“Legati a te”: In ricordo di Massimo Casalnuovo. Una morte tinta di giallo.

 

Antonio Citera

 

BUNABITACOLO – Una serata speciale quella svoltasi a Buonabitacolo per ricordare un “ ragazzo d’oro” morto tragicamente tre anni fa. Migliaia di persone hanno gridato al cielo il suo nome alla disperata ricerca di una giustizia che secondo i più è stata negata da una sentenza priva di logica. Sono stati i 99 Posse , gruppo napoletano affermato e seguito in tutta Italia, a incorniciare una serata in ricordo di Massimo Casalnuovo, morto prematuramente a causa di una caduta dal suo scooter dopo che lo stesso era stato fermato da una pattuglia dei carabinieri nel pieno centro cittadino. Striscioni e manifesti appesi qua e la, a recriminare una verità e soprattutto  una giustizia che, senza una chiara motivazione e senza un definito riscontro, ha assolto il presunto responsabile dell’accaduto, il maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo dall’accusa di omicidio colposo ai danni del giovane di Buonabitacolo, una vicenda per certi aspetti ancora tinta di giallo. E’ il 20 agosto 2011. Sono da poco passate le 20.30, quando Massimo Casalnuovo, meccanico di 22 anni di Buonabitacolo, sale sul suo motorino per tornare a casa. È senza casco e sulla sua strada incontra un posto di blocco dei carabinieri. Non si ferma, perde il controllo e va sbattere su un muretto. Muore poco dopo in ambulanza ma, sulla vicenda si apre un giallo. Le versioni infatti sono discordanti. Alcuni testimoni oculari sostengono di aver visto il maresciallo Giovanni Cunsolo, uno dei due carabinieri al posto di blocco, sferrare un calcio al motorino, facendolo sbandare. Secondo i carabinieri, invece, il ragazzo avrebbe tentato di investire il maresciallo, ferendogli un piede. Alla fine per il carabiniere scatta l’accusa di omicidio colposo, ma viene assolto in udienza preliminare perché il “fatto non sussiste” Questa la sentenza che scoraggia e getta un velo di torpore sui volti dei tanti amici, conoscenti e, soprattutto dei familiari presenti davanti al tribunale quel giorno. << Una sentenza beffa- sussurrano, -hanno infangato ancora il nome di Massimo >> urlano a gran voce.  Oggi col senno di poi, ci affacciamo su questo delicato momento di cronaca perché vogliamo  ricordare Massimo, un giovane come tanti, nel fiore della sua vita, strappato al mondo da un destino beffardo quanto strano. Cosa è realmente successo quella sera? come è caduto dal motorino e soprattutto perché?. I carabinieri che effettuavano il posto di blocco giurano che il ragazzo impaurito dopo una manovra azzardata ha perso il controllo dello scooter e ha battuto la testa per terra. Una comunità intera invece sostiene che a far cadere Massimo è stato un calcio sferrato dal maresciallo Cunsolo.  Una comunità disposta a lottare fino alla fine per far giustizia. Facendo un giro per le stradine di Buonabitacolo, ci accorgiamo che realmente l’amore per quel ragazzo è ancora intatto, nessuno sfugge alle domande anzi, tutti cercano  l’argomento, tutti lo ricordano come “sano”, un bravo  giovanotto dal cuore d’oro ma, quello che più impressiona è che tutti accusano Giovanni Cunsolo  definendolo il colpevole dell’assurda morte. Ora si aspetta la seconda manche, la famiglia, gli amici, tutti a sperare nella giustizia, quella vera che, a detta di molti  fino a questo momento avrebbe perso la via maestra.

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