Baldi connection/14: molto rumore per nulla … ma su internet resta !!

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Più di sette mesi fa, esattamente il 17 ottobre 2013, l’onda mediatica travolse un consigliere regionale ed alcuni professionisti, tutti medici impegnati nelle commissioni di valutazione per il riconoscimento dell’invalidità  come presupposto essenziale diretto all’ottenimento della pensione INPS. Tutti parlarono e scrissero di <<falsi invalidi>> in una sorta di caccia alle stregue che fino ad oggi ha registrato pochi precedenti così clamorosi. Il clamore fu dovuto anche ai nomi coinvolti nell’inchiesta giudiziaria condotta dal pm antimafia Vincenzo Montemurro e ispirata da un super pentito (tale Vincenzo Musto !!); l’ipotesi accusatoria prevedeva il reato di <<voto di scambio>> e per questa ragione era scesa in campo addirittura la Procura Antimafia. Insomma, come dire: <<molto rumore per  nulla>>, non tanto e non solo per parafrasare la commedia teatrale scritta da William Shakespeare tra l’estate del 1598 e la primavera del 1599, ambientata a Messina. Una commedia romantica, almeno così pensava l’autore, che si trasformò presto in una <<tragicommedia>> ricca di elementi farseschi ed anche giocosi. La locuzionemolto rumore per nulla” è entrata nel gergo comune, sia di matrice inglese che non, per indicare una esagerazione o una assurdità riferita ad un fatto del tutto trascurabile o inconsistente; una locuzione che si attaglia alla perfezione al caso giudiziario di che trattasi e passato alla storia con la denominazione di <<B & B, Baldi connection>>. E perché tragicommedia applicata alla vicenda su Baldi ? E’ presto spiegato. Non so quanti ricorderanno che nell’aprile del 2012 l’on. Giovanni Baldi fu colto da improvviso e serio malore in pieno consiglio regionale tra lo sconforto generale; rapido soccorso, ricovero ospedaliero e veloce ripresa per un fisico evidentemente sano ed integro. Rimane, però, a casa per un certo numero di giorni in convalescenza prima di riprendere la ritmicità della sua azione professionale e politica. In quel periodo riceve una telefonata da parte di un collega medico, amico, uno di quelli inseriti nella commissione indagata dal pm Montemurro; il collega prima chiede a Baldi come sta e poi cerca di spiegare all’amico la situazione di una pratica di invalidità che era stata ridotta dal 67% al 50%. L’on. Baldi risponde dicendo che la sua conoscente è seriamente ammalata ed allora il medico “amico” gli suggerisce di indagare meglio con esami più accurati i cui esiti potranno essere allegati ad una nuova domanda d’invalidità (in appello !!) in considerazione dello stato di infermità dichiarato. Gli inquirenti registrano la telefonata e poi scoprono che, qualche mese più tardi, sulla base di un nuovo e più completo carteggio sanitario all’inferma era stato ridato il suo 67% d’invalidità che, badate bene, era stato sancito dalla precedente commissione con a capo il medico che nella fase dell’inchiesta aveva assunto le vesti di CTU (Consulente Tecnico dell’Ufficio) per conto del Pubblico Ministero; medico che ha periziato l’inferma negativamente sancendo che la percentuale del 67% non era dovuta e che così facendo ha smentito se stesso che un paio di anni prima aveva stabilito quella percentuale. Ma c’è di più. La donna periziata è affetta da <<sclerosi multipla>> e dal momento dell’ultima visita legale (quella del perito) è notevolmente peggiorata. Ma <<galeotta fu quella telefonata e chi la fece>> per il pm Montemurro che non ha tenuto in alcun conto il fatto che l’on. Baldi poteva e doveva essere presente in commissione perché la donna era una sua assistita e che non potette presenziare a causa del malore sopra descritto. Oltretutto era già stato eletto nel 2010 e nel 2012 non aveva alcun interesse per un inesistente voto di scambio; insomma quasi come dire che la Commissione fece voto di scambio abbassando la percentuale di invalidità alla malcapitata. Ma le cose assurde sono assurde e basta. Mettiamo, per esempio, che nell’aprile 2010 (periodo elettorale) la Commissione invalidi abbia esaminato benevolmente 100 pratiche e che ogni invalido avesse vantato una famiglia di 4 persone; ebbene bisogna pensare che l’on. Baldi sia stato in rapporto stretto con tutte e cento i richiedenti per godere di un voto di scambio non superiore alle 400 preferenze; che possono salire a 1600 se immaginiamo che fin da gennaio tutte le pratiche (100 al mese) siano state caldeggiate dal candidato. Ma da 1600 per arrivare a 11.000 preferenze ottenute per la Regione ce ne passa e come. E’ meglio fermarsi con la conta ragionieristica dei numeri che sono sempre indigesti per tutti, ma arrivare a sancire nell’ordine di arresto che <<la commissione invalidi civili aveva messo sotto controllo tutte le attività imprenditoriali e commerciali di Cava e territori limitrofi>> mi sembra davvero di poter affermare <<quanto rumore per nulla>>. Peccato, però, che il nulla oramai abbastanza chiaro e palese non sia così per le inserzioni su internet che, se andate a cliccare i nomi degli indagati, troverete nude e crude con la descrizione di tutte le accuse devastanti quanto fantasiose; non c’è un rigo che parla delle fasi successive dell’inchiesta e della caduta di quasi tutte le accuse. Su internet tutto rimane come cristallizzato nel tempo a disdoro di chi cade anche solo casualmente e per errore o mala fede di altri nel tritacarne di un’inchiesta giudiziaria. Un mondo, quello di internet, che tutti dicono di voler disciplinare e che nessuno comincia sul serio a regolamentare. Intanto l’inchiesta giace nei cassetti della Procura, forse in attesa di tempi migliori.

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