Politica accomodante per la Bce

Filippo Ispirato

Nella riunione tenutasi ieri a Francoforte la Banca Centrale Europea ha deciso di lasciare invariati i tassi ufficiali anche per questo mese, mantenendo il tasso di rifinanziamento sulle operazioni principali a 0.25% e quello sulle operazioni marginali a 0.75%. Il tasso sui depositi che le banche custodiscono presso la BCE resta invariato a zero. L’ultimo taglio dei tassi risale allo scorso novembre. Durante la conferenza stampa tenuta dal presidente Mario Draghi è emerso come i dati in arrivo confermino la moderata ripresa dell’economia dell’area euro, che questo trend è in linea con la precedente valutazione della Banca Centrale, e quindi non si è ritenuto necessario tagliare ulteriormente i tassi, come previsto da alcuni analisti ed investitori. Dall’analisi economica dell’Eurotower, dopo due trimestri di crescita positiva del PIL, si intuisce che questo trend di ripresa moderata dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi. Secondo il Governatore la produzione industriale nell’euro zona dovrebbe recuperare ad un ritmo lento, grazie al miglioramento dei consumi interni, delle condizioni di finanziamento, dai progressi compiuti nelle riforme strutturali effettuate dai paesi membri dell’Unione Europea e da un graduale rafforzamento della domanda estera. Le aspettative di inflazione per l’area euro nel medio-lungo periodo continuano ad essere ancora ben al di sotto del tetto del 2% fissato a Francoforte. Il presidente dell’Eurotower ha ribadito che stiamo vivendo un periodo prolungato di bassa inflazione, che sarà seguita da un graduale movimento al rialzo verso tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2%. Ciò quindi può indurre a pensare che la politica accomodante della Bce rimarrà ancora a lungo sulla base dei recenti dati disponibili e dalle evidenze sulla crescita del livello dei prezzi nell’Eurozona. Di conseguenza la Bce prevede di mantenere i tassi di interesse ai livelli attuali o più bassi per un periodo prolungato di tempo; tale aspettativa si basa su una prospettiva complessivamente sottotono per l’inflazione che si estende nel medio periodo, data la debolezza dell’economia e la dinamica monetaria.  Tallone d’Achille dell’area Euro rimane ancora la disoccupazione specie nei paesi dell’area mediterranea, dove ha raggiunto livelli insostenibili, pesando in maniera gravosa sulla ripresa economica.

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