LUSI-BOSSI: tra morale ed esempio

di Michele Ingenito

 

Dunque, sul piano penale, il senatore del PD Luigi Lusi si dichiara non colpevole. Su quello morale neppure. Eppure i soldi sono scomparsi. Anzi, se li sogno ‘magnati’. Chi? Lui, Lusi, diretto interessato, sul quale pende la richiesta di arresto della magistratura. Lusi, però, dice anche Rutelli (Presidente del Partito, La Margherita), Renzi (sindaco di Firenze), Bianco (ex-Ministro dell’Interno in quota PD: per sé e per il marito siciliano della sua segretaria) avrebbero partecipato al magna-magna. E chissà quanti altri, lascerebbe intendere! Contro l’ex-tesoriere, Rutelli, Renzi e Bianco annunciano querele (per Rutelli la seconda contro l’infido ex-collaboratore). C’è da credergli visto che la prima è già partita, e da tempo. Per poco non rifilava una anche alla Annunziata del TG3.  Il teatrino di verità presunte e bugie certe è sempre più aperto. E avvincente. Si fa per dire. Tra viaggi di piacere a sbafo (a costi da neo sceicchi di importazione), di case e ville di élite, di vita da nababbo di questo personaggio inqualificabile che solo certa politica italiana riesce a mettere in scena (e che scena), l’immagine del paese sprofonda tra indignazione crescente e voglia di menare un po’ tutti tra quelli che ci rappresentano (sic!). E di santa ragione. A tutto vantaggio del Grillo parlante a cinque stelle che impazza sulla scena. Certo che per sensibilità Lusi scarseggia, ma di parecchio. Per difendersi, mette in piazza i panni sporchi di famiglia, coinvolgendo gli altri, ammesso che dica la verità. O, meglio, che sia in grado di provarla. Perché, in caso contrario, Rutelli e soci sì che gli finiranno di fargli la festa. Insomma, l’opinione pubblica si disorienta sempre di più.  Da una parte incredula che, per quanto scaltro e maneggione già tesoriere di un partito importante come il PD, Lusi possa avere fatto tutto da solo, senza che nessuno se ne fosse mai accorto. Grillo non ci crederebbe. Poco ma sicuro. Ma, oggi come oggi, neppure il più stupido degli Italiani. Qui non si tratta di bruscolini, ma di una ventina di milioni (c’è chi dice di più) di euro volatilizzatisi di tasca in tasca. Anzi, di viaggi in villa, di vita godereccia in pranzi e cene luculliane. Dall’altra, comunque perplessa visto che, chi querela, di solito ha ragione. A meno che non si tratti di bluff o di manovre diversive per confondere le acque o distrarre chi ha il triste compito di accertare la verità. Una cosa è certa. Se la gente potesse, oggi come oggi un Lusi così se lo sbranerebbe vivo? Ridurrebbe, se non altro, i morsi della fame. Per quanto indigesta e vomitevole la pietanza prescelta. Se Atene piange, Sparta non ride. Bossi e i figli indagati ..Sul web i leghisti fanno quadrato. In casa Bossi, arriva la mazzata di garanzia: truffa ai danni dello Stato. Per il vecchio, ammaccato leader e i suoi due rampolli di razza. Buon sangue non mente. Piazza-Padania si scatena. Radio-web sente puzza di bruciato preelettorale. Sarebbe la solita manfrina di certa magistratura di sinistra per fregare la Lega Nord in prossimità degli imminenti ballottaggi amministrativi.  Sigaro amaro, sguardo perplesso, vagamente sofferente e preoccupato, Bossi non sembra convinto dell’inutile trovata dei propri adepti. Parlano meglio quelli della base. Che invocano piazza pulita. Anche per lui e famiglia. In casa-Lega, quella della base, la verginità non si rammenda una volta perduta. La garanzia – lo dice l’avviso – va certamente rispettata. Attendere l’esito finale di una giustizia che non arriva mai è comunque d’obbligo. Fossimo un paese davvero civile sotto questo profilo, allora sì che esisterebbe la vera giustizia.  Rassegniamoci, quindi, ad anni infiniti tra indagini e processi che, per i big della politica, diventa quasi sempre l’unico modo per sfuggire al capestro di condanne il più delle volte meritate. Chi sotto sotto ride di tutto ciò è, invece, Maroni. Che, solidarietà formale per atto dovuto a parte a favore del capo che non c’è più, può guardare lontano, con maggiore tranquillità. Ridendosela dietro un baffetto irriverente, che aspira a molto, molto di più. La sua battaglia finale è vinta ormai. Resta, però, la guerra. Che, con i tempi che corrono, dovrà fare i conti perfino con i grilli. Anzi, con un certo Beppe Grillo. Ieri sembrava una battuta. Oggi, con gli Italiani che non credono più a niente e a nessuno, un Grillo che sa parlare convince di più e meglio di tanti vecchi tromboni provenienti dall’aldilà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *