Gambino/53: il tribunale di Ponzio Pilato

Aldo Bianchini

PAGANI – Tra i detrattori e gli adulatori c’è un fatto consacrato: la giustizia in questo Paese molto spesso si veste dei panni di Ponzio Pilato che nell’indecisione di decidere fece finire sulla croce Gesù Cristo. Parlando di Pagani mi riferisco, ovviamente, al processo “Linea d’ombra” ed alle farraginose lungaggini che sta evidenziando settimana dopo settimana. Tutto a discapito della giustizia, quella vera, anche se fatta dagli uomini. Prima di entrare nel tema è doveroso un piccolo preambolo. Nel mese di agosto del 2011 il Tribunale del Riesame di Salerno decise di scarcerare gli imputati ed di mandarli a casa in regime di arresti domiciliari. La Procura interpose appello e la Cassazione, riconoscendo la sussistenza dei reati previsti dall’art.7 del c.p.p. (collusione con la malavita organizzata!!), annullò l’ordinanza del Riesame e conseguentemente nel gennaio 2012 gli imputati furono nuovamente tradotti nelle patrie galere. Nel corso del processo con rito immediato, però, il Collegio Giudicante su precisa istanza dei difensori decise di scarcerare nuovamente gli imputati rispedendoli a casa sempre in regime di arresti domiciliari. La Procura presentò nuovo appello al Tribunale del Riesame di Salerno contro la scarcerazione e la ricollocazione ai domiciliari. Il tribunale del Riesame, pochi giorni fa, ha rinviato ogni decisione fino al 28 settembre prossimo motivando la “non decisione” con il fatto che nel frattempo, e cioè il 18 luglio prossimo, la Cassazione dovrebbe pronunciarsi sul ricorso che i collegi difensivi avevano interposto dopo la decisione di gennaio di rimandare in  cella gli imputati riconoscendo l’aggravante dell’art.7. Una cosa semplice per chi è addetto ai lavori ma di difficilissima comprensione per chi è lontano dai “corridoi dei palazzi di giustizia”. In pratica il tribunale del Riesame si è lavato le mani nella classica bacinella di Ponzio Pilato anche per un particolare che a molti osservatori sembra sia sfuggito. Il Riesame non ha alcun interesse a scontrarsi nuovamente con gli ermellini della Corte dopo che erano stati bacchettati per via dell’art.7 che in un primo momento il Riesame non ritenne (molto giustamente!!) di riconoscere e che dovette forzatamente attribuire in seguito alla superiore pronuncia romana. C’è di più. Proprio sulla base di quella pronuncia il Ministro dell’interno ed il Prefetto emanarono i decreti di scioglimento del Consiglio Comunale e la nomina dei tre commissari in sostituzione di quello che in via precauzionale il Prefetto aveva già nominato senza, comunque, sciogliere il consiglio. Insomma un guazzabuglio di interessi e di interpretazioni in punta di diritto intrecciati tra loro in maniera anche devastante a solo danno della mancata giustizia. Il quadro generale è così farraginoso che per muoversi al suo interno è diventata impresa assai ardua per tutti. Fatto sta che i sette imputati ancora ai domiciliari, Alberico Gambino – Giuseppe Santilli – Giovanni Pandolfi Elettrico – Michele Petrosino D’Auria – Massimo Quaratino – Giovanni Barone e Antonio Fisichella, dovranno rimanere agli arresti domiciliari almeno fino al 28 settembre 2012, a meno che non intervenga qualche fatto nuovo sia dall’una che dall’altra parte. Difatti è possibilissimo che, in presenza di eventuali nuove circostanziate accuse che non sono da escludere, ritornino in carcere così come è possibile che il Collegio Giudicante dopo averli mandati ai domiciliari provveda, sempre in presenza di fatti nuovi, a scarcerarli del tutto. Qui si giocano le carte, tutti, e saranno carte molto importanti che animeranno un’estate probabilmente di fuoco.

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