CACCIA: LA MARZAIOLA NON TORNA IN AFRICA.

 

 Da Gennaro Manzo (Lipu)

ROMA – Allarme marzaiola dalla Lipu-BirdLife Italia. La specie arriva in Italia tra marzo e aprile, e, dopo aver nidificato, ritorna in Africa tra settembre e novembre. Anatra di piccole dimensioni, la marzaiola frequenta soprattutto la pianura padana in estate e sverna nell’Africa occidentale, nella fascia tropicale a nord dell’Equatore. Dal 1° settembre, però, con le preaperture della stagione venatoria, incapperà nelle doppiette dei cacciatori. E il viaggio verso l’Africa finirà dopo pochi chilometri. Pur trovandosi in uno stato di conservazione sfavorevole e un numero di coppie in Italia molto limitato, oscillanti tra le 350 e le 500, la marzaiola, sarà cacciabile da domenica 1° settembre in Friuli Venezia Giulia, nelle Marche e nell’Umbria, e in alcune province della Toscana. Anche la tortora e la quaglia saranno cacciabili in preapertura in numerose Regioni, pur trovandosi in un cattivo stato di conservazione. Ma al rischio per la marzaiola si aggiunge quello per altre 18 specie in cattivo stato di conservazione, cacciabili con l’apertura ufficiale del 15 settembre. Specie, tra cui allodola, beccaccia, mestolone e canapiglia, che ancora oggi la legge 157/92 ammette nel carniere. Inoltre per quaglia, colombaccio e alzavola, secondo i “Key concept” dell’Unione europea, la caccia in preapertura avverrà nel pieno della fase di riproduzione. Le preaperture –sottolinea la Lipu- si terranno nella quasi totalità delle Regioni italiane salvo Liguria, Val d’Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano. “Le preaperture della caccia sono ormai una regola e non più un’eccezione -dichiara  Fulvio Mamone Capria, Presidente Lipu-BirdLife Italia– Basta un po’ di pressione da parte dei cacciatori e le Regioni cedono, senza considerare la delicatezza del  momento biologico vissuto in quella fase dagli uccelli, molti dei quali ancora in stato di dipendenza dai genitori. Particolarmente gravi sono i casi di preapertura agli uccelli acquatici, che danneggiano le spesso esigue popolazioni stanziali.  Evidentemente – conclude il Presidente Lipu – dopo la denuncia e la condanna sulle deroghe, è giunto il tempo che l’Italia riceva una lezione anche sulla gestione generale dei tempi e delle specie cacciabili”.

 

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