ASL: Bortoletti tra la bionda e la bruna

Aldo Bianchini

SALERNO – Le notizie filtrano con difficoltà attraverso la fitta rete del riserbo. Da qualche giorno, però, nei corridoi dell’Asl Unica di Via Nizza non si parla d’altro. L’ira del “colonnello” rimbomba ancora dal piano terra al quarto piano della struttura salernitana. Della cosa si starebbero interessando anche i sindacati in quanto potrebbe investire una nuova dislocazione di importanti uffici gestionali. Dunque l’atra sera, sul finire di una lunga giornata lavorativa, è divampata improvvisa una chiarificazione ad alta voce tra il commissario straordinario Maurizio Bortoletti e i due sub commissari Sara Caropreso e Marisa Annunziata.  Insomma a pochi giorni dal loro insediamento il clima tra i tre non sarebbe più sereno come appariva agli occhi di tutti. Stretto tra la bionda e la bruna, costretto forse a subire le loro nomine calate dall’alto, non ce l’ha fatta più ed è scoppiato: “Dovete andare nella sede di Nocera, quella è la vostra destinazione”, questa la frase gridata ad alta voce dal colonnello-commissario all’indirizzo delle due sbalordite sub commissarie. Porte che si aprivano e subito sbattute, silenzi rumorosi, facce scure, questo il panorama che si è presentato a dirigenti, funzionari e impiegati del palazzo dell’ASL Unica. E adesso tutti a chiedersi il perché di questa improvvisa esplosione del commissario che, al di là del suo carattere rude e militaresco, non aveva mai ecceduto e non era mai andato su tutte le furie fin dal marzo scorso quando per la prima volta approdò in Via Nizza. C’è qualcosa che non convince e per questo i sindacati, CGIL in testa, sono entrati nella fase di pre-allarme. Qualcuno sussurra che il commissario vorrebbe realizzare al più presto la delocalizzazione della sede provinciale della ASL verso Nocera  Inferiore come da tempo si va dicendo negli ambienti bene informati. Contro questo disegno, forse, si sarebbero schierate la Caropreso a l’Annunziata e il fatto avrebbe fatto arrabbiare, e non poco, Maurizio Bortoletti che vede così allontanarsi il momento di soddisfacimento della specifica probabile richiesta in tal senso del presidente della provincia Edmondo Cirielli. Cosa ci sia di vero, innanzitutto nell’episodio della sfuriata nervosa e poi in quello del dislocamento della sede, non è dato di sapere con certezza. Per saperne di più bisognerà attendere ancora altro tempo. Sta di fatto che da militare qual è, il commissario non ammette interferenze alcune. Si racconta che ad un direttore di un distretto, pochi giorni fa, abbia addirittura imposto con il classico imperativo “Entro le ore 16 di domani Lei farà il trasferimento dei locali” oppure ad un altro direttore che tentava di fargli capire che accorpando alcune strutture radiologiche si poteva evitare un disservizio a vantaggio di un contenimento della spesa abbia perentoriamente ordinato “Lei fa come ho detto io, i sindaci vanno ascoltat9i perché sono i depositari del consenso”. Cose strane queste, cose che farebbero emergere un nuovo elemento caratterizzante della personalità del commissario, ovvero il timore reverenziale nei riguardi dei politici. Brutta storia, se la cosa fosse rispondente al vero. Intanto il colonnello Maurizio Bortoletti, a mio avviso, ha commesso il primo errore di passaggio facendosi trascinare ad una riunione operativa in casa di un politico. Ma per questo, ovviamente, come è mio costume, dovete pazientare fino alla prossima puntata. Posso solo anticipare che “tangentopoli” con le sue derive non ha insegnato proprio nulla.

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