Costa Concordia/2: cherchez la femme !!

Aldo Bianchini
SORRENTO – Mi è piaciuto moltissimo un servizio televisivo confezionato dalla brava Deborah Ergas e andato in onda nel corso della trasmissione “La vita in diretta” su Rai/1 durante il pomeriggio di giovedì 19 gennaio scorso. Il servizio iniziava con queste tre classiche parole “cherchez la femme” (parole scritte per la prima volta da O. Henry e riprese dalla nota trasmissione televisiva, Nikita, per far passare il messaggio mediatico che <la femme “la donna!!” si cerca nella notte>) per commentare la notizia di una eventuale presenza femminile nella plancia di comando al fianco dell’istrionico “bel Francesco”, viveur di giornata, che per colpa della “bella Domnica Cemortan”, moldava di nascita ed esperta di crociere di crescita, avrebbe fatto “una bravata” (come scrive il gip Valeria Montesarchio nella sua ordinanza di invio agli arresti domiciliari del “bel Francesco”). Il termine “bravata” sarebbe stato utilizzato, quindi, dal GIP per rendere meno drammatica la pesante responsabilità del comandante e poterlo, così, mandare ai domiciliari. Ma cos’è la bravata? Le enciclopedie sono piene di descrizioni più o meno dettagliate e sovrapponibile ai tanti casi clamorosi casi di bravate che hanno inondato la storia dei tempi. In generale la bravata è quel qualcosa di eccezionale e di non ripetibile che un individuo compie per un atto di buffoneria. E quale migliore location può trovare una bravata se non in presenza di “una femme fatale” verso la quale si intende dimostrare tutta la potente carica di abilità mascolina che aumenta di un valore aggiunto mano a mano che il rischio ed il pericolo della bravata salgono di livello?  Se poi la bravata si sovrappone ad  un soggetto che, anche ad un primo sguardo, può facilmente essere definito “cacciatore di buffonerie” il cerchio si chiude. Mi meraviglio che le donzelle presenti nel salotto di Mara Venier e Marco Liorni abbiano tentato di difendere l’onore femminile ritenendolo intaccato dai mediatici sospetti che la bella moldava possa aver condizionato l’azione e i riflessi del comandante fino al punto di fargli fare “una bravata” (parole, ripeto, del gip Montesarchio, che ha capito molto meglio la vera essenza del problema), prima fra tutte Donatella Bianchi (ottima conduttrice di Linea Blu, che si gira sui mari!!) che ha cercato di contestare il servizio giornalistico della brava Ergas. Mi rendo conto e comprendo lo spirito di appartenenza al gentil sesso, ma faccio difficoltà a capire come una esperta giornalista confonda un assunto fondamentale. Qui non è in discussione l’avvenenza e la presenza femminile o la certa professionalità femminile in un contesto tradizionalmente maschile, qui è in discussione il becero e insulso “pappagallismo” del comandate di una nave che dovrebbe sempre e comunque mantenere un comportamento al di fuori e al di sopra delle parti. Ovviamente sto commentando soltanto delle indiscrezioni che devono, forzatamente, trovare il giusto radicamento su prove conclamate prima di assurgere a precisi capi d’imputazione. Detto questo, mi sembra quasi consequenziale affermare che “lo fan tutti”, lo fa “l’uomo medio italiano” e a  maggior ragione lo fa un “cacciatore di buffonerie”. Lo hanno fatto e lo fanno, probabilmente, tutti gli ufficiali imbarcati sulle navi da crociera perché se è vero come è vero che “la divisa” ha sempre attratto le belle donne, non vedo perché non debba poter attrarre una bella moldava soprattutto quando quella divisa è indossata da “uno spaccone” (termine usato da alcuni ufficiali della Concordia!!) vestito da comandante. Per realizzare tutto questo, però, c’è bisogno di un uomo e anche di una donna; sembra che questo aspetto Donatella Bianchi lo abbia dimenticato. Insomma come soleva dire il grande O. Henry: “Ah! si, sono a conoscenza di molte situazioni quando quegli uomini hanno perso denaro tu dici, ‘Cherchez la femme’–da qualche parte c’è la donna”. Purtroppo c’è anche nel caso drammatico della Costa Concordia.

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