Valiante: caro Matteo … ti scrivo

 

 La redazione

ROMA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’interessante lettera-appello che l’on. Simone Valiante ha scritto al segretario del suo partito, Matteo Renzi, per rappresentargli alcune difficoltà dell’intero meridione che non risultano nel programma di governo: <<Caro Segretario, nel dibattito politico-istituzionale della legislatura in corso osservo due assenze ingiustificate: il Sud e le politiche per il Mediterraneo. Come parlamentare meridionale, e come cittadino, credo che invece, ora più che mai, sia il Governo che il Partito democratico abbiano bisogno di una politica di rilancio del Mezzogiorno d’Italia. Per questo sono convinto che Tu, come segretario del Partito democratico, possa essere portavoce di questa istanza, condividendo un progetto che vada in tale direzione e che abbia come basi essenziali quelle che di seguito provo a indicare.

Il Sud non ha bisogno di politiche straordinarie. Ha invece bisogno di politiche ordinarie di sviluppo che facciano crescere non solo questa parte del Paese ma l’Italia intera. Posto che questi cinque anni di crisi hanno acclarato e aggravato gli squilibri strutturali del Paese, rendendo evidente l’urgenza di attivare tempestive terapie di contrasto, e considerati gli aspetti conseguenti alla crisi – disagio sociale, aumento delle aree di povertà, disoccupazione e precarietà, qualità della vita, per citarne alcuni – sarebbe lecito aspettarsi che il tema della ripresa economica dell’Italia affronti anche quello del rilancio dello sviluppo del Sud, giacché senza il Sud l’Italia non può crescere. A tal fine andrebbero proposte le cose da fare, le priorità, gli obiettivi, le risorse, i tempi.

Al Mezzogiorno, in quanto naturale piattaforma logistica del Mediterraneo, servono nuove politiche per l’Europa e, considerato il contributo che l’Italia può dare alla costruzione di una nuova Europa, una nuova politica per il Mediterraneo, come non sia esistita finora. Per questo ritengo sia importante ripartire dalla grande occasione perduta della “Primavera araba” della fine 2010-2011 e

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