Petrolio: giù le mani dal Vallo di Diano

 

 

Antonio Citera

MONTESANO/M. – Previsto per il giorno 30 giugno prossimo un importante appuntamento  per ribadire l’ennesimo “NO” alla ricerca del petrolio sui monti della Maddalena  e nella  suggestiva  cornice di Tardiano. Una passeggiata lungo i paesaggi incontaminati  sulle sponde del lago Cessuta, che culminerà con una discussione a tema (nel Centro Sociale Magorno) organizzata dal Comitato “No Petrolio” dal “Comitato nessun Dorma” e dal “Coordinamento Nazionale No Triv”. Tra gli ospiti a relazionare sull’annoso problema, vi saranno illustri esperti della materia. Lasciare integri e incontaminati i nostri territori, le nostre oasi vergini, salvaguardare la salute dei cittadini, rimandare al mittente ogni tentativo di usurpare ciò che la natura ci ha donato. Questa la priorità che spinge tutti noi a dire NO a qualsiasi tentativo di trivellare la nostra terra. Ecco allora che siamo chiamati a combattere contro le multinazionali del petrolio, spesso colluse con la politica, che impongono il loro diktat senza la minima coscienza etica. L’esempio lampante viene dalla vicina Val D’Agri, resa terra di “Nisciuno”, colonizzata e spopolata per colpa di una politica di promesse fittizie che nel recente passato hanno circonciso e annientato la dignità e la salute delle persone.  Ecco dunque che su questa prospettiva, il NO alle trivellazioni prima con “Monte Cavallo”, ora con “Tardiano”,diventa  una lotta alla sopravvivenza  e all’integrità del Diano e delle aree limitrofe che  si riflette  in un’ottica che va oltre gli eventuali ma tutti da provare vantaggi economici. Un Convegno importante dunque,  una problematica  sottolineata anche da una lettera che la OLA  Lucana ha pubblicato sul suo sito. Una chiara ed esplicita richiesta di bocciatura dell’istanza Tardiano, scritta dalla Med No Triv, e dettagliata da sacrosante motivazioni: L’Associazione Mediterraneo No Triv ha presentato osservazioni contro l’istanza di ricerca di idrocarburi “Tardiano”. La società richiedente è la Appenine Energy e la zona interessata è di 212,4 kmq, una vasta zona della Basilicata e della Campania. Mediterraneo No Triv ha evidenziato al Ministero dello Sviluppo economico il pericolo di danno all’ambiente e alla salute dei cittadini.Il nome dell’istanza, Tardiano, richiama proprio quello del grande bacino endoreico. Non è possibile autorizzare la ricerca e l’estrazione di petrolio in questa zona senza compromettere un enorme patrimonio idrico. L’acqua è bene essenziale per la vita dell’uomo e per l’ambiente e percorre la strada del fossile e del petrolio significa non comprendere la gravità del pericolo che corriamo tutti. Inoltre, la zona Tardiano presenta anche un’attività sismo genetica con faglie che la rende incompatibile a qualsiasi attività di estrazione del petrolio così come documentato da un recente studio del Prof. Ortolana,Ordinario di Geologia dell’Università di Napoli Federico II. L’Associazione Mediterraneo No Triv ha inviato un formale atto di richiesta di adesione alle osservazioni contro l’istanza Tardiano a tutti i comuni della Basilicata e della Campania interessati direttamente dalla questione e nello specifico ai comuni di Grumento Nova, Lagonegro, Moliterno, Sarconi, Tramutola, Castelsaraceno, Spinoso, Lauria, Casalbuono, Montesano sulla Marcellana (l’unico a quanto è dato sapere che ha tempestivamente spresso parere negativo). L’invito ad esprimere parere negativo e dare adesione alle osservazioni di Mediterraneo No Triv è stato consegnato anche al Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata e della Campania, con l’auspicio che gli amministratori locali e regionali possano concretamente dare attuazione al principio di precauzione a difesa e tutela del loro ambiente e dei loro cittadini. Le osservazioni verso le istanze di ricerca di idrocarburi o gas sono obbligatorie, e quindi, seppur non vincolanti per il Ministero dell’Ambiente, la loro formulazione precisa e dettagliata, costituisce un preciso dovere per comuni e regioni. Di certo Mediterraneo No Triv continuerà a vigilare e controllare il rispetto delle norme a tutela della salute e dell’ambiente, ma anche a verificare la rigorosa applicazione, da parte delle istituzioni, dei doveri che la legge impone a chi governa e amministra.

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