Bettini: oltre i partiti


Nel salone del Gonfalone di Palazzo di Città è stato presentato l’ultimo libro di Goffredo Bettini dal titolo emblematico “Oltre i Partiti”.

 

Aldo Bianchini

Salerno – Prima di cominciare faccio subito una premessa che ritengo necessaria nei confronti dei miei amici lettori. Ogni volta che mi viene data l’occasione non manco mai di seguire e ascoltare Goffredo Maria Bettini, una delle anime più pure del Partito Democratico. Possiede una forbita dialettica ed una capacità espressiva non comune, oltretutto esprime concetti di vera politica assolutamente comprensibili. E’ nato nel 1952 a Roma da una famiglia aristocratica marchigiana dei Rocchi Bettini Camerata Passionei Mazzoleni. Per come la penso io ha un pregio di prim’ordine, è stato l’unico parlamentare di questa Repubblica che, dopo la botta elettorale del 2008 e dopo il defenestramento del suo amico Veltroni, si è dimesso dalla carica di senatore appena ottenuta. Lo ha fatto per coerenza verso le sue idee, verso il suo partito e verso il suo ex amico. Nel 1966, a quattordici anni, si iscrive nell’allora PCI e da quel momento non ha mai cambiato collocazione politica pur ritrovandosi spesso, molto spesso, su barricate diverse da quelle dei grandi uomini del partito. E’ portatore di idee brillanti e innovatrici ed è, per questo, un grande conoscitore delle strategie politiche elettorali. Non per niente pianificò, nel ’93, la campagna elettorale che portò Francesco Rutelli sulla poltrona di sindaco di Roma, sindacato che poi ebbe grande rilevanza nella sinistra e nell’intero Paese. Tanto che Rutelli all’inizio del suo secondo mandato lo nomina assessore ai rapporti istituzionali del Comune, ma ai primi intoppi “di pensiero” dopo appena due anni si dimette. E’ stato deputato, senatore, consigliere regionale, assessore comunale, ha svolto i suoi incarichi sempre e soltanto come servizio e mai per la conquista di una fetta di potere. E’ lui il protagonista nel Salone del Gonfalone, a fianco a lui ci sono Vincenzo De Luca, Franco Vittoria e  Marco Follini, tutti comprimari che si contraddicono e si sovrappongono l’uno sull’altro. Quasi imbarazzato Bettini quando prende la parola De Luca per esibirsi nel suo consueto e stanco rituale di accuse contro un partito, il PD, che probabilmente non lo ascolta più. Eppure l’altra sera il sindaco ha detto anche qualcosa di interessante, soprattutto quando ha stigmatizzato le differenze tra il berlusconismo ed il resto. Berlusconi, secondo De Luca, ha preso le cose peggiori dell’indole italica, le ha plasmate e ricondotte in un discorso mediatico accattivante per una grande platea di elettori, il PD e la sinistra in genere, sempre secondo De Luca, è un contenitore di anime morte che hanno assommato quanto di peggio avevano la DC e il PCI. Devo essere sincero, un passaggio dell’intervento di De Luca mi è piaciuto molto, mi riferisco al momento in cui ha ammesso di non essere stato capace di capire che cosa propone il PD per la risoluzione della crisi economica. I nostri riferimenti nazionali –ha concluso- pensano soltanto a come devono riempire quattro caselle per le candidature. Dicevo che Bettini era quasi imbarazzato e, secondo me, è vero perche Bettini è un rivoluzionario-innovatore della sinistra e non una sfascista come in certi atteggiamenti appare De Luca. Tutta qui la differenza, ed è notevole, anche se poi la pensano allo steso modo sui grandi esponenti del partito. Goffredo Maria Bettini ha precisato subito che il suo libro “Oltre i Partiti” non è un invito a baipassarli, piuttosto un messaggio costruttivo per come modificarli nei loro assetti e renderli più moderni e funzionali alle necessità della gente verso cui la sinistra non riesce più a porsi in maniera convincente e vincente. Per ragioni oggettive,credo soltanto per quelle, ha reso il giusto se pur minimo tributo al suo ospite quando lo ha enfatizzato precisando che un sindaco per ottenere il 70% dei consensi elettorali qualcosa di buono e di efficace lo avrà pur fatto. La serata è stata brillantemente condotta dal collega Angelo Di Marino (direttore de La Città) anche se in tutta verità le domande al sindaco poteva pure risparmiarsele, tanto De Luca non risponde a nessuno e va avanti diritto come un carro armato, ma questo Angelo forse non lo sa perché non conosce ancora bene come funziona il potere di De Luca in questa città.    

 

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