ROGO MONTECORICE: FASANO CHIEDE CHIARIMENTI

Il senatore Fasano allerta il Dipartimento di Protezione Civile e il Ministro dell’Ambiente

Un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio dei Ministri, in particolare al Dipartimento di protezione Civile, e al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per fare chiarezza sull’incendio che, domenica scorsa, ha  interessato la località Rosaine nel comune di Montecorice, nei pressi delle Ripe Rosse. Questo il contenuto dell’atto di sindacato ispettivo presentato dal Senatore Vincenzo Fasano e rivolto al Presidente Silvio Berlusconi e al Ministro Stefania Prestigiacomo. La scorsa domenica, infatti, un incendio dalle vaste dimensioni e dalla presumibile natura dolosa ha devastato decine di ettari di pineta e macchia mediterranea del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, e sfiorato il centro abitato del comune di Montecorice. Considerato che il Parco è Patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 1998 e Riserva della biosfera dal 1997, il rogo ha distrutto una vasta porzione di una zona tra le più pregiate sotto il profilo naturalistico. Inoltre, l’incendio ha messo in pericolo l’incolumità dei cittadini di Montecorice, con le fiamme che hanno sfiorato le abitazioni. Solo il tempestivo e massiccio intervento delle forze preposte ha evitato il peggio. Considerando che la stagione estiva è sostanzialmente agli inizi e che tali disastri potrebbero essere evitati, o almeno limitati, attraverso un’attenta e ininterrotta attività di prevenzione, il Senatore Fasano ha chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri, in particolare al Dipartimento di protezione Civile, e al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, se siano a conoscenza dell’accaduto e, in caso affermativo, se e quali azioni intendano promuovere affinché tali disastri siano per il futuro adeguatamente prevenuti e, dunque, evitati.

 

Nota: Assolutamente apprezzabile l’interrogazione del sen. Fasano che sul piano puramente istituzionale non fa una grinza perché non si può fare altro. Verrebbe, però, da chiedersi con naturalezza: “Ma queste interrogazioni parlamentari valgono a qualcosa?”. Aspettiamo risposte concrete.

 

 

 

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