Consorzio di Bonifica: i veri motivi della battaglia

Aldo Bianchini

Sala Consilina – Ho seguito con molta attenzione, in questi ultimi giorni, la concitata agitazione causata dalla rimissione della candidatura di Luigi Calandriello (assessore in carica presso il Comune di Sassano) per le elezioni dei delegati nel Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano e Tanagro. Per la cronaca ricordo che la candidatura di Calandriello era stata inquadrata nella lista n.2 “Agricoltura e Ambiente”. L’annunciata rimissione ha scatenato il putiferio da parte del PD (al cui partito peraltro il Calandriello non risulterebbe iscritto!!) in sede locale (con la presa di posizione durissima del sindaco di sassano Tommaso Pellegrino e del capo-gruppo di maggioranza Antonio Calandriello) e in sede provinciale con la discesa in campo dello stesso segretario Nicola Landolfi che andando come suo solito sopra le righe ha prontamente dichiarato: << Ho immediatamente rappresentato al Sindaco di Sassano Tommaso Pellegrino la mia disponibilità per un incontro, con lui, anche ad horas, e con chi riterrà opportuno risolvere o, quantomeno, affrontare le questioni legittime che egli avanza sul consorzio di bonifica del Tanagro e del Vallo di Diano. Non siamo interessati, come forza politica, né a spartizioni di poltrone, né ad assistere passivamente ad ennesime divisioni e contraddizioni al nostro interno>>. Ho seguito sempre attentamente tutto quello che hanno scritto i giornali sulla vicenda ed maturato la convinzione che nessuno ha detto la verità vera, ovvero tutti sanno ma non dicono né scrivono. Riprendo la frase di Landolfi quando scrive “non siamo interessati come forza politica né a spartizioni di poltrone né ad assistere passivamente ad ennesime divisioni e contraddizioni al nostro interno” perché mi fa venire forti dubbi sul vero intento del segretario provinciale così come del sindaco e del capo gruppo di Sassano, anche perché quasi tutti i sindaci del Vallo di Diano sono di area centro-sinistra. Il problema che nessuno vuole chiaramente denunciare è, quindi, un altro e riguarderebbe la posizione dei sindaci di Teggiano (Michele Di Candia), di Atena Lucana (Sergio Annunziata) e di Padula (Paolo Imparato) oltre che di quello di Sala Consilina (Gaetano Ferrari) i quali da tempo sarebbero schierati in maniera più o meno evidente sulla sponda che fa capo ad Antonio e Simone Valiante che movimentano la situazione politico-istituzionale a tutto svantaggio del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, vero padre padrone del PD salernitano. In pratica la posizione dei Valiante fa rabbia perché anche in altre operazioni, vedasi Consac e Conferenza dei Sindaci dell’Asl, si sono apertamente schierati con Edmondo Cirielli a tutto danno di De Luca provocando l’assenza di rappresentanti del padre-padrone da entrambi i consessi istituzionali. Nel Consac è entrato Giovanni Cancellaro e nella Conferenza dei Sindaci Sergio Annunziata. La rabbia è aumentata quando, passando sulle teste di tutti, il duo Cirielli-Valiante ha consacrato le nomine di diritto all’interno dei Delegati del Consorzio di Bonifica dei sindaci di Teggiano e Atena Lucana, Michele Di Candia e Sergio Annunziata.  Allora, se al PD di Landolfi “non interessa la spartizione di poltrone” perché rizelarsi al punto da dichiarare l’immediata disponibilità alla guerra anche interna? Capisco che i sindaci all’ultimo mandato potrebbero essere disponibili ad ogni soluzione pur di sopravvivere, ma arrivare a negare che le poltrone non interessano alla corrente maggioritaria del partito mi sembra davvero eccessivo da parte del segretario provinciale.

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