ASL e AO: da lunedì fuori Bortoletti e Bianchi … forse !!

Aldo Bianchini
SALERNO – Quella tra domenica e lunedì sarà “la notte dei lunghi coltelli”, almeno così assicurano i bene informati nei corridoi di Palazzo Santa Lucia a Napoli. Le voci e i sussurri provengono dalle stanze vicinissime allo studio del governatore Stefano Caldoro. Ormai la misura sembra essere colma e con buona probabilità i due top manager della sanità salernitana, Maurizio Bortoletti per la A.S.L. (Azienda Sanitaria Locale Unica di Salerno) e Attilio Bianchi per l’A.O. (Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona) devono andare a casa. Uno (Bortoletti della ASL) in verità già è quasi andato a casa, l’altro (Attilio Bianchi dell’AO) e in via di partenza. Per quest’ultimo avrebbe dato molto fastidio direttamente a Caldoro l’ennesima ed ultima manifestazione che il manager ha organizzato con il sindaco di Salerno (la Befana in ospedale!!) in maniera troppo ravvicinata e confidenziale. Non solo, ma la sua spinta verso De Luca avrebbe dato innanzitutto fastidio ai suoi compagni di partito (tra UDC e quello che resta dell’Udeur) più propensi verso il centro-destra regionale che verso un centro-sinistra evanescente ed ancora tutto da inventare. Per Bortoletti il governatore non avrebbe apprezzato le modalità di predisposizione dei bilanci non rispondenti alla reale situazione dell’azienda e la sua ormai conclamata amicizia con Edmondo Cirielli, tanto che il rinnovo del distacco da parte del Ministero della Difesa si sarebbe trasformata in una vera battaglia tra Edmondo Cirielli e l’attuale ministro Giampaolo Di Paola (originario di Torre Annunziata e buon amico -assicurano in tanti- dell’ancora potente De Mita). Insomma il presidente della regione vorrebbe privilegiare il rapporto con l’UDC e donare la ASL di Salerno a  quel partito nell’ambito di una sorta di riequilibrio di poteri su scala regionale. Verso questa soluzione preme ovviamente Luigi Cobellis (che ha specifici interessi nella sanità, non soltanto di natura politica) per i suoi forti legami con Ciriaco e Giuseppe De Mita e con Luigi Nocera. Del resto la stessa UDC per non lasciar scappare Nocera sta forzando la mano con Caldoro affinchè gli venga garantita una delle due poltrone (meglio se quella della ASL!!) prima che sulla scena ritorni il ciclone Clemente Mastella che potrebbe ripartire alla grande proprio con Nocera, spalleggiato da Paolo Del Mese e Pasquale D’Acunzi. Il dato certo è che il povero Attilio Bianchi sembrerebbe non aver più alcun padrino politico, anche perché il suo mandato scade comunque il 26 febbraio 2012 e potrebbe essere silurato facilmente già lunedì prossimo 23 gennaio, cioè un mese prima della scadenza naturale. Ciò permetterebbe un riammagliamento complessivo dei vertici della sanità, tenendo anche conto delle rivendicazioni di Antonio Valiante che non può soccombere ancora per molto di fronte all’avanzata a tappe forzate di Giovanni Fortunato che, comunque, è in rotta di collisione con Luigi Cobellis e con tutti gli altri. Ma Fortunato sta con Cirielli e questo potrebbe costargli qualsiasi tipo di aspirazione manageriale nel mondo della sanità. Al momento in cui scrivo la situazione è ancora magmatica  anche perché non sono stati individuati i nominativi utili per la sostituzione in corsa di Bianchi e per quella scontata di Bortoletti. Tutto, quindi, potrebbe essere rinviato per Bortoletti fino a giugno (così assicura Sergio Annunziata, presidente della Conferenza dei Sindaci, che ha pronosticato proprio per lunedì l’arrivo del nulla-osta dalla Difesa) e per Bianchi fino al 26 febbraio. C’è di mezzo anche la posizione delle due damigelle d’onore di Bortoletti, Sara Caropreso e Marisa Annunziata. In realtà il governatore non ha affatto assegnato nuovi e speciali poteri alla Caropreso ma ha semplicemente ricordato alla stessa sub-commissaria che, come prevede la prassi, in caso di assenza forzata del commissario tocca al sub commissario più anziano sostituirlo per la gestione ordinaria. Tutto qui, nessuna promozione o nuovo incarico, anche perché già da lunedì se la politica fa quadrare il cerchio potremmo trovarci non con un commissario ma, più giustamente, con un direttore generale come logica vorrebbe e con le due sub commissarie spedite gentilmente a casa. La nomina del direttore generale, che è quinquennale, presuppone però un vasto accordo politico a lungo termine. La legge impone il D.G. anche perché nella letteratura sanitaria il ruolo di commissario è meramente occasionale e limitato nel tempo, figurarsi per i due sub commissari. La stranezza è che per Salerno il commissariamento dura da qualche anno, fin dal 2009 con De Angelis, proseguito poi con De Simone per arrivare a Bortoletti. Vedremo se la politica sarà capace di partorire qualche novità.

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