Maison Tre Ville: dall’Australia all’America, passando per Zeffirelli

Aldo Bianchini

SALERNO – Subito dopo il secondo conflitto mondiale un facoltosissimo banchiere australiano, Mr. Hulmann, approdò con la sua imbarcazione nella rada di Positano. Rimase talmente colpito dallo stupendo paesaggio che qualche anno dopo decise di ritornare per viverci. Nacque così, semplicemente, il mito della “Maison tre ville” (tre villette a schiera, stile anni ’50) a picco sul mare di cobalto della “Divina” costiera. Dai resti di una piccola costruzione realizzata dallo scrittore russo Mikhail Semenov (che dagli anni ’20 ne aveva fatto un ritrovo culturale internazionale), approfittando dei tempi e delle poche norme in materia ambientale, il ricchissimo banchiere costruì a suo completo piacimento,  come credette e come volle, una villa stupenda con tre edifici in uno dei posti più incantevoli del mondo.  E fu subito uno sfavillio di feste e festini, a luci rosse e verdi, con ospiti i personaggi più illustri di quel tempo che fu, dalle star di Hollywood alle principesche principesse (Liz Taylor e i mariti, Leonard Bernstein con le sue musiche di “Fratello Sole e Sorella Luna,  Laurence Olivier, Maria Callas, Liza Minnelli, Elton John, Carla Fracci, le Kessler, ecc.), insomma tutta l’alta società del bel mondo. Quante volte, dalla dirimpettaia isola de Li Galli, con una rapida motoscafata il mitico Rudolf Nureyev si sarà portato nelle Tre Ville per sfare sfoggio della sua arte o più semplicemente per godere delle stupende amicizie di Zeffirelli che calamitava ospiti da ogni parte del mondo.  Mr. Hulmann, con gusti sessuali tra il gay, l’omo e l’etero, aveva dato il via e non volendo godere solo dei favori femminili (aveva assoldato uno stuolo di bellissime ragazze di varia nazionalità -dal Brasile alla Cina- che lo accompagnavano lungo tutto il sentiero verso il mare tra spruzzi di profumate spezie e sventagliate di fresco) amava chiamare a se anche i “bei fusti” della dolce vita romana ed anche salernitana. Con un’aggiunta particolare. Di volta in volta il facoltoso banchiere reclutava stuoli di baldi giovanottoni dell’epoca (erano gli anni dei vitelloni) che partivano anche dal lungomare di Salerno e raggiungevano l’incantevole villa per compiacere e soddisfare le lubriche brame di Mr. Hulmann. Storici i racconti di quei vitelloni che approfittavano della situazione per incassare danaro sonante e per abbordare anche le splendide e creole ragazze al seguito del banchiere. Poi arrivò il mitico regista Franco Zeffirelli che per decenni ha posseduto le ville, abbellendole ed ingrandendole e rendendole disponibili addirittura per la sfavillante Jacquelin Bouvier, moglie di John F. Kennedy (il presidente USA della nuova frontiera). Una serie di inchieste giudiziarie, con accanimento della Guardia di Finanza, ha costretto alla fine il grande Zeffirelli a cedere la “Maison Tre Ville” al magnate Giovanni Russo che le ha trasformate in un lussuoso resort nel grande circo internazionale degli albergatori e dei ristoratori. Ora le difficoltà economiche del gruppo hanno fatto quello che neppure le inchieste erano riuscite a fare. Giovannino Russo, suo malgrado, ha mollato, non ce la fa più ed è stato costretto a cedere la stupenda struttura (una delle perle del suo gruppo) ad un gruppo  americano del grande giro delle residenze di lusso, quelle almeno ad otto stelle tanto per intenderci. Semenov ed Hulmann, probabilmente, si staranno rivoltando nelle loro tombe, ma questa è la grande crisi economica e questi sono i suoi effetti più brutti e brutali. Non si conoscono ancora bene i dettagli della mega-operazione economica ma in tanti danno ormai per scontato che nelle Tre Ville di Semenov, Hulmann e Zeffirelli, dopo Russo, si parlerà soltanto americano per molti anni a venire.

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