Arabia Saudita: donne in battaglia per il diritto alla guida

 

Maria Chiara Rizzo

La campagna di “donne alla guida” prevista per il 26 ottobre scorso in tutta l’Arabia Saudita e’ stata cancellata dal gruppo che l’aveva organizzata, a seguito dei continui avvertimenti del Ministero degli Interni che ha minacciato di arrestare tutti i partecipanti. L’attivista Najla Al Hariri – una dei promotori della manifestazione- ha dichiarato alla France Presse venerdi’ scorso :” chiediamo alle saudite di non guidare domani, ma di trasformare la giornata organizzata per il 26  in una campagna aperta, senza data e senza scadenza”.

Ormai il braccio di ferro tra il momento che rivendica il diritto alla guida per le donne e le autorita’ locali continua senza sosta da almeno tre anni.
 Secondo alcune fonti, molte donne avrebbero ricevuto telefonate intimidatorie dal ministero che avrebbe minacciato pene severe per chi avesse partecipato o soltanto sostenuto la protesta delle saudite, fino a prevedere 5 anni di reclusione.

L’atteggiamento del governo saudita e’ stato confermato dalla dichiarazione del portavoce del ministero, gen. Mansour Al Turki, che, oltre ad annunciare un irrigidimento del codice di legge sul traffico, ha pubblicamente affermato: “E’ ormai cosa nota a tutti che nel Regno vige il divieto alle donne di guidare e la legge verra’ applicata contro le trasgreditrici e contro tutti coloro che sostengono la loro causa”.

Nel corso della precedente settimana sul net circolavano parecchi video di saudite alla guida per le strade del paese. Facebook, twitter e youtube impazzavano di filmati amatoriali. La reazione del governo, che ha visto nei video una sfida aggravata dal fatto che l’affronto e’ stato commesso da donne, e’ stata immediata, minacciando sanzioni durissime per le violatrici della legge.  Non mancano minacce da parte di uomini che si servono dei social network per intimidire la protesta femminile.

Una saudita impegnata nella promozione dei diritti delle donne ha detto: “sogno di poter guidare legalmente entro il 2014” – poi, rivolgendosi alle autorita’ locali ha aggiunto: “ dovrebbero rendersi conto che anche le donne devono poter godere di diritti basilari, quali quello di guida, tanto piu’ che siamo capaci quanto lo sono gli uomini. Muoversi in taxi non e’ la soluzione migliore perche’ ogni giorno si verificano casi di molestie”.

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