La missione della Chiesa è guarire le ferite del cuore

Da Luca Roncolato

La Lettura del Vangelo del giorno (Mc 6, 7-13) nella quale Gesù invia i discepoli a predicare, scacciare i demoni e guarire i malati, è stata lo spunto di riflessione per Papa Francesco per parlare della povertà della Chiesa.

La “missione della Chiesa” è racchiusa nel dettato del Vangelo di oggi: Gesù parla di una “Chiesa che guarisce, che cura“. Questa è la unica missione che la Chiesa deve sempre avere presente per non trasformarsi in una ONG caritatevole.

Alcune volte, io ho definito la Chiesa come di un ospedale da campo. – ha ricordato Bergoglio – È vero: quanti feriti ci sono, quanti feriti! Quanta gente che ha bisogno che le sue ferite siano guarite!“.

Ha ulteriormente chiarito: “questa è la missione della Chiesa: guarire le ferite del cuore, aprire porte, liberare, dire che Dio è buono, che Dio perdona tutto, che Dio è padre, che Dio è tenero, che Dio ci aspetta sempre…” e tutto questo va fatto in povertà.

Infatti, sempre nel Vangelo di oggi Gesù non dice agli Apostoli “‘Ma, voi siete grandi, alla prossima uscita adesso organizzate meglio le cose…’. – ha chiarito il Pontefice – “Soltanto: ‘Quando avete fatto tutto questo che dovete fare, dite a voi stessi: ‘Servi inutili siamo’. Questo è l’apostolo” e infatti li manda a predicare ordinando loro «non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone».

Questo non significa che la Chiesa non debba usare le risorse economiche e i doni che le sono affidati: “noi dobbiamo prendere aiuto e fare organizzazioni che aiutino in questo: quello sì, perché il Signore ci dà i doni per questo. – ha chiarito – Ma quando dimentichiamo questa missione, dimentichiamo lo zelo apostolico, dimentichiamo la povertà e mettiamo la speranza in questi mezzi, la Chiesa lentamente scivola in una ong e diviene una bella organizzazione: potente, ma non evangelica, perché manca quello spirito, quella povertà, quella forza di guarire“.

Quale è “la lode più bella per un apostolo?” ha quindi concluso Francesco “‘È stato un operaio del Regno, un lavoratore del Regno’. Questa è la lode più grande, perché va su questa strada dell’annuncio di Gesù: va a guarire, a custodire, a proclamare questo lieto annuncio,…a fare che il popolo ritrovi il Padre, a fare la pace nei cuori della gente“.

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