Giovi: “Santa Maria dei Campi” tra festa, religione e tradizioni !! Dal 31 Maggio al 09 Giugno

 

Maddalena Mascolo

 

GIOVI (SA) – Che Salerno sia una città di mare è un fatto storicamente scontato ed è, oltretutto, sotto gli occhi di tutti. Che Salerno abbia un retroterra collinare che fa da cornice allo stupendo azzurro-cobalto del mare è un fatto altrettanto vero è scontato. Che la collina di Giovi sia da sempre uno dei punti di riferimento estivi, quasi da riparo dalla calura estiva e da riposo distensivo per i lunghi e freddi week end invernali è sicuramente un fatto acclarato, anche se molti (non salernitani, beninteso !!) ancora non lo sanno. In questo quadro naturalistico meraviglioso, che nessun artista avrebbe mai saputo dipingere, si inseriscono molti eventi festivi e ricorrenze religiose collinari e giovesi soprattutto. Tra questi spicca, ovviamente, la festa di <<Santa Maria dei Campi>> che viene svolta nella località San Rocco o Querceto il lunedì di Pentecoste. Frutto di racconti popolari ma anche di tradizioni ben consolidate la Festa vive sulle rappresentazioni dei vari protagonisti  che sono quasi sempre, contadini, pastori, mucche e capre, veri interpreti di quella grande tradizione religiosa che trova la sua genesi negli antichi racconti di natura religiosa. In questo ambito si inserisce la sfida tra l’ Angelo e il Diavolo, uno spaccato che, fin dagli albori della cristianità, affascina tutte le popolazioni del luogo e non solo. Ma nel caso di Giovi c’è, ovviamente, di più, molto di più. La rappresentazione della sfida viene resa viva da attori e figuranti che si muovono sulla scena come in una ripetizione simbolica di quanto, per tradizione e per fede, si pensa sia realmente accaduto centinaia e centinaia di anni fa. Non bisogna spostarsi più di tanto dalla città di Salerno, è sufficiente raggiungere la collina di Giovi per assistere allo spettacolo. All’insegna della gastronomia e della preghiera, grazie alla “Festa dei Campi” in onore della Vergine e nell’ottica del “culto alla Madonna” si celebra, come detto, ogni anno la “Festa di Santa Maria dei Campi”, una devozione che travalica Giovi e scende lungo i pendii collinosi del Picentino, del Sele e delle sette aste torrentizie salernitane (che un tempo molto lontano servivano per scaricare a valle i tronchi di alberi tagliati sulle colline !!) per invadere con i suoi colori e con il suo calore tutta la piana da Vietri ad Agropoli. Come antica consuetudine, alcuni sostengono che la festa vada avanti da circa 750 anni e nel corso di essa si può assistere alla benedizione della terra, intrecciata alla tradizione popolare di racconti di eventi speciali, quasi miracolistici, attribuiti alla Vergine, che sarebbe apparsa ad una pastorella, tanto ma tanto tempo fa. Da allora, non mancano prodigi straordinari: le campane che suonano per placare le tempeste (i nativi della piana si rifugiavano in collina durante le tempeste e i rigori invernali !!) o per far sparire infestazioni di cavallette (un fatto che da almeno un paio di secoli fortunatamente non si ripete più ma che è rimasto ben radicato nell’immaginario collettivo della gente come una grande sciagura da evitare !!). Non manca neppure lo spaccato folkloristico popolare, con la tradizionale lotta dell’angelo e del diavolo, che ritroviamo anche in altre realtà come Rutino e Gesualdo, anche se la rappresentazione di Giovi rimane incastonata in una realtà interpretativa veramente al di sopra di ogni immaginazione. E poi c’è la classica ciliegina sulla torta: “Il catanazzo”, una specie di cibo dei poveri, a base di pane, piselli e pomodorini: il tutto, contornato da panini, vino e dolcezze, per allietare serate all’insegna del fresco e dell’allegria. Il catanazzo altro non era che l’alimentazione quasi quotidiana che la gente del posto offriva ai “rifugiati della piana” che scalavano le colline di Giovi per rifugiarsi dai rigori delle tempeste e del  brutto tempo invernale. La genesi della festa, la descrizione del momento in cui la giovane ragazzina si perde e incontra la Madonna viene sempre raccontata in modo suggestivo da Rosario Barbarulo e Sabato Santoro: <<Nella zona chiamata “Querceto”, nel periodo medievale, “viveva una fanciulla, figliastra di una donna che amava solo la figlia legittima”. La matrigna imponeva alla ragazza i lavori più umili e faticosi. Ogni giorno doveva condurre al pascolo mucche e capre ed intanto doveva filare “e lo faceva sempre in modo gioioso ed allegro”. Questo atteggiamento così naturale della fanciulla era motivo di invidia per la matrigna che aveva la propria figlia sempre triste pur restando a casa a non far niente. Intanto il lavoro aumentava sempre di più dandogli un quantitativo di lana sempre maggiore da filare. Un giorno la povera fanciulla si sentì persa, ed allora apparve su di un ceppo “una signora” che la aiutò nel lavoro e poté tornare a casa contenta, come sempre”.  Questo si ripeté anche nei giorni successivi, quello di badare il pascolo e filare un quantitativo di lana sempre maggiore. Vedendo che la figliastra ritornava dal lavoro sempre sorridente ed allegra, decise di affidare quel lavoro alla propria figlia pensando che tutto questo poteva ridarle felicità. “La mancanza di amore per il lavoro e per gli animali, la resero in­capace di sorveglianza per cui una mucca sfuggì alla sua attenzione e cad­de in un burrone. Quando gli uomini del vicinato si recarono in fondo al precipizio per recuperare l’animale, trovarono tra l’erba alta una statua raffigurante una bella signora che nella mano destra aveva un oggetto si­mile ad un pomo. La pastorella svelò la visione avuta, raccontò dell’ap­parizione della Bella Signora sopra un ceppo. In quel punto fu eretta una cappella e da quel momento la Vergine dei Campi divenne la Signora del cuore dei giovesi”>>. Sulla scorta di queste tradizioni e, soprattutto, di queste esperienze pratiche collaudate nel tempo, anche quest’anno la festa si ripete, semmai con maggiore entusiasmo rispetto anche agli anni passati. L’appuntamento è dal 31 Maggio al 09 Giugno.

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