici.

Una tempesta che continua tuttora, anche dopo l’ingiustificato arresto di Pasquale e un processo che si trascina molto malinconicamente; ma fu una tempesta in cui tutto il mare magnum della vergognosa politica locale, sorretta da una campagna stampa senza precedenti, era contro Aliberti e per lui non ci fu scampo.

E mentre da un lato Pasquale combatteva la sua tremenda e sfibrante guerra giudiziaria, dall’altro lato si registrava l’apice (forse !!) della carriera politica locale di Mario con la nomina di presidente del consiglio comunale.

Ora i giochi, come per incanto, si sono riaperti e di slancio (come da par suo) Aliberti ha già conquistato la corsia centrale della pista verso il traguardo finale; mentre il destino sembra aver riservato a Santocchio un ruolo marginale seppure efficace; e non vendo altre frecce disponibili per il suo arco ecco che surrettiziamente  ha lanciato una proposta a dir poco scioccante: “A nome di un gruppo formato, tra gli altri, dall’ex assessore Alfonso Di Massa con l’ex capogruppo Luca Maranca, Raffaele Donnarumma e Walter Casciello chiediamo che il nome del candidato sindaco Cristoforo Salvati venga ritirato. La nostra richiesta è indirizzata, attraverso l’onorevole Nunzio Carpentieri, al coordinatore provinciale Alberico Gambino. Il centrodestra deve esser unito alle prossime elezioni: è l’unico modo per vincere. Allo stesso modo il nostro appello è anche a Forza Italia per ritirare il suo candidato sindaco. Basta sindaci sciolti e personalismi”.

Bisogna riconoscere che sul piano politico la proposta è assolutamente legittima ed anche credibile, se non fosse per quell’antica amicizia trasformatasi in inimicizia nel mare di cobalto di Palinuro; Mario Santocchio l’ha pensata davvero alla grande, attaccare addirittura Salvati per indurre il centro destra ad eliminare Aliberti nel nome di una unità che, quantomeno a Salerno e provincia, non c’è mai stata nel cdx.

 

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