Crisi PdL/1: Giovane Italia con Cirielli

La Giovane Italia Salernitana riflette sulle considerazioni di Antonio Cammarota e sposa la linea Cirielli per il governo del territorio.

Aldo Bianchini

Salerno – Diverso tempo fa scrissi che Edmondo Cirielli per crescere stava monitorando il territorio e stava organizzando la sua squadra di governo utilizzando “il potere” così come da tanti anni sta facendo in Città il sindaco De Luca in maniera ancora più forte e radicale. Scrissi anche che quello era ed è l’unico sistema che la politica di oggi conosce per costruire una leader-schip. Apriti cielo, il presidente Cirielli si arrabbiò anche se dopo alcuni mesi continuò e continua a trattarmi come se nulla fosse accaduto; e difatti nulla era accaduto nell’accezione più classica del rispetto dei ruoli. Ma io scrissi e scrivo di queste cose da sempre e lo faccio dalla mia posizione di “anziano giornalista” che ha avuto la fortuna di poter da sempre essere osservatore di fatti e non fruitore di consensi e di piaceri. Ripeto per essere più reale del re, lo faccio dalla mia posizione di “anziano giornalista” che nulla ha avuto e che nulla deve. Mi sorprende che oggi i miei stessi concetti, anche se con parole edulcorate e forse anche più raffinate, vengano riportati ed esaltati a religione unica dai giovani, ripeto giovani e non anziani, della sezione salernitana e provinciale de “La Giovane Italia” che con un documento molto intenso è entrato a gamba tesa nella querelle che ha spaccato, almeno agli occhi  dell’opinione pubblica, il mondo politico salernitano di centro-destra. Leggete attentamente il documento: <<L’attacco del Capogruppo del Pdl al Presidente Cirielli ha fatto riflettere e non poco i militanti della Giovane Italia, che in questa fase politica spesso si interrogano sul sistema e le sue evoluzioni, sui valori ed eventuali declinazioni, su gli uomini che devono avere la forza di concretizzare un progetto e la capacità di dare le risposte che la gente aspettava dal centro destra del fare. Ad intervenire nella discussione che già è sul tavolo del segretario del partito Alfano è il presidente provinciale della Giovane Italia Giuseppe Agovino: Mi dispiace che in un momento come questo dove è diventato difficile parlare di politica, troviamo il coraggio di parlare di cariche o di altro senza interrogarci su quello che siamo in grado di dare alla collettività. Il presidente Cirielli oggi è l’unica figura che con la sua forza ideale e valoriale riesce ad essere il faro di un’intera comunità, che con la sua integrità trasferisce serenità a tutti quanti noi che lo riconosciamo come leader. Non voglio entrare nel merito della discussione fatta su tanti nomi anche perché penso che il presidente Cirielli sa bene che il suo operato sarà giudicato dagli elettori al termine del mandato e che quindi nell’interesse della collettività e della parte politica che rappresenta lui ha creato come nel suo diritto la squadra che meglio lo può sostenere, voglio però solo precisare una cosa in merito all’attuale assessore provinciale alle politiche giovanili, Antonio Iannone, uomo di partito sin da piccolo che ha fatto della politica una delle sue ragioni di vita e della militanza una prova del suo impegno sociale. Forse nel suo caso possiamo dire che la meritocrazia, concetto che dalle nostre parti è un valore assoluto, ha pagato. Concludo dicendo buon lavoro a tutti, e se è possibile parliamo di meno e lavoriamo di più per ripagare l’enorme consenso e l’enorme responsabilità che i cittadini ci hanno dato.>> Sull’argomento è necessario ritornare e ci ritornerò molto volentieri. Ora, prima di lasciarvi, voglio stigmatizzare poche cose che del comunicato mi hanno colpito, per porre poche domande. Cosa significa “forza ideale e valoriale” se non “potere”? Consta a anche a me che Iannone da sempre è dedito alla politica anche giovanile; ma la politica ridotta a mestiere a chi piace? E infine, ma in politica i voti contano si o no? Su questi temi, amici lettori, cercherò di ritornare prossimamente e con molta attenzione anche per descrivere i tanti errori dello stesso Cammarota, perché di errori comunque ne ha commessi.

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