Vassallo/13: ripicche e veleni !!

Aldo Bianchini

POLLICA – Viviamo in un Paese democratico, per scelta e per convinzione, checchè se ne dica. Proprio per questo quando si scrive  o si parla in maniera apodittica bisogna sempre aspettarsi delle reazioni di segno contrario da parte di chi non la pensa allo stesso modo. E’ il gioco della democrazia, che a volte tracima e diventa spocchiosa e squallida maniera anonima di esprimere il proprio pensiero. I manifesti apparsi sui muri delle strade del comune di Pollica sono l’esempio lampante, anche se da condannare, di quello che ho detto. Fortunatamente, mentre tutti gli altri giornali strombazzavano le roboanti dichiarazioni rese da Dario Vassallo a tutta la stampa (e non soltanto a Il Mattino o a Metropolis, per citare solo due giornali) io mi ero messo su una linea decisamente diversa criticando democraticamente quanto incautamente affermato da Dario (definito scrittore o aspirante politico) a carico dei cittadini di Pollica e delle zone limitrofe con l’accusa di “omertà” distribuita a tutti. Sarà sufficiente leggere il mio articolo del 16.09.12 dal titolo “Vassallo/11: incapacità o omertà” per saperne di più. E la reazione è arrivata puntuale ed anche sopra le righe. Adesso non basta la dichiarazione di Antonio Vassallo (figlio di Angelo) per dire che “Zio Dario ha sbagliato a sparare nel mucchio” e va fatta una seria meditazione su tutto quello che è accaduto fin da quella tragica sera del 5 settembre 2010. Non bastano neppure i commoventi ricordi di Angelina (la moglie di Angelo) che vanno assolutamente rispettati ma superati se vogliamo arrivare verso una spiegazione logica della tragedia. Sono addirittura fuorvianti i titoloni dei giornali di questi giorni: “Delitto Vassallo, ora la verità è a un passo” (Metropolis), “Attacco a Vassallo, la condanna della politica” (Il Mattino), “Pollica, i fratelli Vassallo nel mirino dell’opposizione” (La Città). Non c’è, purtroppo, nessuna verità in arrivo, la politica ha espresso una condanna di facciata e l’opposizione non ce l’ha con i fratelli Vassallo. Sono stati piuttosto i fratelli Vassallo a creare le condizioni ambientali ostili nel momento in cui dovevano, forse, dimostrare con saggezza la loro sete di giustizia da perseguire con grande umiltà tra la comprensione  e l’affetto di tutti i cittadini di quel meraviglioso lembo di costa. Probabilmente i fratelli Vassallo hanno raccolto dal sindaco pescatore un’eredità sbagliata ed hanno pensato e creduto di poter cavalcare il mito di Angelo (troppo in fretta e troppo forzatamente costruito dalla sinistra!!) in tutte le direzioni ed anche con un pizzico di arroganza, come se a loro tutto fosse dovuto. Non hanno fatto in tempo a capire che la politica costruisce e demolisce velocemente i suoi totem e non hanno tenuto conto che gli atteggiamenti e le azioni (spesso anche sopra le righe!!) di Angelo erano consentite soltanto ad Angelo ed a nessun altro; un po’ come accade a livelli più grossi al sindaco di Salerno Vincenzo De Luca che fa il bello e il cattivo tempo fino a quando rimane in sella. Poi si vedrà. Di questo “poi”, spiace dirlo, i fratelli Vassallo (più Dario che Massimo) non hanno capito nulla o hanno semplicemente fatto finta di non capire. Nel prossimo libro, già annunciato per il 2013, Dario “lo scrittore” tenga conto, se vuole e senza la puzzetta sotto il naso, di questi umilissimi ma sinceri consigli. Mi fanno ridere i commenti dei presunti o veri politici perché dicono cose che non pensano, è stato sempre così gentilissimo Dario; non cavalchi anche queste estemporanee dichiarazioni, glielo raccomando in maniera particolare. Si passa da “volantini inopportuni” di Antonio Mauro Russo del PdL a “est modus in rebus, risposta eccessiva” di Nicola Landolfi del PD, per finire al laconico “mi auguro che il sacrificio di Angelo possa servire a superare odi e rancori” di Luigi Cobellis dell’ UDC. Una sceneggiata già vista in tantissimi altri casi, anche più gravi. Infine non c’è scossa che tenga, gentile sindaco Cilento, le indagini sono al punto zero e presentano voragini profondissime. C’è un qualcosa, però, che non mi convince nelle dichiarazioni di Giuseppe Cilento, ma questo a tempo debito.

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