Lapidata per un account Facebook

di Barbara Filippone

In realtà la notizia è solo di qualche giorno fa, ma l’ho scoperta solo stamattina e non potevo non riproporla per la crudeltà con la quale certe scelte possano essere concepite e giustificate da un popolo, ed essere contestualmente bocciate dal resto del mondo: FatoomJassim, ragazza siriana sarebbe stata lapidata per aver avuto un account su Facebook. Il tribunale dell’ISIS infatti ha stabilito che questo reato, in linea al reato di adulterio, punibile con la lapidazione, dovesse subire lo stesso trattamento, poiché giudicato come atto immorale.

La crudeltà non ha pari… non si può morire per queste decisioni assurde che come al solito vedono la figura della donna sottomessa a quella dell’uomo senza una ragione oggettiva ma per una ragione sociale e religiosa; il contesto della vicenda è Al Raqqa, primo capoluogo di provincia a cadere in mano ai ribelli islamici sunniti, e l’assurdità della vicenda sta nel fatto che anche il Fronte Al Nustra ha esso stesso un account facebook ed un account Twitter…

Negli ultimi giorni non si parla d’altro: la Siria in ginocchio, dove i vertici del movimento di Al Qaeda prendono le distanze dallo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS O ISIL) e rilanciano le ambizioni del Fronte Al Nusra. Il motivo di tale allontanamento è stato causato dal rifiuto di Al Baghdadi, guida dell’ISIS, di riconoscere la leadership di Al-Zawahiri il quale aveva ordinato all’ISIS di obbedire  ad Al Nusra.

Considerato che proprio il Fronte Al Nusra, spesso fa utilizzo dell’account Twitter per rivendicare gli attentati con tweet tipo questo: “Con l’aiuto di Dio onnipotente abbiamo risposto ai massacri compiuti dal partito dell’Iran (Hezbollah), con un’operazione di martirio nel loro cortile nei sobborghi meridionali (di Beirut)” facendo dunque un uso personale mediatico del tweet, e che adesso,ufficializzata proprio nella giornata del 27 febbraio, la rottura fra ISIS e Fronte Al Nusra, ci si ritrova in mezzo ad un bel dubbio amletico: perché l’ISIS può decidere di considerare atto immorale e deplorevole un account facebook, quando fino a pochi giorni fa, ISIS e Fronte viaggiavano sullo stesso binario,e lo stesso Fronte disponeva di account sui social network?E adesso formalizzato l’ultimatum di Al Qaeda all’ISIS, ci ritroviamo a non poter giustificare una tale aberrazione! Forse perché ad avere un account facebook è proprio una donna e come tale diventa un atto immorale? Credo proprio di sì.

Esterrefatta di fronte a tale crudeltà alzo le mani, non si può disquisire su certe argomentazioni quando fra queste stesse frange di Al Qaeda, ci sono dissapori risolti con violenze che provocano ogni giorno morti… tra l’altro resterebbe ancora da capire se questo nuovo scenario indebolirà l’ISIS, oppure se l’isolamento cui l’ha condannata Al Qaeda darà slancio a nuove nefandezze. Ciò che è certo è che la “peggiore forza del jihad globale”, così definita da Al Qaeda, continuerà a rappresentare un serio problema soprattutto per gli stessi ribelli siriani e per tutti quanti noi.

L’unica realtà è che la donna in quei paesi si trova a dover sopportare, col silenzio, il dolore e il disonore causato dall’individuo “maschio”; in una società chiusa dove i rischi insiti nel denunciare, nel tentare d’infrangere dei tabù diventano di per sé atti eroici. Ma proprio di due giorni fa è l’annuncio che il fotogramma che ha viaggiato insieme alla sconcertante notizia della lapidazione in realtà fosse un fotogramma relativo ad un film, in quanto le vere foto della lapidazione  erano molto più impressionanti e non pubblicabili sul web. The Blaze, sito d’informazione libero americano, sostiene che l’interesse nei confronti di questa vicenda cruda dimostri inevitabilmente come sia complicato reperire notizie e informazioni provenienti dalla Siria nonché l’attendibilità delle stesse, poiché i video pubblicati dai diversi gruppi ribelli siano destinati unicamente a screditare soltanto gli avversari. La certezza legata alla vicenda è che la foto in questione non è la ragazza uccisa… per il resto ci auguriamo che la stessa vicenda sia solo una bufala.

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