Sicignano-Lagongero: Matteo Renzi risponde al Comitato della ferrovia dimenticata !!

 

Aldo Bianchini

 

VALLO di DIANO – Pur avendo dedicato diversi approfondimenti al problema della tratta ferroviaria Sicignano-­Lagonergo abbandonata dal 1987, pur avendo spesso pubblicato le riflessioni di Rocco Della Corte sempre molto centrate, da molto tempo a questa parte il <<Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro>> ha escluso questa testata giornalistica dalla lista di quelle cui inviare i suoi comunicati. Probabilmente il Comitato, come tante altre realtà del territorio valdianese, ritiene di avere diritto ad uno spazio anche del tipo copia-incolla che da questa testata giornalistica non viene mai garantito. Ho appreso, quindi, sfogliando Ondanews.it che i promotori del Comitato (Panetta, Verga e Della Corte) hanno scritto al presidente del consiglio dei ministri p.t. Matteo Renzi per perorare la giusta causa della riapertura della ferrovia. La riapertura, al di là degli interessi e delle convenienze, potrebbe rappresentare sul piano politico il primo passo in avanti di un territorio che è stato depredato continuamente, fino alla scempio della soppressione del tribunale di Sala Consilina. Scrivere, però, al presidente del consiglio, a questo presidente del consiglio iper impegnato a mò di <<superman>> mi sembra probabilmente di una  inutilità assoluta  che in dialetto napoletano si tradurrebbe in quel famoso <<facimm’ ammuina>> che l’ufficiale della marina borbonica, Federico Cafiero, imponeva ai suoi uomini per non cadere più nell’isolamento e nella punizione. Ma ritorniamo alla lettera scritta a Renzi. Semmai Matteo Renzi dovesse avere tra le mani la lettera e dovesse leggerla per intero (cosa molto, ma molto improbabile !!) cerco di immaginare quale possa essere la risposta: <<Gentili promotori del Comitato, capisco le vostre lagnanze ma l’attuale situazione economica del Paese non consente deroghe per niente e per nessuno. E’ vero che l’alta velocità si ferma a Salerno, ma è altrettanto vero che i cittadini del Vallo possono scendere comodamente a Salerno in pullman (1 ora di viaggio contro le oltre due ore del trenino !!) ed usufruire dei treni ad alta velocità. Non c’è bisogno che i turisti vengano portati da Roma nel Vallo di Diano, e viceversa, direttamente; qualche piccolo sacrificio possono affrontarlo anche loro. E’ vero che la risoluzione del vostro problema potrebbe rappresentare la riduzione della distanza tra Paese reale e Paese ideale, ma amici miei con i tempi che corrono è necessario prima rivedere e riorganizzare su scala nazionale ben altri problemi. Non capisco con “astrattismo del generale” cosa vogliate significare, parlatemi più chiaro senza rifugiarvi in neologismi lessicali e sintattici superati; io ho fatto il sindaco di una città medio-grande in cui i problemi erano e sono di tutt’altra natura, sono stato e sono un pragmatico. Cercherò, comunque, di accogliere il vostro invito a visitare le zone del Vallo che ho già visto di sfuggita tempo fa, ma in quanto ad “attingere dai 130 miliardi non spesi dalle regioni” andiamoci piano, qui servono soldi per tutto e le priorità sono ben altre, almeno per il momento; il parlar chiaro è fatto per gli amici. A Panetta, a Verga e a Della Corte va comunque il mio sicuro incoraggiamento a proseguire in questa dura battaglia di civiltà. Cordialità. F.to: Matteo Renzi>>. Ovviamente lo ripeto è solo una mia fantasia giornalistica, guai a non averne ogni tanto; la realtà è ben diversa. La realtà ci dice, che da tanti anni la tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro è destinata a rimane qual è perché sul piano commerciale è improduttiva. Bisognerà pensare, ed anche velocemente, ad una nuova progettualità che possa far rientrare questa tratta tra quelle a chiare finalità turistiche puntando sui grandi attrattori che essa può congiungere per garantire un più veloce flusso dei visitatori, non escludendo il patrimonio degli Alburni e del Cervati. In passato, un paio di anni fa, ci avevo provato anche io a dare dei suggerimenti utili e validi; ma io non sono né un tecnico né un conoscitore dei flussi turistici. Posso soltanto testimoniare, per avere vissuto l’ultimo periodo della ferrovia prima della chiusura, che gran parte di quelle mitiche littorine viaggiavano praticamente vuote perché già allora la gente aveva fatto la sua scelta optando per le autolinee che garantivano, nonostante i rallentamenti autostradali, maggiore velocità nei collegamenti. Il problema vero è un altro ed attiene le scelte fatte all’epoca in favore dei trasporti su gomma anziché su ferro, ma furono scelte nazionali che coinvolsero i partiti di tutti i colori anche perché così facendo si garantivano bacini di voti in  cambio di concessioni a volte milionarie. Invertire la rotta, oggi, quando il trasporto su gomma ha raggiunto livelli inverosimili (anche dal punto di vista occupazionale !!) mi sembra un ragionamento antistorico se lo si fa soltanto in sede locale; ecco perché il problema della tratta Sicignano-Lagonegro, al di là degli apprezzabili sforzi del Comitato, rimarrà ancora bloccato e per chissà quanto tempo ancora.

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