GOVERNO MELONI: salta, implode … tutti a sfogliare la margherita a causa di Valditara

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Ma quale “educazione alle relazioni” verrebbe d dire dopo la cavolata immensa del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara che qualcuno un anno fa ha pescato dal cilindro delle scemenze.

Ciò che è stato capace di combinare Valditara non lo aveva pensato neppure l’ex ministra Lucia Azzolina (governo Conte); difatti la vicenda scandalosa dei banchi a rotelle nel periodo del Covid è un a barzelletta rispetto alla catastrofe valditariana.

Ed ha fatto finta pure di arrabbiarsi il rampante ministro della pubblica istruzione e del merito che, appena 48 ore dopo la nomina dell’ex deputata PD Paola Concia alla guida dell’ipotizzato Comitato dei Garanti per il progetto “Educare alle relazioni” da calare nelle scuole, ha esclamato: “Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche ho deciso di non attivare l’incarico di garanti del progetto Educare alle relazioni. La presenza dei garanti aveva semplicemente lo scopo di sostenere questa iniziativa, e la loro diversità culturale era proprio un messaggio forte per significare che nel contrasto alla violenza contro le donne dobbiamo essere tutti uniti, partendo da iniziative concrete di buon senso, non estremiste né tanto meno ideologiche. Era un tentativo di unire mondi molto distanti fra loro per un fine socialmente importante”.

Una incredibile assurdità; una scelleratezza avvalorata del fatto che neanche Elly Schlein ha criticato il passo indietro del ministro di fronte all’assoluta inaffidabilità della Concia, anche se ha balbettato qualcosa sulla scuola e sulla necessita di educare i giovani alle relazioni.

Verrebbe da chiedere dove ha vissuto fino a questo momento Valditara  (che il mondo della scuola dovrebbe saper dominare dall’alto della sua riconosciuta esperienza diretta) per non conoscere né la persona di Concia né la sua innata fermezza nell’essere divisiva a tutti i costi; ma la domanda più seria riguarda chi lo ha scelto per una missione così importante.

Insomma una sequela di errori nelle scelte e di risposte altrettanto negative da parte di cinque-sei ministri, presidente del Senato compreso, che avrebbero fatto bene a dimettersi per non mandare in ambasce una Meloni che non è stata capace di mandarli a casa a calci nel deretano.

Insomma la squadra di governo ne ha combinate di cotte e di crude e c’è già chi avanza l’ipotesi (non del tutto peregrina) di una “implosione” su se stessa dell’intera coalizione; e in tanti si sono già seduti sull’altra riva e nell’attesa dell’arrivo del cadavere dell’avversaria incominciano a sfogliare la più classica delle margherite.

E, per chiudere, sono costretto a dar ragione addirittura all’on. Mara Carfagna (che si scuola per indotta trasmissione dovrebbe saperne qualcosa !!) che lapidariamente ha stigmatizzato la vicenda come: “un brutto segnale di resa”.

Bisogna aspettare il prossimo mese di gennaio per capire se il centro destra sarà capace di incollare le evidenti spaccature per presentarsi alle europee unito e forte; in caso contrario quelle fratture locali (a cominciare da Salerno e provincia) potranno essere formalmente ricomposte in attesa di tempi migliori.

 

 

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