Cavalleggeri Guide: “alla vittoria e all’onor son guida”

vania de maio e Maddalena Mascolo

Suggestivo e coinvolgente il cambio del comandante del 19° Reggimento Cavalleggeri Guide di stanza nella Caserma D’Avossa di Salerno.

SALERNO – Il primo Squadrone di Guide a cavallo fu istituito per volontà del Re Vittorio Emanuele II e su proposta del Ministro Segretario di Stato per gli affari della guerra, generale Alfonso La Marmora. Dopo alcune settimane della Costituzione, lo squadrone fu impiegato in occasione della II Guerra d’Indipendenza. Il 23 febbraio 1860, con Regio Decreto, il Re Vittorio Emanuele II istituì il Reggimento di Guide alla cui costituzione concorsero: lo Squadrone di Guide del Regio Esercito Sardo; lo Squadrone di Guide dell’Esercito Emiliano; militari lombardi provenienti dalla Cavalleria Austriaca; Sottufficiali, Caporali e Soldati provenienti dai Reggimenti di Cavalleria di più antica costituzione. Compito del reggimento era quello di garantire, presso i vari comandi truppe ed in caso di manovre, elementi intelligenti ed arditi in grado di condurre quelle unità nei luoghi ove si dovevano dirigere per combattere. Il 1 aprile 1991, dalla Caserma “Trieste” in Casarsa della Delizia, le “Guide” si trasferiscono a Salerno, nella Caserma “D’Avossa” dove il 5 agosto dello stesso anno vengono elevate a rango di reggimento assumendo la denominazione di “19° Reggimento “Cavalleggeri Guide”. Il 2 agosto 1992 riprendono la denominazione di Reggimento “Cavalleggeri Guide (19°) e, nel corso dello stesso anno, l’unità viene trasformata da Reggimento di Leva a Reggimento su base Volontaria. Da quel momento il reggimento ha partecipato a tutte le missioni nei balcani cui ha preso parte la Brigata Garibaldi, aggiungendo anche qualche turno in più sia in Bosnia che nel Kosovo, al suo già ben fornito paniere. In precedenza, le Blindo delle “Guide” avevano servito in Somalia nella missione “Ibis”. Questa in sintesi la storia gloriosa delle “Guide”, un reggimento che è onore e vanto dell’Italia nel Mondo. Oltre settecento uomini altamente addestrati e professionalizzati con un ordinamento rigido e con un comando di altissimo livello, sempre e comunque. La mattina di venerdì 6 settembre 2013 sull’enorme piazzale della Caserma D’Avossa, alla presenza di tutte le Autorità Civili e Religiose (Presidente Corte d’Appello, Prefetto,  Questore, Presidente dell’Anas, vice sindaco di Salerno e il presidente del Consiglio Provinciale oltre ai comandanti delle tre armi dei Carabinieri, Guardia di Finanza,  Polizia e Forestale) il colonnello Francesco Paolo D’Ianni, dopo tre anni, ha lasciato il comando al giovane Diodato Abagnara (proveniente dallo Stato Maggiore dell’Esercito) . In alcuni passaggi la suggestiva cerimonia è stata addirittura toccante e coinvolgente. Vedere tantissimi uomini (altamente specializzati) schierati in divisa ed in assetto di guerra, tra automezzi blindati e corazzati e con mille sofisticate tecnologie, ha dato l’esatta dimensione dello spessore dell’impegno di questi uomini, degli uomini del Cavalleggeri Guide, su tutti i fronti di pace sparsi per il Mondo. Davvero una bella immagine del nostro Paese e di questi uomini che ogni giorno rischiano la vita per la pace di tutti. Mercoledì sera 4 settembre 2013 c’era stato, invece, il saluto ufficioso del comandante D’Ianni  (in partenza per San Giorgio a Cremano) che nel corso della cena presso il “lido dell’Esercito” ha lasciato per un attimo, soltanto per un attimo, la sua freddezza ed imperturbabilità per ringraziare commosso i suoi ufficiali, sottoufficiali e tutti i militari che tante soddisfazioni gli hanno regalato nel corso di questi tre anni di comando salernitano.

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