Docenti scuola superiore: attività di orientamento per l’università o il lavoro anche di pomeriggio

 

Marco Bencivenga

Tra le novità previste dal decreto scuola, che lunedi 9 settembre sarà al vaglio del CdM, si deve segnalare quella relativa alle 80 ore aggiuntive che i docenti saranno tenuti ad espletare per attività di orientamento universitario o scelta lavorativa, eventualmente mediante corsi pomeridiani o esperienze lavorative in residenze estive. Ricordiamo che le ore complessive da dedicare alle attività di carattere collegiale, ai sensi dell’art. 29 del CCNL 2007 sono:

  • 40 ore per la partecipazione al collegio docenti e sue articolazioni ;
  • 40 per la partecipazione ai consigli di classe, esclusi quelli per gli scrutini intermedi e finali.

  Inoltre le attività funzionali all’insegnamento sono definite e regolate dall’accordo collettivo nei seguenti termini: “ L’attività funzionale all’insegnamento è costituita da ogni impegno inerente alla funzione docente previsto dai diversi ordinamenti scolastici. Essa comprende tutte le attività, anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli organi collegiali, la partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle delibere adottate dai predetti organi ”.

L’esigenza di garantire un potenziamento delle attività di orientamento, nasce dall’impellente bisogno di realizzare una forte e concreta attrattività tra scuola superiore, università e mercato del lavoro. Secondo il ministro Carrozza, infatti, per soppiantare molteplici dei problemi legati alla crisi, tra cui quello della diminuzione di oltre un quinto di immatricolazioni alle università, vi sarebbe quello della risoluzione del disorientamento scolastico. Nell’intervista rilasciata nello scorso mese al quotidiano la Stampa, l’ex rettore della Scuola Superiore Sant’Anna ha precisato: «Al netto di tutti i problemi connessi con la recessione, mi sento di dire che per i giovani esiste un forte problema di disorientamento: i ragazzi di questa generazione, per la prima volta da tempo, hanno paura di tornare indietro rispetto alla condizione di progresso che i loro genitori hanno conosciuto e questo genera una forte apprensione che si riverbera anche sulle scelte di studio. L’attività di orientamento in questo deve assumere un ruolo centrale».  Per questi motivi, secondo Maria Chiara Carrozza «() l’orientamento che le università devono fare non è una sorta di pressione affinché ci si iscriva di più ai corsi di laurea scientifici, ma serve una informazione chiara, imparziale e rispettosa degli interessi dei ragazzi, che dica chiaramente quali sono le possibilità offerte dai singoli indirizzi di studio. Dopo di che ciascuno scelga pure liberamente ma consapevolmente».

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