VESTUTI: il barone Santamaria si rivolta nella tomba … vogliono stravolgere il vincolo di destinazione d’uso.

 

Aldo Bianchini

SALERNO – “Ma quanti progetti dobbiamo pagare per lo stadio Vestuti ?”, e ancora “Ma si rendono conto che il barone Santamaria si sta rivoltando nella tomba ?”. Sono queste le domande che più frequentemente mi rivolgono alcuni amici-lettori in questi giorni. Ovviamente la loro attenzione è tutta incentrata sulla destinazione definitiva che prima o poi la Città dovrà, comunque, dare  alla struttura dello stadio comunale Donato Vestuti, maestosamente impiantato proprio al centro della città fin dagli anni ’30. Siccome nessuno lo dice, è bene che i tifosi (quelli più radicali !!) se lo mettano bene in testa che il Vestuti dovrà essere necessariamente rivisto e corretto, così com’è è un insulto all’urbanistica ed alle sue evoluzioni. Anche perché di storico, tranne i suoi 80 anni e passa, il Vestuti non ha proprio niente. La seconda domanda, quella per il barone Santamaria, è stata la più inquietante. Probabilmente i giovani di oggi, compresi i cronisti, non sanno neppure chi fosse il famoso “barone Santamaria”. Apparteneva alla schiatta dei Santamaria, nobili di Baronissi, insediatasi a Salerno sul finire dell’ 800. La famiglia era direttamente proprietaria di tutta l’area sulla quale sorge il Vestuti ed una parte di quell’area era adibita a cimitero. All’inizio dell’era fascista i Santamaria donarono alla Città ed al Podestà di allora tutta l’area con un preciso vincolo: “creare un impianto sportivo per l’atletica e per il calcio”. Uno dei rampolli della famiglia era, difatti, amante dell’atletica leggera e trovò probabilmente sempre geniale l’idea dei suoi ascendenti. Non sono in grado di precisare, ora, se il vincolo fosse anche di natura temporale oltre che di destinazione d’uso, e se questo vincolo è scaduto; spetterà ai consiglieri comunali di opposizione verificare questo nuovo elemento. Verosimilmente il “barone” (ultimo discendente di quella schiatta !!) si sta rivoltando nella tomba per lo stravolgimento che il Comune vorrebbe imporre contro il parere di tutti, cominciando proprio dalla mitica curva sud impregnata di clamorosi successi ed anche di cocenti delusioni sportive che durano da una vita nei racconti tramandati di padre in figlio. Vidi per la prima volta il “barone Santamaria” nella primavera del 1960; entrai nello stadio per iniziare, con altri miei compagni del CSI, la preparazione per i giochi studenteschi e per l’imminente “Grande Olimpiade” di Roma; bisognava selezionare i ragazzi per portare la fiaccola olimpica. Un signore proprio sotto la curva sud, sul prato, era sistemato a testa in giù e con le gambe verso l’alto; dopo diversi minuti chiesi ad un amico (Elio Cincione, già veterano mezzofondista) chi fosse e lui di rimando: “Ma come non sai che quello è il barone Santamaria, un uomo che ha dato e fatto tantissimo per lo sport salernitano”. Rimasi a guardarlo per qualche istante, poi di tanto in tanto volgevo lo sguardo verso quel punto dello stadio.  Il prof. Varricchio, con la sua voce tagliente, mi fece ritornare alla realtà. In seguito appresi che il “barone” era l’uomo ovunque dello sport salernitano, dettava legge anche sul CONI, la sua presenza (pur se a volte ingombrante ma mai arrogante) dava giusti stimoli a tutti quelli che avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa per lo sport a Salerno. Ecco perché ora il barone si rivolta nella sua tomba. Per quanto riguarda la prima domanda su quanti progetti dobbiamo pagare per il Vestuti la risposta è alquanto agevole. L’ammodernamento della struttura sportiva fu già discussa in epoca socialista (fine anni ’80) ed il primo progetto fu affidato, e pagato, al compianto architetto Giovanni Giannattasio (docente universitario) coinvolto in tangentopoli. Dopo diversi anni, tra il 2006 e il 2010, la giunta De Luca rispolverò quel vecchio progetto affidandone le innovazioni urbanistiche ad uno studio tecnico che faceva capo alla figlia o ad entrambe le figlie del compianto Giannattasio. Nuovo pagamento, e sono due. Adesso è venuto fuori, almeno così sembra, un terzo progetto per abbattere o ridimensionare la curva sud predisposto dall’architetto Cuomo (non certamente il prof. Alberto !!). E sono tre. Insomma fino ad oggi il Vestuti ci è costato ben tre pagamenti salati di progettazione per un qualcosa che verosimilmente non sarà mai realizzata. E cosa importa, il necessario è commissionare e pagare i progetti. Il resto si vedrà. Ah! dimenticavo la storia delle Olimpiadi del ’60. Ovviamente io non fui selezionato come “tedoforo” ma solo come supporto logistico, la mia delusione fu grandissima; alcuni più bravi di me portarono la fiaccola, ma tantissimi altri sicuramente più raccomandati ebbero quel grande privilegio. Del resto è stato sempre così.

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