Salerno – I consiglieri comunali Anna Ferrazzano e Roberto Celano depositato interrogazione a risposta scritta diretta al sindaco De Luca per interrogarlo sui rischi idrogeologici del torrente Fusandola che da sempre costituisce un pericolo immanente sulla città. I consiglieri scrivono:
PREMESSO:
– che i recenti eventi alluvionali che hanno funestato il nostro Paese richiamano fortemente l’attenzione, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, sulla importanza di contrastare il dissesto idrogeologico che da sempre è piaga dell’intero nostro territorio provinciale e di garantire, prima che accadano eventi tragici, tutte le necessarie misure preventive di messa in sicurezza a tutela dell’incolumità pubblica;
– che è sempre viva nella memoria collettiva la tragedia dell’alluvione del 1954, che solo a Salerno città causò ben 107 morti e fu determinata in particolare dall’esondazione dei torrenti Rafastia e Fusandola;
– che i suddetti torrenti possono costituire ancora una minaccia per la città di Salerno, dal momento che attraversano il centro cittadino, sfociando il Rafastia sul LungomareTrieste in prossimità della fontana a mare ed il Fusandola sulla spiaggia di S. Teresa in prossimità del porto commerciale;
– che tale minaccia potrebbe essere particolarmente concreta nel caso del torrente Fusandola, il cui corso è stato deviato nell’ambito degli interventi programmati e in parte già attuati dall’Amministrazione comunale per la realizzazione già in corso di piazza della Libertà e di quello che dovrà essere il complesso mastodontico del “Crescent”;
– che dalla dettagliata documentazione presentata da Italia Nostra e Comitato No Crescent nel ricorso contro il Comune di Salerno si evince chiaramente che su suddetto intervento, relativo al torrente Fusandola, non risulta il parere da parte della competente Autorità di Bacino (destra Sele), la quale non si è ad oggi espressa sulle singole opere effettuate o da effettuarsi, quali appunto la deviazione del Fusandola, ma anche la palificazione delle fondamenta del Crescent e gli studi sulle dinamiche meteo marine dell’area di S. Teresa che è interessata dal massiccio intervento per la realizzazione di piazza della Libertà e del Crescent;
– che, in sostanza, dai documenti prodotti dal Comune di Salerno si evince che il progetto Crescent non ha alcun parere favorevole della detta autorità di Bacino e che soprattutto, illegittimamente, manca l’autorizzazione della medesima Autorità in ordine allo studio di compatibilità dell’intervento con il deflusso della falda, imposto dalla Regione Campania e mai attuato, né tantomeno approvato;
– che tali illegittimità diventano gravissime in considerazione della circostanza che il mega edificio verrà letteralmente costruito sull’originario alveo del torrente Fusandola da cui, tra l’altro, sembra che il progetto del Crescent non rispetti affatto la distanza di 10 metri prevista dal Puc;
– che pare si stiano riscontrando particolari difficoltà nell’avvio dell’edificazione del Crescent proprio per la grande presenza di acqua nel cantiere;
– che gravissime ulteriori illegittimità riguardano le problematiche di ordine geologico- geotecnico e sismico dal momento che non v’è un quadro definitivo, circa il comportamento meccanico e dinamico nell’area interessata dall’intervento, area influenzata direttamente o indirettamente dalla costruzione di tali manufatti ed in particolare dalle strutture fondali, specie del parcheggio interrato multipiano ( sottoposto al livello del mare di circa 2 metri);
– che, in conclusione, non essendo state ancora definite il dimensionamento e la profondità delle strutture di fondazione (palificate e paratie di contenimento ), ad oggi non è possibile valutarne gli effetti sulla ricaduta geologica, anche per la presenza e preesistenza di falde sotterranee ed alvei superficiali (ivi compreso il Torrente Fusandola) ed ancora, da un punto di vista sismico, senza uno studio specifico e definitivo di tale aspetto, non può essere valutato alcun elemento sismico e pertanto l’intervento è considerabile ad alto rischio per l’antropizzazione futura e per quella presente;
CHIEDONO PER SAPERE:
– se e come sia stato valutato e definito precisamente dall’Amministrazione comunale il rischio idrogeologico ed ambientale complessivo che deriva dalla costruzione, nell’area del torrente Fusandola, di piazza della Libertà e soprattutto dell’immenso edificio del Crescent e, specificamente, perché si sia ritenuto di procedere anche in mancanza del parere specifico dell’Autorità di Bacino sulle singole opere effettuate o da effettuarsi, quali la deviazione del Fusandola, la palificazione delle fondamenta del Crescent e gli studi sulle dinamiche meteo marine dell’area;
– se è vero che il progetto Crescent non rispetta la distanza di 10 metri dall’alveo del Fusandola secondo la previsione del Puc;
– se sia fondato il timore, espresso anche dai comitati ambientalisti che hanno presentato ricorso al Tar contro la realizzazione del Crescent, che l’elevazione di detto edificio, oltre a porre in pericolo l’edificio stesso, venendo a limitare con le sue fondazioni il deflusso delle acque, finisca per comportare forti rischi per gli edifici a monte, tra cui una scuola elementare con annesso istituto nautico e la villa comunale;
– se è vero infine che, come affermato da Italia Nostra in uno dei suoi ricorsi (sui quali tra l’altro il Tar non si è espresso nel merito, limitandosi ad una bocciatura per questioni di forma), le superfici delle particelle catastali dell’area non corrisponderebbero con quelle autorizzate nel permesso a costruire il Crescent che includerebbero 3.000mq di spiaggia ed addirittura 1.700mq di mare che non possono certo esprimere diritti edificatori.
