Gambino/12: da Bettino ad Alberico

Aldo Bianchini

La puntata è incentrata sull’accanimento della Procura per la foto scatta a Maiori. Subito è partita un’inchiesta. Non fu così, però, per le monetine a Craxi.

Maiori – Nel parlarvi oggi di Bettino Craxi e di Alberico Gambino non voglio di certo paragonare i due personaggi misurandoli sul piano politico. Almeno su questo aspetto c’è un divario abissale a vantaggio, ovviamente, di Bettino. Voglio invece, attraverso l’analisi delle fotografie (che spesso sono veri e propri capolavori letterari che fissano nel tempo le mutazioni dei tempi!!) cercare di capire che cosa è cambiato in meno di vent’anni, ovvero come è cambiata nell’immaginario collettivo la fiducia nella magistratura in senso lato. Oggi, dunque, vi propongo di osservare bene e di riflettere su che cosa possono esprimere due diverse fotografie scattate in epoca e circostanze diverse. Nella prima si vede Bettino Craxi che esce dall’ Hotel Raphael (sua residenza abituale di Roma) e viene letteralmente investito da una gragnuola di monetine che un gruppo di “facinorosi di sinistra” ben organizzati gli lancia addosso. Era il 30 aprile 1993 e quel giorno la tangentopoli nazionale toccò, secondo me, il fondo della miseria umana. Quello fu un vile atto contro un uomo che, comunque, aveva rappresentato lo Stato e tutti noi e del quale moltissimi, fino a quel momento, andavano anche fieri. L’episodio cadde però in un momento in cui la Magistratura era al suo apice storico in quanto a credibilità nell’opinione pubblica; nessuno si rizelò per quella vigliaccheria e nessun magistrato si sognò di aprire un’inchiesta. Che vergogna!! Facciamo un balzo in avanti e cambiamo foto. Siamo a sabato 6 agosto 2011  (diciotto anni dopo Craxi) e ci troviamo sul set di Maiori. Arriva Alberico Gambino in auto direttamente dal carcere di Fuorni, deve andare ai domiciliari nella sua casa di Maiori. La gente lo aspetta, lo acclama, a stento riesce ad uscire dall’autovettura. Nessuna monetina per lui ma solo abbracci e applausi. Si rizela la Procura e, forse su segnalazione di qualche carabiniere (ben nascosto, c’è da aspettarselo!!), parte subito un’inchiesta su come Gambino è stato trasportato fino a Maiori e sul perché c’era tanta gente ad attenderlo. Come sono cambiati i tempi. Nel ’93 la Procura andava con i tempi, oggi viaggia contro i tempi. Eh sì, perché i tempi sono cambiati ed oggi la gente, quella comune, non butta più monetine ma applaude le persone che stima e che ritiene al di fuori di ogni complotto malavitoso. La Procura, invece, si arrampica sugli specchi pur di cercare di governare un timone che ormai non è più governabile. La giustizia, in questo Paese, non è più credibile e non invita alla fiducia; anche se i politici inquisiti, pur di non  scontentare i magistrati, continuano adire di aver fiducia nella giustizia. Balle, troppe balle, solo balle. La realtà storico-politico-culturale è tutta in queste due scati fotografici. Tra le due foto c’è un solco profondo, quel solco è stato scavato soltanto da loro, dai magistrati inquirenti che molto spesso non appaiono più credibili. E poi, per quanto attiene il caso Gambino, sia i Carabinieri che i magistrati dimostrano di non conoscere il contesto in cui operano e indagano. Maiori, forse non lo sanno, è piena zeppa di cittadini paganesi che hanno regolarmente una casa estiva  (ecco perché ce l’ha anche Gambino!!), e quei cittadini hanno avvertito l’esigenza di manifestare all’ex sindaco tutta la loro vicinanza ed il loro affetto. Con molta semplicità hanno circondato l’auto di Alberico per festeggiarlo contro tutto e tutti.

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