Neanche un morso all’orecchio

 

di Maria Luisa Perrone

Di solito, si storce il naso quando una persona del mondo dello spettacolo scrive un libro. Non è così per Flavio Insinna, che con il suo Neanche con un morso all’orecchio,  edito da Mondadori, ha avuto un grande successo. Il libro nasce dalla perdita del padre dell’artista o del “capobranco”, come l’autore ama definirlo, visto che lui definisce la sua famiglia proprio come un branco. Racconta della vita passata insieme, dei suoi insegnamenti, del rapporto non sempre idilliaco, un’immersione nei ricordi autobiografici. Il dolore di sentirsi impotenti, di non poter agire per salvare una persona alla quale siamo legati, è straziante soprattutto quando la figura che se ne sta andando è così importante come quella di un padre. Ti rendi conto che una parte della tua vita è finita e non potrà più tornare, c’è la consapevolezza che è giunto il momento di prendersi le responsabilità di una famiglia. Di essere una guida. Alla morte del padre, l’artista ha deciso di fermarsi per un periodo, perché come dice Insinna: “a volte pure il giullare non c’ha voglia.”

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