Gambino/107: si ritorna in aula …e qualcuno canta !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO (06.02.14) – Questa mattina si ritorna in aula, riprende ma in sede di appello il processo “Linea d’ombra” incardinato dagli investigatori della DDA di Salerno sul presunto “Sistema Pagani” fatto di corruttele e di associazioni per delinquere di stampa camorristico. Le indagini preliminari condotte da Vincenzo Montemurro e Rosa Volpe furono consacrate sia dal gip Gaetano Sgroia che dal Tribunale della Libertà e, in un primo tempo, finanche dalla Cassazione che avallò l’ipotesi accusatoria con l’aggravante dell’art. 7 (stampo mafioso). Il tutto nato, cresciuto e sviluppato sulla molto teoretica relazione della Commissione di Accesso incardinata presso la Prefettura di Salerno che, senza ulteriori accertamenti e/o maggiori valutazioni, diede il via alla procedura di scioglimento del Comune di Pagani con regolare decreto ministeriale. Una relazione, quella della Commissione di Accesso, che alla luce di una saggia lettura appariva ed appare copiata pari pari dall’ordinanza giudiziaria del gip Gaetano Sgroia. Quell’ordinanza e quella relazione sono costate il commissariamento del Comune (con notevoli spese aggiuntive per pagare i singoli commissari !!), undici arresti, un lungo processo con spese notevoli di denaro pubblico e, soprattutto, ben 605 giorni di carcerazione (domiciliari e cella !!) per i due imputati principali: Alberico Gambino e Giuseppe Santilli. Grazie, però, alla lungimiranza della sezione penale del tribunale di Nocera Inferiore (Anna Allegro, Pietro Giocoli e Paolo Valiante) arriva la sentenza schock del 12 marzo 2013: tutti assolti, anche i tre presunti camorristi (F.lli D’Auria-Petrosino e Fisichella), condannati soltanto Gambino (due anni e dieci mesi) e Santilli (due anni e otto mesi), spazzata via l’aggravante mafiosa prevista dall’art.7.  Durante il processo la pubblica accusa aveva cercato di coinvolgere per “subornazione” di alcuni testi-chiave l’ex segretaria comunale Ivana Perongini e per rivelazione di segreto d’ufficio l’ex portavoce del sindaco Anna Rosa Sessa (giornalista). Ma erano stati anche portati in aula testimoni assolutamente inattendibili, testimoni che hanno contestato gli stessi investigatori sulle modalità degli interrogatori, intercettazioni ambientali manipolate, intercettazioni video troncati e rimontati alla bisogna; insomma un errore dietro l’altro nel tentativo di rafforzare un barcollante teorema accusatorio basato essenzialmente, lo ripeto per l’ennesima volta, su indagini iniziali svolte dalla locale stazione dei Carabinieri probabilmente sull’onda forcaiola di una piccola parte dell’opinione pubblica (sollecitata ad arte da qualche personaggio politico !!) che da mesi, prima di quel tragico 15 luglio 2011, aspettava con odio di bere il sangue degli avversari. La cosa più brutta di questa vicenda giudiziaria è costituita dal fatto che la DDA prima e il GIP poi si siano lasciati prendere da questo “pensiero locale” che vedeva e credeva (forse anche in buona fede !!) nella reale esistenza di un “Sistema Pagani” fatto di cattiva amministrazione, collusione camorristica e mazzette. Ora siamo in Corte d’Appello, a mente più fredda e più serena,  fuori dall’ambito locale e molte cose i due imputati principali promettono di svelare, a cominciare  da quei nastri e quei video palesemente manipolati. Ma c’è, ovviamente, di più. A Pagani, nelle more del processo “Linea d’ombra” è partito anche il processo per la “Truffa INPS” che vede coinvolti decine e decine di personaggi e la cui prima udienza è stata celebrata proprio oggi 6 febbraio 2014. Il pm Roberto Lenza, sulla base delle sue indagini preliminari condite da molti arresti, avrebbe svelato, forse, il vero “Sistema Pagani” che è strettamente connesso a quello di cui al processo a Gambino e soci. E’ connesso non soltanto perché riguarda lo stesso territorio ed attiene ad una sfera, quella del lavoro, molto importante e molto esposta alle infiltrazioni malavitose, ma anche perché sembra che nelle ultime ore uno degli inquisiti per la presunta “truffa Inps” avrebbe cantato chiamando in causa direttamente altri personaggi, uno dei quali potrebbe essere un politico paganese appartenente alla fronda popolare e populista che ha brigato per l’abbattimento dell’uomo politico più forte di questi ultimi decenni: Alberico Gambino, il quale secondo gli accusatori si sarebbe avvalso della mente occulta di Giuseppe Santilli. Cose veramente incredibili, soprattutto se trasportate in sede giudiziaria. La cantata di uno degli inquisiti avrebbe, comunque, allarmato tutto l’ambiente e fatto ritenere possibili nuovi clamorosi arresti. Se son rose fioriranno, o meglio se sono spine pungerann0.

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