PD/Caimangate: tra tessere e Crescent

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Qualche amico, dopo aver letto l’articolo di ieri sul “Tesseramento” e sul “Crescent”, ha cercato di spiegarmi che l’inchiesta con sequestro del Crescent è cosa assai pericolosa rispetto all’evanescente inchiesta sul presunto falso tesseramento. Insomma secondo questi amici sarei su una strada sbagliata se continuassi a privilegiare l’inchiesta sul “tesseramento” rispetto a quella sul Crescent. Niente affatto, lo ribadisco per iscritto; l’inchiesta sul “presunto falso tesseramento” è di gran lunga più importante in quanto sta nascendo in queste ore e non si sa fin dove potrà portare la mano ferma degli inquirenti. Quella sul Crescent è quasi “aria fritta” e bene ha fatto Anna Ferrazzano (sempre caustica nei suoi giudizi !!) a dichiarare che: <<Per le indagini legali se la vedrà la magistratura che farà il proprio dovere, in merito alle recenti polemiche no comment. E’ aria fritta e ritrita che alimenta solo le chiacchiere>>. A grandi linee sono perfettamente in linea con il pensiero della Ferrazzano. Mi soffermerò, quindi, poco sul Crescent perché la vicenda, come dice Anna, è trita e ritrita e della stessa si conoscono soltanto i fatti e i misfatti già resi noti dalla magistratura inquirente. Mi sento di dare, però, un consiglio al sindaco De Luca e di riferire un episodio accaduto la sera di martedì 19 novembre 2013 intorno alle ore 17.30 per le vie di Torrione. Parto dal consiglio al sindaco; la smettesse di lanciare twitt apodittici soprattutto per il tesseramento; si fa male da solo ma nessuno glielo spiega, neanche i figli che in fatto di web dovrebbero essere espertissimi. Poi la smettesse con la lagna dei posti di lavoro che si perdono a causa delle inchieste giudiziarie; le sue dichiarazioni sono ridicole perché se le giudichiamo degne di attenzione dovremmo anche prevedere che questi “poveri cristi” di magistrati non dovranno mai più avviare indagini che possano mettere a rischio posti di lavoro. Ma su via, queste baggianate Vincenzo De Luca le andasse a raccontare ai bambini delle scuole materne. L’altro episodio, quello del 19 novembre per le strade di Torrione, riguarda l’incontro, assolutamente casuale, che ho avuto con uno degli assessori indagati per colpa del Crescent. Lo avevo visto a distanza nel buio della stradina e mi avvicinai per salutarlo, stava parlando al telefonino e ho involontariamente percepito una strana frase: <<Cazzo!! ma allora mi devo andare a fare un altro processo!!>>. Si vedeva chiaramente che era agitato e nervoso, lo salutai con un tocco sulla spalla e andai via per non interrompere la sua telefonata, ma quella frase mi mise in agitazione e pensai alla situazione in cui molti “uomini del caimano rosso” sono caduti loro malgrado (e questo assessore è uno che veramente è al di sopra di ogni sospetto !!). Quella sera ed a quell’ora non sapevo assolutamente che la mattina successiva i Carabinieri avrebbero fatto irruzione in Comune per la notifica degli avvisi di garanzia; evidentemente l’assessore sapeva già qualcosa perché in quel momento era forse al telefono con il suo avvocato. Ho riferito questo fatto perché quella sera stessa ho avuto l’impressione che il cosiddetto “sistema di potere” intorno a De Luca si sta sfaldando e qualcuno incomincia a perdere la pazienza; e così non si va più da nessuna parte, anzi si agevola l’aggressione della magistratura. E ora veniamo all’inchiesta sul “presunto falso tesseramento del PD”. Mercoledì 20 novembre la notizia è stata data, in anteprima nazionale, soltanto dalla collega Petronilla Carillo su “Il Mattino” con la descrizione particolareggiata dei fatti mentre il Corriere del Mezzogiorno (rifugiandosi dietro l’anonimato di Re.Sa.) ha dato una semplice notizia molto vaga. Giovedì mattina, 21 novembre, la storia è andata diversamente e tutti i giornali hanno diffusamente scritto dell’inchiesta. Dispiace dirlo ma ancora una volta soltanto la Carillo è rimasta sulla pista giusta; completamente fuori strada tutti gli altri, anzi tutte le altre colleghe che brancolando nel buio parlano di “camorra dell’agro” come la gola profonda dell’inchiesta. Insomma, come dire che Petronilla Carillo ha dato una seconda lezione di cronaca giudiziaria a Clemmy de Maio (La Città), ad Angela Cappetta (Il Corriere del Mezzogiorno) ed alle anonime (forse per paura di una brutta figura !!) articoliste di Metropolis e di Cronache del Salernitano. Attenzione, però, anche la Carillo che è ben ferma davanti al labirinto con il filo in mano, se non sta attenta, potrebbe perdersi nell’intricato sistema delle tessere anche se dalle sue parole traspare chiaramente che sa molte più cose di quelle scritte. Certo che questa è una bella storia, con Mecacci (già sentito da Montemurro), Cuperlo e Bersani che dovrebbero essere sentiti a Roma per poi piombare a Salerno sui “signori delle tessere” (che qualcuno già chiama “mazzieri”) ben noti e distribuiti con cura su tutto il territorio, prima di arrivare al “caimano rosso” al fine di capire come funziona il sistema. La meticolosità, l’esperienza e la proverbiale indipendenza del pm Vincenzo Montemurro faranno certamente il resto e daranno all’inchiesta la matrice di “madre di tutte le inchieste”  che certamente merita nell’ambito di quello che si annuncia come il “caimangate” salernitano, tanto per parafrasare il Watergate americano. Sul presunto falso tesseramento non c’è nessuna ombra della camorra e quello non è neppure un “sistema demenziale” come ha affermato (cercando di minimizzare !!) Nicola Landolfi che in una fase così delicata farebbe bene a zittire prima di lanciare a casaccio proclami alla caimano-maniera. Del resto vi toccherà aspettare soltanto qualche ora, domani cercherò di illustrare come funziona il sistema messo in piedi dai “mazzieri delle tessere”.

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