Nell’anniversario 2014 della grande alluvione ho trovato e letto questo articolo e da Salernitano che vive da tempo in altra città mi permetto di commentare in ritardo l’articolo:
SONO PIENAMENTE D’ACCORDO CHE IL RICORDO DELL’ALLUVIONE DEL 1954 debba suscitare in tutti noi la volontà di procedere con grande attenzione alle trasformazioni della città, ma mi chiedo il perchè di tutta questa veemenza contro il progetto di sistemazione di una zona urbana squallida e fortemente degradata.
Il Fusandola sorre da monti su cui non si coltiva più, mi chiederei quindi quali proposte e strategie vi siano per favorire un corretto assetto dei crinali a monte e della sistemazione della macchia e dei boschi.
L’alveo a monte da secoli è a strapiombo su case molto, troppo prossime al corso d’acqua; cosa si propone per ristrutturare la zona e restituire al corso d’acqua il suo spazio naturale?
Il Fusandola è tombato da circa un secolo, ed una eventuale ristrutturazione della tombatura richiede interventi su molti edifici; si propone di intervenire?
Anche dall’analisi della alluvione del 1954 si evidenzia che i danni ed i morti vi furono a Canalone, il danno a valle fu dovuto alla massa d’acqua che non entrò nel canale coperto, e invase le strade, portando per lo più fango e detriti; è evidente che gli interventi servono a monte, casomai un alveo più ampio, bacini di regolamentazione dei flussi ….. Si popone di effettuarli? Un canale, sebbene deviato, è un canale uguale a prima.
In sintesi:
Se a monte ci sono i problemi;
se occorre liberare a monte l’alveo;
se occorre ampliare (o eliminare) la tombatura;
se il problema a valle Crescenti o non Crescent è lo stesso;
se per 60 anni non si è gridato allarme alcuno ……
come mai ora il Crescent è colpevole di tutto?
Onestamente faccio fatica a capire e chiedo spiegazioni.
Grazie
Una seconda annotazione: cosa vuole dire “non possono esprimere diritti edificatori?
I polder olandesi sono fatti sul mare, la linea di costa di centocinquanta anni fa arrivava a via Roma, via Indipendenza … Eppure la linea di palazzi dalle Poste al lungomare fino al Teatro Verdi, compresi Comuna, Questura, Scuole … per non parlare del Lungomare fatto con le ceneri dell’eruzione del 1943 e di Piazza della Concordia, ci sono! Cosa può impedire “giuridicamente” di continuare l’espansione di una città?
A maggior ragione perchè opposizione al Crescent come coagulo della denuncia i tutti i mali possibili della città?
Caro Andrea, lei chiede, millantando ingenuità, cosa sta a significare l’appello in oggetto. Mi sento di risponderle in modo conciso: semplicemente, che non bisogna costruire al di sopra dei corsi d’acqua. Se questo è successo in passato (facendo vittime di cui alla memoria di tutti) ciò non significa che si debba continuare a farlo. Per scongiurare (forse) danni maggiori di quelli che “inevitabilmente” accadranno in un sistema già così compromesso, proprio grazie alla logica di cui lei si fa portavoce. Ecco, carissimo Andrea, cosa vuol dire tutto questo. Detto da uno che non si sogna minimamente di sostenere il pensiero politico dei firmatari di questo appello.
Per l’amor di Dio il ricordo doveroso di un evento così cataclismatico meritava sicuramente un ricordo doveroso e riverente…………ma servirà a qualche cosa? Io lo spero di cuore ma i fatti vanno in tutta altra direzione.
Certo i fatti del 1954 sono stati eccezionali e avrebbero dovuto dimostrare che la natura si riprende quello che l’insipienza gli sottrae……….ma pensate che i fatti di Sarno abbiano insegnato qualcosa a qualcuno? Andate a dare un occhiata, se avete tempo e voglia che cosa sono i canaloni di scolo predisposti ad evitare nuove tragedie……..una fogna a cielo aperto……..una vergogna.
e il problema della Cavaiola che si interra sotto Nocera interessa a qualcuno?
E la manutenzione che dovrebbe garantire il”Consorzio di Bonifica”, per cui si pagano tasse (che fine fanno?) interessa ?
La pulizia dei tombini………..l’adeguamento della rete fognaria ,tutto lasciato al caso, almeno per l’agro-Nocerino-Sarnese.
Gentilissimo Andrea tu scomodi l’Olanda……..i polder, ma qui stiamo nella Regione Campania dove sono stati capaci pure di costruire sui Regi Lagni.
Gentilissimo Andrea ………..speriamo che non piova che è meglio……..per tutti.
Se certe cose succedono nella civilissima Genova , figurati da noi che in quanto a civiltà o senso comune della civilta lasciamo non poco a desiderare.Buon lavoro.