Monsignor Angelo Spinillo denuncia i roghi tossici al Parlamento Europeo

Antonio citera

BRUXELLES – Una lettera al veleno quella che monsignor Angelo Spinillo Vescovo di Aversa e vice-presidente, per il sud, della Conferenza Episcopale Italiana ha scritto al Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz. Un accurato appello  volto a dare la parola fine allo smaltimento illecito dei rifiuti e dei roghi tossici che si consumano nelle terre di confine tra la provincia di Napoli e Caserta. Alla lettera firmata dal Vescovo, è allegata una petizione  sottoscrivibile in tutte le parrocchie e attraverso il sito internet della Diocesi.v “La popolazione è allo stremo, vogliamo gli stessi diritti di tutti gli europei “ Questo è il grido di Mons. Angelo Spinillo nato a Sant’Arsenio nel  Vallo di Diano,  ha guidato la Diocesi Teggiano Policastro per circa 10 anni prima di essere eletto alla guida della Diocesi di Aversa. Da sempre impegnato contro i crimini, le illegalità, si è sempre distinto per la sua bontà , un personaggio di carisma, molto amato nel Vallo di Diano. Nella lettera indirizzata a Bruxelles, non usa mezzi termini, parlando di disastro ambientale ed umanitario: “altissimi roghi di tonnellate di pneumatici, pellami e stracci intrisi di sostanze liquide mortalmente  tossici, bruciano di giorno e di notte rendendo l’aria tossica e irrespirabile. La campagna geme. La  gente scappa via o si rintana in casa per non inalare il veleno sprigionato. Il popolo è allo stremo. Sfiduciato, stanco, depresso.”  Questo uno dei passaggi più forti della missiva, in cui il vescovo ricorda che, a fronte di un’età media molto bassa, in queste terre il tasso di mortalità è più elevato che altrove, individuando in maniera chiara come principale responsabile la camorra che, scrive, “permette e  sostiene questo scempio per i suoi interessi economici, gestendo lo smaltimento illegale dei rifiuti tossici industriali provenienti dalle aziende del nord e del sud Italia, a fronte di una manifesta incapacità delle amministrazioni locali di far fronte al problema. Noi vogliamo che la nostra gente possa vivere in serenità e godere degli stessi diritti degli altri cittadini europei.” Una denuncia ad una situazione esasperante che sta degenerando a vista d’occhio.  Ecco alcuni passaggi della lettera: “A nome di questa popolazione, dei sacerdoti che curano le comunità parrocchiali distribuite sul territorio diocesano e dei fedeli delle altre diocesi vicine e confinanti, Le scrivo per sottoporre all’attenzione del Parlamento Europeo un gravissimo problema che sta assumendo le dimensioni di un vero disastro ambientale e umanitario. Mi riferisco all’angosciante dramma della presenza di rifiuti tossici industriali abbandonati in spazi destinati alla vita pubblica o al lavoro agricolo, che vengono poi bruciati e interrati nelle nostre campagne come nelle periferie delle città. Altissimi roghi di tonnellate di pneumatici, pellami e stracci intrisi di sostanze liquide mortalmente tossici, bruciano di giorno e di notte rendendo l’aria tossica e irrespirabile. La campagna geme. La gente scappa via o si rintana in casa per non inalare il veleno sprigionato. Il popolo è allo stremo .  Sfiduciato, stanco, depresso. Sono aumentate a dismisura malattie come il diabete, infertilità maschile e, soprattutto, vari tipi di tumore. In questa striscia di terra – con una popolazione tra le più giovani di Italia – si muore più che altrove. La camorra, questa triste realtà con la quale siamo costretti a convivere da sempre, permette e sostiene questo scempio per i suoi interessi economici. In questo modo, infatti, vengono smaltiti illegalmente, e a poco prezzo, i rifiuti industriali di tante aziende del Nord e del Sud Italia. Le amministrazioni locali da anni non riescono – e lo confessano pubblicamente – a risolvere questo dramma assurdo e dolorosissimo per mancanza di fondi, di personale, di mezzi. Il problema non riguarda , purtroppo, solamente noi . A ridosso di questi roghi infernali, infatti, nei campi gli agricoltori coltivano ortaggi, verdure e frutta che finiscono sulle tavole dei consumatori ignari e indifesi. Facendomi voce di chi soffre vengo a chiederle di interessare il Parlamento Europeo per dare una svolta a questa trappola dalla quale, da anni, non sappiamo liberarci. Gli interessi sono tanti. C’è, purtroppo, gente collusa e corrotta, o, forse, solamente timorosa e pigra. Noi vogliamo che la nostra gente possa vivere in serenità e godere degli stessi diritti degli altri cittadini europei. Attendo fiducioso un riscontro a questa lettera accompagnata anche da centinaia di firme dei cittadini.

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