Giovanni Scutaro: da chi fu investito ?

Antonio Citera

SALA CONSILINA – Giovanni Scutaro fu investito dal marito della donna che si autoaccusò dell’incidente. Ad investire Nino, nell’incidente che due settimane fa portò alla morte il sessantenne di Sala Consilina, non fu la donna che denunciò l’incidente, ma il marito M. C. della stessa, ora i due dovranno rispondere davanti al Magistrato di autocalunnia la prima , ed omicidio colposo l’uomo. Meticolose ed accurate indagini da parte dei carabinieri di Sala Consilina, sotto la brillante guida del capitano Domenico Mastrogiacomo, hanno stabilito l’esatta dinamica dei fatti che due settimane fa, costarono la morte a Giovanni Scutaro, l’autista di tutti come veniva definito nella cittadina del Vallo di Diano, investito da un’auto mentre passeggiava in Via Fossato Maggiore il località San Giovanni a Sala Consilina. Molte le contraddizioni che sono emerse dal racconto della donna autoaccusatasi dei fatti, l’orario della tragedia, la stessa riferì ai carabinieri di aver investito l’uomo intorno alle 18.30, ma testimoni hanno dichiarato di aver visto Nino alle 16.30 passeggiare in quella zona, ancora altre testimonianze hanno puntualizzato il fatto che l’uomo era solito percorrere quel tratto di strada, ma solo in orari diurni, ancora la dinamica raccontata dalla donna che non ha convinto gli inquirenti, la stessa ha detto di aver sentito solo un tonfo sul lato sinistro della sua 156 s.w. ma causa buio uscita dalla macchina non ha rinvenuto nessun oggetto o essere vivente nei dintorni, solo in un secondo momento con l’aiuto del marito che nel frattempo era giunto sul luogo hanno rinvenuto il corpo esanime di Giovanni Scutaro riverso in un fosso ai margini della strada. Elementi questi che hanno destato numerosi dubbi agli inquirenti i quali nel prosieguo delle indagini, avvalendosi anche dell’aiuto delle celle telefoniche hanno stabilito l’esatta dinamica, ed hanno accertato che il brutto fatto era avvenuto qualche ora prima per opera del marito un 37enne di Sala Consilina, il quale per motivi da accertare (gli era già stata sospesa la patente in passato per un fatto analogo ?) ha voluto nascondere la sua diretta responsabilità sull’accaduto. Ora l’uomo dovrà rispondere di omicidio colposo ed omissione di soccorso, mentre la donna di autocalunnia, reato previsto d’all’articolo 369 codice penale ovvero : “Chiunque, mediante dichiarazione ad alcuna delle Autorità indicate nell’articolo precedente, anche se fatta con scritto anonimo o sotto falso nome, ovvero mediante confessione innanzi all’Autorità giudiziaria, incolpa se stesso di un reato che egli sa non avvenuto, o di un reato commesso da altri, è punito con la reclusione da uno a tre anni”. I due indagati, sono difesi dall’avvocato Paolo Carrano.Cosa abbia spinto la donna ad auto accusarsi,lo stabiliranno gli inquirenti nei prossimi giorni, intanto sembra si sia fatta chiarezza sul caso che ha portato alla morte un’uomo amato da tutti, per la sua indole da gentiluomo che lo contraddistingueva nella quotidianità. La moglie Teresa, ed il figlio Giuseppe chiusi nel loro dolore, sperano nel corso della giustizia che punisca chi ha spezzato la vita del loro caro.

 

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