Caimangate/39: ha vinto la Picierno … spinta da D’Alema !!

 

Aldo Bianchini

 SALERNO – L’ho già scritto in qualche precedente puntata di questa storia che l’on. Pina Picierno mi è cordialmente antipatica (Caimangate n. 15 del 16.12.13) per una serie di connotazioni caratteriali che promanano dalla stessa ad ogni suo intervento pubblico. Non mi piace il suo atteggiamento quasi sempre irridente nei confronti del prossimo, come se  Lei e solo Lei fosse la depositaria del verbo in assoluto; insomma ha l’atteggiamento di quei vecchi comunisti fondamentalisti che appartengono ormai al ricordo sbiadito della storia, eppure è nata e cresciuta (politicamente, s’intende !!) nel <<buen retiro>> demitiano di Nusco e, dunque, doveva venir fuori una democristiana aperta e gioviale, invece no, sprezzante come i vecchi comunisti. Qualche anno fa non ci ha pensato su due volte per mandare a quel paese il suo mentore, Ciriaco de Mita, che è rimasto malissimo e predica vendetta ad ogni angolo di strada. Con il <<re di Nusco>> fu totalmente brutale, dopo avergli sbattuto la porta in faccia lo ha anche massacrato con commenti poco corretti (sempre sul piano politico, naturalmente !!) per un personaggio che, comunque lo si guardi, è stato uno degli uomini di punta dell’intero meridione d’Italia. La cosa che, però, mi fa più inviperire di questa giovanissima politica (purtroppo anche brava !!, lo riconosco) è la sua tracotanza nel voler a tutti i costi travolgere tutto e tutti, anche lo stesso Vincenzo De Luca che ha già strapazzato in occasione delle ultime primarie prime e della composizione del nuovo governo poi; e che sta umiliando in questi giorni per le elezioni europee. L’on. Pina Picierno sarà difatti la capolista per il sud alle prossime consultazioni elettorali europee e De Luca resta fuori anche da questa competizione, non che il sindaco di Salerno intendesse candidarsi (questo assolutamente no !!) ma che volesse posizionare qualche suo uomo (questo sì !!) mi sembra che fosse una giusta e legittima aspirazione. Niente da fare, le donne del PD si sono scatenate intorno a Renzi ed hanno fatto muro contro le non dichiarate ma sicuramente segrete aspirazioni del buon Vincenzo costretto, nuovamente, a fare buon viso a cattivo gioco, anzi a fare muso duro (come è nella sua conformazione somatica !!) a cattivo gioco. Qualcuno, almeno così si sussurra nel palazzo municipale di Salerno, nelle ultime ore lo avrebbe sentito gridare, da par suo, alcuni epiteti all’indirizzo della “giovin signora del PD” che fa e disfa a suo piacimento nelle regioni del sud. Insomma “il re è nudo” avrebbe già detto qualcuno bene informato riferendosi all’ostracismo che imperversa a tutti i livelli contro Vincenzo De Luca, soprattutto a livello romano dove tutti storcono il naso al solo sentir pronunciare il nome del sindaco di Salerno che fino al momento del tradimento nei confronti di Pier Luigi Bersani era, invece, tenuto in grande considerazione. Bersani, ovviamente, tace ma chi non gliel’ha perdonata è il mitico “baffino” dei tempi d’oro, Massimo D’Alema, che non molto tempo fa ha apostrofato il buon De Luca con il termine “capobastone” per commentare l’inchiesta giudiziaria sul tesseramento 2012 del PD; un termine veramente molto brutto, non nell’uso corrente di uno degli uomini più brillanti della politica nazionale, e non solo; un termine poco adeguato alla riconosciuta verve sarcastica e ironica del Massimo nazionale.  Segno inequivocabile che il re è davvero nudo; come dire che quello che la magistratura non vuole o non può lo fa direttamente il partito scaricando brutalmente i suoi uomini in odore di incriminazione. Ma la storia non sarebbe finita con l’appellativo di “capobastone”; difatti si racconta che negli ambienti di Palazzo Chigi a dar man forte alle <<donne di Renzi>> sia stato lo stesso D’Alema che per saldare l’accordo segreto con il premier avrebbe preteso in cambio innanzitutto <<la testa di De Luca>> che Matteo avrebbe lasciato fuori da tutto nonostante le numerose promesse di incarichi e le richieste di un momentanei passi indietro. A questo punto, dopo la vittoria della Picierno e dopo il presunto patto Renzi-D’Alema, la situazione politica personale di De Luca si fa davvero molto difficile in quanto i suoi avversari lo hanno fatto nuovamente rinchiudere nel suo adorato <<Fort Apache>> ormai cinto d’assedio anche da parte della magistratura. Quest’ultima, difatti, storicamente aggredisce sempre i personaggi forti quando questi o cominciano ad evidenziare segni di cedimento o vengono mollati dagli apparati  centrali del potere; è il caso del sindaco di Salerno che in questi ultimi tempi non sa più a che santo votarsi se non al tanto amato San Matteo. Ma il patrono di Salerno ha, purtroppo, due facce.

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