Un azienda in crescita nell’Italia in crisi: la SpringColor

 

Filippo Ispirato

In Italia in questi ultimi anni sta
fiorendo una nuova concezione di economia che ha l’obiettivo di creare
occupazione, sviluppo e nuovi prodotti che riescono a conciliare l’esigenza di
creare profitti e benessere economico con il rispetto dell’ambiente che ci
circonda: la  Green
Economy. In questo ambito ha destato il mio interesse un’azienda marchigiana
che produce vernici biodegradabili al 100% ed in forte crescita; ho contattato
il suo AD Francesco Mosca per conoscere la nascita e lo sviluppo della loro
azienda e capire quali sono i loro fattori di successo. Gli ho posto alcune domande per approfondire l’argomento.

La vostra azienda è molto conosciuta
grazie alla produzioni di vernici naturali al 100% e quindi eco-compatibili.
Quando e come è nata l’idea di trasformare la vostra produzione visto che siete
un’azienda storica?

L’idea è
nata nel 1992. Il titolare (mio cugino Roberto) decise di cambiare rotta dopo
aver preso coscienza della tossicità delle pitture convenzionali. Il tutto
parte dopo aver visto ammalarsi suo padre e tanti altre persone che
utilizzavano a livello professionale materie prime o prodotti finiti di pitture
convenzionali.

Quali sono i principi alla base del
vostro lavoro? Sul vostro sito si parla di filiera etica, può darci maggiori
spiegazioni?

In primis si
parte dalla qualità del prodotto. Qualità che parte dalla salubrità del
prodotto. Tutte le componenti sono dichiarate in etichetta e scheda tecnica, in
modo che si possa a priori fare una scelta consapevole. Qualità ovviamente
tecnica del prodotto finito. Qualità intesa come rispetto delle architetture.
In particolar modo, molti dei nostri materiali, vista la composizione che è un
“ritorno all’origine” sono particolarmente indicate nel restauro
conservativo. Qualità all’interno dell’azienda. I dipendenti, oltre che a lavorare in un ambiente
“sano”, sono l’azienda. Sono l’azienda in quanto al di là di una
qualsiasi “gerarchia” necessaria allo svolgimento del lavoro, la
Spring Color cerca di fare in modo che ogni persona possa esprimersi al meglio,
facendo alternanza nei lavori e coinvolgendo tutti i reparti nelle decisioni
importanti. Qualità
intesa come rispetto del cliente e del fornitore. E’ evidente che in una struttura
commerciale vi sia una sana “trattativa”, e che in alcuni casi ci
siano “conflitti di interesse” ma facciamo in modo (speriamo) di non
essere speculativi. Crediamo che un rapporto fondato sulla trasparenza e
collaborazione sia più fruttifero che non la furbata speculativa. Cerchiamo
come filiera, quando possibile, di dare energia ad altre aziende possibilmente
locali che utilizzano i nostri parametri nel loro fare impresa. Cerchiamo
quando possibile di riciclare materiali (latte scaduto). Infine, investiamo
molto dei nostri profitti in ricerca e sviluppo, sia per rimanere
all’avanguardia in questo settore, sia per aiutare chi ha più difficoltà. A tal
proposito, siamo presi come punto di riferimento da alcune associazioni che
sostenendo i propri iscritti, hanno enormi difficoltà ad utilizzare sostanze
chimiche. Ad esempio realizziamo per persone allergiche, pitture “su
misura” tenendo presente le loro allergie o intolleranze.

Quali sostanze utilizzate per la
produzione delle vostre vernici? Sono efficaci come quelle tradizionali?

Le principali sostanze che utilizziamo nelle nostre finiture sono: grassello di
calce, latte, uovo, olio di lino, oli di canapa, cera d’api, gomma arabica,
terpene d’arancio carbonati di calcio polveri di marmo, terre naturali…..
Questi sono gli ingredienti poi la miscela di alcuni o tutti questi elementi ci
porta ad ottenere diversi tipi di finitura.I prodotti
sono efficaci almeno come quelli convenzionali, con loro proprie
caratteristiche. Negli ultimi
anni, abbiamo sviluppato la nostra ricerca per ottenere pitture il più simile
possibile a quelle convenzionali, non perché sono migliori rispetto alle
caratteristiche delle prime pitture naturali, ma semplicemente per soddisfare
meglio le esigenze degli applicatori “mal abituati” all’uso del
prodotto chimico.

La qualità del vostro prodotto è
certificata da un ente terzo? Dove è possibile trovare i vostri prodotti?

Per scelta non facciamo certificare i nostri prodotti da enti terzi. Non esiste una
normativa a tutela del naturale. Le poche ma confuse leggi al riguardo ci
penalizzano soltanto, nel senso che ci equiparano a “furbetti” che
dietro a certificazioni di ogni tipo riescono a far passare per ecologico
quello che per noi non lo è. Sul nostro sito www.springcolor.it sono
elencati i punti in cui è possibile trovare i nostri prodotti. Di solito la
nostra catena distributiva parte da SC all’agente al rivenditore e poi al
cliente. In Italia non siamo presenti i tutte le zone, pertanto diamo la
possibilità a chi non ha vicino un punto vendita di ordinare direttamente in
azienda. Negli ultimi
anni abbiamo iniziato anche la distribuzione all’estero. In particolar modo i
nostri materiali sono particolarmente apprezzati in Francia, ma sono
distribuiti in molti altri paesi europei ed extraeuropei.

Mi ha incuriosito la vostra iniziativa
del Bar del Colore, ce ne può parlare?

Il BAR DEL
COLORE è un “concept” di una nostra cliente francese (www.colorare.fr). Noi
produciamo per suo conto tutte le finiture che distribuisce (pitture, stucchi,
tonachini, impregnanti finiture per legno, velature, ecc.). Sylvie, da diversi
anni è una mercante collezionatrice di pigmenti. Aveva prima un punto vendita
molto “bohemienne” in centro a Bordeaux, poi ingrandendosi ha deciso
di strutturarsi con un capannone sul raccordo in prossimità della città. In
sostanza ha messo insieme il nostro sapere al suo, ossia fornisce BASI DI
PITTURE NATURALI, dando la possibilità di un’ampia scelta di colori, dai più
semplici di base formulati con terre naturali, a quelli più alla modo dei vari
colori di tendenza di ogni anno. Il tutto è ambientato in un locale simile ad
un BAR, con il cuore dell’azienda che è un vero e proprio BAR, con tanto di
bancone e tavolini, con la differenza che alle spalle del banconista non sono
esposte le bottiglie, ma dei barattoli di pigmento, e sui tavolini non si
troveranno i menu dei vari cocktail ma le cartelle colore. In Francia questo
sistema ha avuto un enorme successo, tanto che hanno già aperto in franchising
altri 3 punti vendita a Tolosa, Tours e Nantes. Noi abbiamo
legato il nostro nome a quello di COLORARE per replicare questo sistema. Anche
noi non abbiamo scherzato ed abbiamo inserito questo concetto all’interno di
alcuni punti vendita: Bologna, Parma, Teramo, Assisi (in ordine temporale).
Presto ne apriremo un altro a Verona…..e in diverse altre importanti città
italiane stiamo definendo nuove aperture.Il progetto
BAR DEL COLORE è molto interessante perché racchiude lo studio di diverse
culture, non solo italiana e francese, ma anche quella tipicamente rivolta al
cliente professionale e quella rivolta al privato, e anche intersettoriale,
ossia presentare il colore come si presenta un caffè!

 

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