A Salerno turismo in cerca d’autore

 

Renato Messina

SALERNO – Anche quest’anno, con assoluta puntualità, l’agosto salernitano ha visto comparire la più estiva delle discussioni politiche ed economiche locali. Se non lo avete capito faccio riferimento alla famigerata questione della “vocazione turistica” della città e, specificamente, all’attracco delle navi da crociera al porto. Con la fine dell’estate (e la dipartita dell’ennesima nave) si è ripresentato il problema di centinaia di turisti arrivati per qualche ora nel centro cittadino e accolti da una città semideserta (in termini di esercizi commerciali e ristorativi aperti). Questo argomento ha degli aspetti paradossali. Il primo è che fondamentalmente a lamentarsene sono più gli organi di informazione locali che i politici o le associazioni di categoria. Il secondo (strettamente legato al precedente) è che sembra che nessuno abbia una soluzione. I due temi sono collegati perché è chiaro che se questo evento così puntuale non viene riconosciuto come un problema dalla politica, difficilmente si agirà per affrontarlo. Ci sono anche alcuni aspetti da ricordare con onestà. I protagonisti di questa vicenda sono i commercianti e i ristoratori salernitani; prendendo anche per buona l’ipotesi che la politica sia rimasta immobile, loro comunque non sembrano particolarmente toccati dal problema (spero comunque che mi smentiranno); sono anni ormai che andiamo avanti così. Il secondo punto è che questo problema è in fondo una questione di semplice coordinamento. Agosto è un periodo di vacanza per tutti e fortunatamente nessuno di noi è un agente economico perfettamente razionale; ne possiamo trarre la conclusione che gli imprenditori salernitani del settore in questione possono giustamente preferire una meritata vacanza a scapito di qualche vendita in più. Non è infatti contro intuitivo che i vacanzieri arrivino a Salerno e trovino i commercianti in vacanza. Allora è un problema o meno quello del quale stiamo parlando? La risposta dipende da quanto ognuno di noi si senta toccato dalla perdita di un’opportunità. Una delle poche cose certe infatti è che perdiamo ogni anno numerosi turisti che potrebbero ritornare in futuro. Quanto questa perdita sia pesante (e se sia rilevante) ce lo dovrebbero dire le associazioni di categoria, il Comune e la Camera di Commercio. Il nocciolo della questione è che, anche senza il supporto delle istituzioni locali, un accordo di coordinamento tra gli esercenti e le compagnie navali non sembrerebbe così tanto irrealizzabile. Se da una parte fosse assicurato un congruo numero di attività commerciali e ristorative aperte (comunque su base volontaria) e dall’altra una presenza fissa e pianificata di Salerno come tappa per le navi, l’accordo potrebbe favorire entrambi. In una ipotesi del genere le compagnie potrebbero avere la certezza di sbarcare i loro clienti in un luogo che ha deciso di ospitarli, mentre gli imprenditori salernitani aderenti all’iniziativa dovrebbero essere a lavoro perché in possesso di una pianificazione degli attracchi. Il risultato complessivo sarebbe a tutto vantaggio della città di Salerno nel suo insieme. Se una idea di questo tipo sia fattibile è un lavoro da esperti del settore; tutti però potremmo trarre vantaggio dalla così detta “vocazione turistica”.

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