SCUOLE: a lezione di sicurezza. E l’ INAIL ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Si è conclusa la VII edizione del premio nazionale “Sicurezza illustrata, obiettivo sicurezza e sicurezza animata”. Tre sezioni per dare modo agli allievi delle scuole tecniche, ultimi anni, di partecipare con specifici lavori; veri e propri progetti scolastici in materia di sicurezza ed igiene sui luoghi di lavoro. Il premio nazionale ha avuto anche in provincia di Salerno la sua giusta conclusione con il successo del “Corbino” di Contursi, del “Cenni” di Vallo della Lucania e del “Da Vinci” di Sapri. Alla consegna dei premi, oltre ad alunni e rappresentanti delle scuole vincitrici, hanno partecipato il presidente del CPT Michele Allegretti, il vice presidente CPT Ferdinando De Blasio, il presidente dell’Ance Antonio Lombardi, la direttrice provinciale dell’Inail Donata Ida Volino, il presidente del collegio dei geometri Francesco Amendola e il direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro Rossano Festa. Tra gli alunni premiati spiccano i nomi di Simone Alessandro Grossi, di Valerio Infante, di Francesca Torre, Samuele Giudice, Francesco Palumbo, Caterina Greco, Gerardo Pifano, Luca Iudici e Christian Caputo. Una iniziativa, quella del concorso nazionale, molto valida perché cerca, con tutte le difficoltà del caso, di veicolare il messaggio culturale della sicurezza e dell’igiene sui luoghi di lavoro attraverso le scuole. Per vissuta e passata esperienza mi spiace prendere atto che l’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) sia entrato (almeno così sembra) in questo progetto quasi in punta di piedi come si fosse accodato alle scelte (ancorchè giuste !!) fatte, però, da altri. Spiace perché l’idea iniziale di portare il messaggio della sicurezza nelle scuole di ogni ordine grado era partito, oltre quindici anni fa, proprio dalla sede Inail di Salerno e l’Inail, in quel caso, aveva progressivamente coinvolto gli altri (Provincia, Prefettura, Vigili del Fuoco, Asl, ecc.) in un progetto che rapidamente fu avocato prima dalla Direzione Regionale e poi dagli Organi centrali dell’Istituto per farne un progetto nazionale. Anche in quel caso il concorso bandiva vari settori tematici sui quali gli studenti partorivano i loro progetti; ricordo con piacere la scuola media di Piaggine che si classificò, in quegli anni, addirittura nei primi tre posti nazionali. Il progetto-sicurezza dell’Inail affascinò anche gli editori di TOPOLINO (la rivista per bambini) ed entrò addirittura nelle scuole elementari. Poi il lento ma inesorabile declino. Furono fatte scelte diverse che tendevano al coinvolgimento mediatico dei soggetti anziché dei progetti e per qualche tempo periodicamente assistevamo a brevi ed inconcludenti presenze televisive di qualche “alto funzionario” dell’Inail sia nei TG che nei talk-show più popolari. Non era la strada giusta, in termini televisivi non faceva audience e non tirava; tutto finì rapidamente e l’Istituto si è adeguato ai tempi andando a rimorchio delle singole iniziative locali con apertura nazionale, continuando comunque a spendere un’ingente mole di denaro pubblico. Tutto qui, purtroppo. Da leader della comunicazione in fatto di sicurezza nei cantieri l’Inail è passato al ruolo di comprimario se non proprio di coda. E pensare che nel 1998, nell’anno del suo centenario, l’INAIL era riuscito a portare a Napoli addirittura il “Convegno mondiale della sicurezza sul lavoro” con la presenza di esperti provenienti da tutto il mondo. Anche in quel caso la sede di Salerno e la Direzione Regionale recitarono un ruolo di primaria importanza proprio sulla base delle esperienze che stavano localmente maturando in fatto di comunicazione sulla sicurezza e sull’igiene nei luoghi di lavoro. Soltanto queste le ragioni per le quali ho posto, e continuerò a porre, domande specifiche sulla questione. Non è sufficiente un semplice ed unico concorso nazionale annuale per far permeare la cultura della sicurezza sia nelle scuole che nei cantieri. Parlo di formazione su altri livelli che certamente non dà origine a spreco di danaro pubblico, come è avvenuto in questi ultimi anni, ma avvalendosi di “gruppi specializzati” può davvero diffondere in tutti gli ambienti la cultura della sicurezza. Come l’Inail di Salerno aveva già fatto tanti anni fa.

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