Caimangate/45: cari Luca e Gaetano vi scrivo … sul metrò

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Che Luca Cascone, assessore ai trasporti del Comune di Salerno, fosse uno degli uomini più silenziosi e ubbidienti del sistema deluchiano è noto, che Luca Cascone arrivasse a scrivere una lettera a Gaetano Amatruda (portavoce del governatore della Campania) su palese suggerimento del <<caimano>> non l’avrei mai neppure immaginato. Una lettera che se non è stata partorita su ispirazione del <<capo>> potrebbe assumere, verosimilmente, la veste dignitosa di una radicale presa di posizione personale che diverge molto da quella del sindaco De Luca, tutto teso a tacciare di <<delinquenza politica>> e di <<pressapochismo>> il suo diretto rivale Stefano Caldoro che (come giustamente scrive Gaetano) è un signore che ha senso delle istituzioni e non cede alle provocazioni. Una lettera, quella di Cascone, che ha più l’amaro sapore della richiesta questuante (forse per salvare capre e cavoli !!) che l’inizio di un dialogo concertato e fruttuoso. Però, se la lettera è frutto di una iniziativa personale, il suo contenuto deve far riflettere tutti su quello che probabilmente sta accadendo all’interno della giunta De Luca. Mi dispiace che “Il Mattino” si sia fermato alle semplici lettere che Luca e Gaetano si sono scambiate, anche amorevolmente. Dal primo quotidiano della Regione mi sarei aspettato non dico un lungo approfondimento ma almeno un commento su quella che può essere la vera notizia del giorno: l’agognata indipendenza di un assessore dalle farneticanti posizioni del capo. Ma meglio così, altrimenti il mio ruolo (scusatemi l’immodestia !!) andrebbe alle ortiche in questa Città in cui quando parla il capo tutti gli altri zittiscono, stampa compresa. Comunque, sincerità per sincerità, nessuno dei due (sia Luca che Gaetano) dicono la verità fino in fondo; il primo non può ammettere che la metropolitana di Salerno è un fatto più mediatico che pratico (un binario di pochi chilometri non agganciabile al sistema di trasporti regionale non vale un fico secco !!); il secondo si nasconde troppo dietro i tagli governativi e non svela che <<il suo capo>> sta intelligentemente sfruttando la posizione inammissibile di De Luca contro tutti ed ha colto al volo l’occasione per far rimediare al rivale una di quelle figuracce storiche che più di così non si può. Ma torniamo velocemente a Luca Cascone (ottimo ingegnere, giovane, vivace, all’altezza dei tempi e del compito affidatogli) che <<finalmente !!>> dice pubblicamente qualcosa di diverso dal capo; spero che dia seguito a questa sua posizione e che rialzi la testa che aveva pesantemente abbassato nel settembre del 2008 per rimanere nel <<cerchio magico>> del Caimano Rosso e continuare a fare l’assessore. Troppi sei anni da quel momento per sperare che Luca si fosse ravveduto per fulminazione <<sulla via di Damasco>>. Nella seconda metà dell’anno 2008 a Salerno infuriava la bagarre sulla nomina del presidente dell’Autorità Portuale che doveva succedere all’on. Fulvio Bonavitacola. Nel centro destra si era scatenata la guerra del <<tutti contro tutti>> ma De Luca non riusciva a sfruttare il vantaggio offertogli dall’amico/nemico Edmondo Cirielli perché il PD aveva altre idee. In rapida successione il ministro dell’epoca, Altero Matteoli, aveva bocciato Andrea Prete, e Andrea Annunziata, mentre il duo Carfagna/Cirielli aveva impallinato (tramite la CCIAA) l’intraprendente Michele Sarno che il ministro Matteoli voleva incoronare avendolo anche portato in elicottero all’inaugurazione del maxi lotto Sicignano-Atena della SA-RC. Il 25 settembre 2008 a sorpresa viene fuori il jolly, la carta vincente del ministro si chiamava Luca Cascone e da Roma parte l’indicazione di Matteoli. Apriti cielo, il povero Luca è costretto addirittura a nascondersi dall’aggressione dei cronisti e dai fulmini a ciel sereno di Vincenzo De Luca che voleva ad ogni costo Andrea Prete ai vertici dell’Autority. La presidenza Cascone, o meglio l’indicazione a presidente di Cascone, durò meno di 24 ore, fino al momento del suo sofferto telegramma al ministro per rinunciare al prestigioso incarico. Luca, consigliato forse anche da papà Renato, capì subito che non avrebbe avuto vita facile e che sarebbe stato impallinato in poche ore, e preferì rinunciare per ritornare come il figliuol prodigo all’ovile del Caimano. E nasce così, quasi per caso o per ripiego l’era Annunziata ai vertici della portualità salernitana (e non solo !!); una vera fortuna, un colpo casuale che ha portato soltanto benefici grazie alla professionale managerialità dimostrata negli anni da Andrea Annunziata che nel 2012 è stato riconfermato all’unanimità e senza storie da tutti. Da quel maledetto 25 settembre 2008 il silenzio di Cascone è stato costante (al di là delle naturali ma poco risolutive prese di posizione in nome e per conto del capo), fino a questi giorni in cui ha, finalmente, ha rialzato il capo e scritto a Gaetano Amatruda una lettera che se non fosse accompagnata da tanti dubbi sembrerebbe un appassionato appello al bene comune della Città. I bene informati, è il caso di svelare, dicono che Cascone già in passato, e marcatamente in questi ultimi mesi, ha dato segnali di liberazione dalle grinfie del capo; a Napoli   quando lo ascoltavano parlare ai tavoli regionali, in tanti si chiedevano se stesse perorando la causa del sindaco o stesse concertando per la risoluzione del problema; poi ritornava a Salerno e sparava a zero contro i napoletani, anche lui come il sindaco. Ma erano parole, chiacchiere facilmente opinabili; ora, però, ha scritto e consente di leggere, interpretare, capire anche quello che potrebbe esserci dietro quelle frasi. Mi sono sempre chiesto, in questi anni, come fanno gli uomini del Caimano, come fa un giovane e valente professionista a rimanere asserragliato nel bunker di Fort Apache; la risposta, forse, ha cominciato a far capolino dal buio e dalle nebbie del <<cerchio magico>> e deve rapidamente spostarsi sul terreno del confronto e del dibattito costruttivo. Sia Luca che Gaetano hanno davanti un’autostrada politica che dovranno percorrere stando sempre attenti a tenere ben dritta la schiena e libero il cervello da qualsiasi condizionamento. Per chiudere, solo un appunto per Gaetano; un giovane non può plaudire alla <<galantuomeria>> di Umberto Del Basso De Caro che, per quanto mi riguarda, rappresenta uno dei più longevi camaleonti della politica nostrana, sempre disposto ad uscire dalla porta per rientrare dalla finestra.

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