PADULA: e canterò di quel secondo regno …

Vincenzo Maria Pinto

PADULA – Ancora una volta la Certosa di S. Lorenzo a Padula regala emozioni indimenticabili. Nella suggestione dei chiostri e degli ambienti un tempo abitati dai monaci, rivive la seconda cantica del poema sacro di Dante Alighieri: il Purgatorio. Sabato 14 luglio, a partire dalle ore 20, lo spirito guida Dante ha accompagnato selezionati gruppi di 40 persone per volta, in un percorso itinerante all’interno del cenobio. Naturale prosecuzione dell’Inferno rappresentato nelle Grotte dell’Angelo di Pertosa e preludio al Paradiso messo in scena nel Castello Arechi di Salerno, il Purgatorio in Certosa funge da cerniera di congiunzione perfetta: luogo di preghiera monastica e di purificazione spirituale, la Certosa è infatti il luogo più indicato per “salire alle stelle”. Entrati nel magico mondo dantesco, si attraversa idealmente l’Antipurgatorio mediante una successione di incontri: il primo nel Chiostro della Foresteria con Catone l’Uticense, guardiano del Purgatorio; attraverso il Coro dei Conversi, le Cappelle laterali e la Chiesa si giunge poi alla Sacrestia dove Dante incontra l’amico musico Casella. Passati nella Sala del Capitolo dei Padri, viene simulata l’apparizione di Manfredi I di Svevia, figlio naturale dell’imperatore Federico II e nipote della regina normanna Costanza d’Altavilla; nel Refettorio, dall’alto pulpito appare Pia dei Tolomei, figura enigmatica ed affascinante della cantica. Addentrandosi sempre di più nella clausura certosina e risalendo al contempo le cornici del Purgatorio, in Cucina avviene l’incontro con l’Angelo posto all’ingresso della porta del Purgatorio che segna sulla fronte di Dante 7 P, ad indicare gli altrettanti peccati capitali cancellati man mano che avanzerà verso il Paradiso Terrestre. Tra cucina e anticucina altri due incontri assai suggestivi: col superbo Omberto Aldobrandeschi, caricato di una pesante pietra, e con la senese Sapia, invidiosa che avanza con gli occhi cuciti col fil di ferro. Nel Chiostro dei Procuratori si è ormai nella quinta cornice, dove sono le anime degli avari: qui riverso a terra ad espiare la sua colpa è il papa Adriano V, rimasto sul soglio pontificio per soli 39 giorni. Guadagnando il Gran Chiostro, nel Giardino del Priore giunge il poeta romano Stazio, che si affianca a Dante e Virgilio lungo l’ascesa: insieme incontrano il fiorentino Forese Donati, goloso, fratello di Corso e di Piccarda. In una cella monastica è invece simulato l’arrivo nel Paradiso Terrestre, l’incontro con Matelda e il rito di purificazione nelle acque dei fiumi Letè ed Eunoè. Infine, lungo il solenne scalone monumentale vanvitelliano, preannunciata da una performance di ballo delle tre Virtù Teologali (Fede, Speranza e Carità), arriva Beatrice che farà ascendere Dante al cielo. Il pubblico invece si congeda e attraverso il parco perviene all’uscita. L’intero viaggio di Dante e dei suoi accompagnatori viene contrappunto da anime “danzanti” e “cantanti” che restituiscono allo spettatore una dimensione onirica e suggestiva della sua ascesa.  Ideato e diretto da Domenico Maria Romano, con il patrocinio e il sostegno del MiBAC, della Regione Campania, della Provincia di Salerno, della BCC di Sassano e di Acetosella, lo spettacolo – iniziato nel giugno di quest’anno – si avvale di un gruppo di professionisti che da anni operano nel settore al più alto livello e che garantiscono la qualità complessiva della gestione degli eventi loro affidati. A quanti vorranno rivivere il magico viaggio dantesco nel Purgatorio, l’appuntamento in Certosa è per il prossimo 13 agosto, quando ancora una volta si ripeterà –ne siamo certi– l’ascesa al Paradiso.

 

 

 

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