Gambino/43: Serritiello, Serritiello, Serritiello a tutto campo !!

Aldo Bianchini

NOCERA I. – Nuova udienza del processo Gambino, una messa in scena infinita, senza volere ovviamente offendere nessuno. Ma è incontestabile che il processo si appalesa sempre più come un “processo politico” forse intriso di vecchi e insanabili rancori a causa delle divisioni brutali avvenute all’interno della maggioranza che tutta intera faceva capo a Gambino e che, per chissà quali motivi, si suddivise in “gambiniani” e “bottoniani”. Cioè si sta verificando proprio quello che il Tribunale non voleva. Oggi è stata la volta del teste Giuseppe Serritiello, avvocato del Comune, teste cardine dell’accusa che nella fase delle indagini preliminari ha contribuito non poco a delineare il “quadro indiziario” a carico dell’ex sindaco. Non evidenziare, oggi, che il più grande accusatore potrebbe essere portatore di rancori nei confronti di Gambino, che lo aveva sospeso nel giugno del 2008, sarebbe come voler affermare che il bianco è nero e viceversa. Anche se, è necessario precisare, il rancore potrebbe essere soltanto di natura oggettiva, quasi come clima ambientale, e non anche infarcito di rivendicazioni personali. Ma uno che viene sospeso, anche brutalmente, deve essere un pezzo di ferro per non risentirne mai e in nessun caso. Anche alla luce del fatto che il Serritiello fu reintegrato da quello che oggi è il più grande oppositore di Gambino, mi riferisco a Salvatore Bottone che non solo ha reintegrato Serritiello ma ha anche ufficialmente esposto in giunta la famigerata delibera n. 188, quella necessaria per la definitiva definizione del “caso Petrosino-D’Auria” in relazione alla proprietà agricola che la famiglia gestiva da tempo, più per usucapione che per un mero diritto di proprietà. La difficoltà, questa volta soggettiva, di Serritiello è stata palese, quasi da scuola elementare, appesa a metà strada tra la conferma delle dichiarazioni rese ai PM e la completa deresponsabilizzazione di Gambino, tanto è vero che i PM di udienza sono stati costretti  spesso ad intervenire per cercare di arginare il totale disarmo del teste. La cosa più marcata si è evidenziata dall’atteggiamento, questa volta, quasi simile dell’accusa e della difesa: fare scivolare la deposizione sui binari della apparente tranquillità, anche perché a questo punto il Serritiello non può più “aggiustare” niente né a favore e né contro entrambe la parti in causa.   Del resto i documenti a sua firma sono di segno contrario a quanto dallo stesso riferito verbalmente e, presumibilmente, a quanto dallo stesso reso nel corso delle indagini preliminari. E i documenti, ad essere sinceri, sembrano tutti a favore di Gambino. Il colpo di scena si è avuto quando la pubblica accusa ha cercato di infilare in questo processo indagini che riguardano la famosa “subornazione” patita, secondo i PM, dallo stesso Serritiello nell’ambito del comune di Pagani. Il tribunale ha fatto benissimo a stoppare fin dall’inizio questo maldestro tentativo che fa parte, come ho scritto qualche giorno fa, della strategia di difesa/attacco della Procura a copertura, forse, dello stesso teste chiave Serritiello. Oltretutto l’inchiesta sulla presunta subornazione può essere ritenuta parallela ma certamente non la stessa, e questo ad onor del vero lo ha confermato anche lo stesso Serritiello. Ma qui una domanda si impone: “Serritiello fu sospeso soltanto a causa di una delibera che non voleva firmare o c’era dell’altro, per caso anche la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica ?“.  Sarebbe interessante sapere cosa davvero c’è dietro quella sospensione, sarebbe incredibile scoprire, per esempio, ma solo per esempio, che il Serritiello possa  trovarsi nella sgradevole posizione di “teste chiave” e di “indagato”. Quest’ultima circostanza, se confermata, avvalorerebbe notevolmente la condizione di “rancorosità” del teste chiave nei confronti del Gambino e di qualche altro alto dirigente del comune. Ma questo lo esamineremo nella prossima puntata di questa vicenda. Il caso comincia davvero a farsi interessante. Per la cronaca è stato sentito anche il teste Longanella che merita una puntata a parte per come l’imprenditore di Castel San Giorgio si è comportato in aula, tra smentite e non ricordo. Alla prossima.

 

 

 

 

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