Piazza Cavour: interrogazione contro Miccio

 

 

La redazione

SALERNO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo una interrogazione che il consigliere comunale del PdL, Roberto Celano, ha inviato al soprintendente Gennaro Miccio, al responsabile del procedimento del Comune di Salerno e p.c. al Ministro per i Beni Culturali, al Direttore Regionale dei beni culturali e  paesaggistici Gregorio Angelini e al Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca sulla vicenda molto strana della realizzazione del parcheggio di Piazza Cavour sul lungomare cittadino proprio di fronte alla Provincia. Per quanto ci riguarda possiamo soltanto anticipare che nell’ambito dell’inchiesta giornalistica denominata “Cemento: alla conquista di Salerno” il nostro direttore, nei prossimi giorni, svelerà dei retroscena inquietanti su questa vicenda che rasenta il grottesco. Ecco, comunque, il testo dell’interrogazione di Celano:  <<Egregio Dott. Miccio, con nota del 7 settembre 2012 – rimasta senza alcun riscontro – Le ho evidenziato il grave danno paesaggistico che, per effetto della realizzazione dell’ormai noto parcheggio di piazza Cavour, avrebbe subito lo storico Lungomare cittadino. Le ho chiesto di volermi ragguagliare sulla situazione amministrativa e, in particolare, se la Soprintendenza da Lei guidata si fosse, e in quale modo, espressa. L’inadeguatezza dimostrata dal Suo Ufficio nel consentire, a seguito di una procedura ancora da chiarire, la devastazione dell’area di Santa Teresa faceva infatti temere che, per il parcheggio di piazza Cavour si ripresentassero analoghe “sfasature” e che, comunque, anche in questo caso, il controllo della Soprintendenza non sarebbe stato così penetrante come accade, invece, in altre parti del nostro territorio. Non ha ritenuto opportuno, se vuole per semplice cortesia, rispondere, e di tanto, mio malgrado, ne prendo atto. Ho però appreso dalla stampa che la Soprintendenza avrebbe approvato il progetto in conferenza di servizi, valutandone soltanto la possibile interferenza con il palazzo Sant’Agostino, edificio, questo, sottoposto alle disposizioni del Codice Urbani. Viceversa, l’esigenza (pure da Lei avvertita) di salvaguardare il Lungomare cittadino direttamente ed irrimediabilmente compromesso dal previsto intervento, non si sarebbe tradotta in un parere contrario, soltanto a causa della ritenuta insussistenza di una specifica tutela. Apprendo oggi che il Lungomare è, come avevo ritenuto pur non essendo esperto della materia, sottoposto a vincolo paesaggistico, circostanza che il Suo Ufficio, istituzionalmente preposto alla tutela dei beni paesaggistici, non avrebbe potuto né dovuto ignorare. Nel corso di una Sua intervista al Corriere del Mezzogiorno, ha attribuito questa clamorosa svista (per molti aspetti, anche per i soggetti implicati, simile a quella che determinò il formarsi del silenzio-assenso sul Crescent) ad un “pasticcio” del comune che, nella “carta dei vincoli” allegata al P.U.C., aveva erroneamente indicato l’origine del vincolo nell’esistenza di un giardino di “non comune bellezza”. Nella stessa intervista ha anche evidenziato la sua contrarietà all’opera che, per quanto riportato, avrebbe tentato di “stoppare” (parole sue), non con la tutela paesaggistica (ritenuta non operante) ma utilizzando strumentalmente un altro dispositivo tutorio presente nel Codice. Il dott. Mauro, redattore per il comune di Salerno delle carta dei vincoli, in una successiva intervista rilasciata al Corriere, si è nobilmente assunto la responsabilità dell’inesattezza, non senza far rilevare, però, che la “carta”, approvata dal Consiglio Comunale, era stata accettata senza rilievi anche dalla stessa Soprintendenza. Sin qui i fatti, così come ho potuto ricostruirli dalla lettura dei giornali, non avendo avuto alcun riscontro alle domande che pure, con il garbo che tutti dobbiamo alla Pubblica Amministrazione, Le avevo posto. Ma, se la ricostruzione è esatta, è doveroso evidenziare che la conferenza di servizi nella quale il Suo Ufficio espresse parere favorevole è viziata dal falso presupposto costituito dalla erronea rappresentazione della situazione vincolistica. Il Suo Ufficio non può, infatti, essersi espresso in relazione al vincolo paesaggistico di cui, come da Lei testimoniato, ignorava colpevolmente l’esistenza. Sono, dunque, a chiedere a Lei ed al Responsabile del Procedimento comunale (cui la presente è ugualmente diretta), di annullare, avvalendosi dell’autotutela della P.A., tutti gli atti ed i provvedimenti emessi, comunque collegati all’errata valutazione della reale tutela gravante sul Lungomare, in primis, il parere favorevole reso in sede di conferenza di servizi ed il provvedimento conclusivo della conferenza stessa, laddove adottato. Infine, in considerazione della prevedibile, ostinata volontà del comune di Salerno di riproporre per l’approvazione lo sciagurato progetto, La invito formalmente ad esercitare con fermezza ed effettività i poteri che Le attribuisce la legge, impedendo che un patrimonio (non suo, ma dell’intera collettività) venga irrimediabilmente danneggiato. In attesa di cortese riscontro, Le rinnovo i miei deferenti ossequi. Dalla sede comunale, lì 18 ottobre 2012 – F.to: dr. Roberto Celano>>.  Non c’è che dire, siamo di fronte a violazioni conclamate che, comunque, possono ancora essere sanate. Il Soprintendente, questa volta, non potrà più scherzare con il silenzio-assenso. E quando usciranno le novità che abbiamo annunciato sarà ancora peggio.  

 

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