Cassazione/10: “Esposito !!, dove l’ha detto ?”

Aldo Bianchini

SALERNO – A volte i riconoscimenti ti arrivano da chi meno te li aspetti, Fortunatamente, però, qualche volta arrivano. Parlo della notizia pubblicata in assoluta anteprima nazionale dal quotidiano “Cronache del salernitano” brillantemente diretto dal collega Tommaso D’Angelo. Assolutamente impensabile, e credo che neppure Tommaso se lo aspettasse, che qualche riconoscimento potesse venire dal pur variegato mondo dell’informazione e della stampa locale, un mondo troppo piccolo e troppo provinciale per slanci e voli al di sopra dei miseri interessi di bottega (perché di interessi “miseri” spesso parliamo !!), un mondo che poteva essere il “quarto potere” e che non lo è mai stato per via di una ormai incancrenita propensione al vassallaggio nei confronti dei potenti ai quali concede tutto senza mai un tentativo di controcanto, offrendo paginate intere, servizi fotografici, opinioni, commenti, contro opinioni e contro commenti. Insomma gli “uomini di potere” del territorio se la cantano e se la suonano sui giornali come vogliono, anzi negli anni si sono addirittura schierati, chi su Il Mattino, chi su La Città, chi su Cronache, chi su Metropolis e chi sul Corriere del Mezzogiorno. Il tutto per colpa ovviamente della categoria dei  giornalisti che non ha saputo crearsi un proprio spazio ed una propria dimensione di autonomia e di indipendenza dai tanti “editori di giornata” che con i loro squallidi miraggi di “miseri interessi” hanno assoggettato la categoria dei giornalisti fino a toglierle qualsiasi sprazzo di vita autonoma, indipendente e professionale. Eppure a Salerno e provincia i talenti giornalistici non mancano. Il problema è nell’assenza di un “editore puro”, un editore all’americana che abbia come fine principale il guadagno e che utilizzi i mezzi dell’autonomia e dell’indipendenza per raggiungere il fine principale in maniera legale e specchiata. Peccato, un vero peccato. Una specie di “editore puro” sulla scena salernitana c’è stato per una quindicina di anni, il suo nome è Leonardo Calabrese (patron della sanità privata salernitana con Cedisa e La Quiete). Calabrese nell’avventura di Quarta Rete, tra alti e bassi, ha impegnato direttamente e senza trucchi evidenti capitali privati che a causa dell’ottusità dell’ambiente sono finiti nel nulla ed anzi, sotto la pressione politica, la storia è finita che le frequenze di quella tv sono state fagocitate da uno dei poli d’informazione più legati al potere della politica, parlo di Lira Tv che, senza infamia e senza lode, recita la sua parte. La notizia per la quale Tommaso D’Angelo si aspettava qualche gratificazione almeno dall’ambiente politico nostrano gli è stata fornita proprio da Leonardo Calabrese, personaggio chiuso, misterioso, refrattario alla pubblicità spicciola, molto legato al sistema di potere assai diffuso nel salernitano tra politica-imprenditoria-magistratura-istituzioni-amministrazioni locali-sport,  con qualche rischiosa infiltrazione non tanto avvezza alla legalità ed alla trasparenza. La notizia in sé non era e non è di eccelso valore giudiziario (così come l’intervista di Esposito concessa a Manzo !!) perché inerente “un chiacchiericcio” avvenuto comunque dopo la pronuncia della sentenza, entrambe sono catalogabili nella “notizie gossip” molto appetitose per i giornali nazionali e che in sede locale non trovano una giusta sedimentazione. Leonardo Calabrese sa altro, molto altro; ovviamente non parla, ha lanciato soltanto un piccolo messaggio trasversale. La politica, fatta eccezione per il vice presidente dei senatori PdL Giuseppe Esposito, è rimasta immobile ed attonita alla notizia pubblicata da “Cronache del salernitano”; a mio avviso non poteva fare altrimenti. Il direttore di Cronache non sa, perché non conosce a fondo Calabrese, che la politica locale in questi ultimi decenni è stata divisa in due schieramenti: pro o contro Calabrese, senza mezzi termini. Con un disvalore aggiunto per chi negli anni  è stato pro-Calabrese, quei politici non hanno avuto autonomia e indipendenza perché “troppo vassalli” del patron della sanità; un po’ come i giornalisti nei confronti dei loro editori, e mi fermo qui per buona pace di tutti. Le indiscrezioni sul giudice Antonio Esposito da parte di Calabrese andavano prese, dunque, con le molle e con il beneficio dell’inventario per non essere lasciati a piedi. Non è detto, comunque, che il bravo Tommy non riesca ad andare oltre la “notizia gossip” raccolta da Calabrese durante un matrimonio ad Agropoli; con Leonardo Calabrese in campo tutto è possibile. Per il momento l’amico Tommaso si accontenti dei riconoscimenti ricevuti dal vice presidente dei senatori del PdL e ci pensi bene quando, da oggi in poi, sarà tentato di concedere le ampie paginate in favore di Mara Carfagna, di Enzo Fasano, di Franco Cardiello e di Eva Longo (solo per citare i nomi che su Cronache sono stati evidenziati da belle fotografie a colori), senza però correre il rischio di rivalutare improvvisamente personaggi già collaudati in senso negativo. In sede locale non si può scimmiottare le grandi testate, gli opinionisti sono merce rara (andate a rileggere come ha risposto Francesco Paolo  Casavola al tentativo de Il Mattino di coinvolgerlo sulla vicenda Cassazione-Mediaset, e vi renderete conto che non sto delirando !!), non possiamo fare di Carmelo Conte, Giuseppe Cacciatore, Giuseppe Vuolo, Ernesto Pappalardo, Gerardo Malangone, Luigi Gravagnuolo, Lucio Siani, Alberto Cuomo, ecc. degli opinionisti super partes alla stregua di un Angelo Panebianco (che pure di una certa parte è !!); il rischio di partigianeria è elevatissimo. Meno opinionisti di giornata e più approfondimenti (autonomi e indipendenti) del direttore farebbero certamente crescere l’interesse intorno a Cronache ed agli altri giornali sprofondati in una crisi dalle difficili risoluzioni. Per quanto riguarda il giudice cassazionista rimarrà probabilmente nella storia con il nuovo format ideato dal senatore del PdL: “Esposito !! dove l’ha detto ?”.

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