PORTO: Annunziata tra diportismo e sindacato


Aldo Bianchini

SALERNO – Il presidente dell’Autorità Portuale di Salerno, Andrea Annunziata, da qualche giorno sta sfogliando “La Margherita” prima di assumere decisioni irrevocabili sul suo futuro manageriale e politico. Del resto la stella di Annunziata incominciò a brillare proprio sotto “La Margherita” il partito che sembrava dovesse ereditare tutte le capacità aggregative della vecchia D.C. (Democrazia Cristiana). Mentre è alle prese con “sindaco si, sindaco no” (alludo al Comune di San Marzano di cui parlerò in un prossimo servizio) non si distrae dagli onerosi compiti di sua competenza per il ruolo di manager della portualità salernitana anche perchè in queste ultime settimane è ritornato di grande attualità il “problema dei pontili” all’interno dell’area portuale su cui ho scritto in un recente passato. Ora arriva anche la dichiarazione abbastanza esaustiva di Davide Di Stefano, presidente di Federnautica Salerno (fonte La Città del 20.03.15): “Che esista un problema di convivenza del diporto all’interno commerciale è un dato di fatto. Se ne discute da anni ma la tematica ha avuto un’accelerazione negli ultimi tre anni con gli interventi di riorganizzazione delle aree interne al porto commerciale e la contemporanea apertura del Marina d’Arechi, ma ogni azione per essere costruttiva deve rappresentare il problema ma al tempo stesso fornire soluzioni concrete che tengano conto degli interessi di tutti”. La dichiarazione, forse dettata dall’inchiesta della Procura della Repubblica sui predetti pontili e su come essi sono stati assegnati gestiti e promozionati, appare cristallina anche se manca una indicazione di come risolvere il problema che esiste. Il presidente Di Stefano poteva benissimo consigliare ai gestori della “casta dei pontili” di incominciare a fare un passo indietro per dimostrare non solo alla Città ma a tutta la provincia che quella gestione è limpida e trasparente e che può essere rimodernata e messa al servizio di tutti. Mi capita spesso, gentile presidente Di Stefano, di frequentare il “Circolo Canottieri” per ragioni giornalistiche (non ho le qualità economiche per esserne socio !!) e incontro sempre serie difficoltà di parcheggio; ebbene poco più avanti del circolo c’è un pontile che anche alla sola vista si presenta talmente antiquato e mal tenuto (erbacce e immondizia dappertutto) da farmi pensare che in un Paese civile una simile struttura sarebbe subito “rasa al suolo” (per dirla alla Salvini !!) anche e non soltanto per le evidenti carenze di misure di sicurezza. Se tutti gli antichi gestori di pontili all’interno dell’area portuale ammettessero la loro antistorica presenza potremmo salutare la conquista da parte dell’Autorità Portuale di numerosi altri spazi da mettere al servizio dell’occupazione e della commercializzazione oltre che del crocierismo. Del resto anche lo spazio d’acqua ormai ristretto tra il nuovo molo (quello della Stazione Marittima) e il molo principale potrebbe essere asservito alle esigenze portuali se solo i “gestori dei pontili” accettassero di trasferire, rinnovando, le loro strutture poco più in là ed avere a disposizione tutto lo spazio tra la spiaggetta di Santa Teresa e il Masuccio Salernitano. Anzi all’altezza dell’imbarcadero si potrebbe attivare un servizio a basso costo di navette del mare per tutta l’area della costiera in modo da stimolare la gente verso l’attività diportistica. Ovviamente queste sono soltanto congetture giornalistiche e niente più; difatti non esiste una vera e propria pianificazione da parte dell’Amministrazione Comunale per quello spazio di mare che alla semplice vista appare come un laghetto tra le due banchine, insomma un cazzotto in faccia che rischia di bloccare per chissà quanto tempo ancora il preordinato sviluppo dell’attività portuale che sembra battere soste impreviste a causa della mancanza di spazi. Ma per questo bisognerà aspettare, forse, la conclusione dell’inchiesta giudiziaria.

One thought on “PORTO: Annunziata tra diportismo e sindacato

  1. Ho letto con interesse ed attenzione la parte dell’articolo relativa all’area antistante il lungomare, zona imbarcadero. Più di una volta ho ipotizzato una protezione razionale. Una banchina transitabile che parte all’altezza del fanale c.d.della Madonnina, e prosegue parallelamente alla linea di costa , per circa due/trecento metri , fino a superare l’imbocco del porticciolo turistico . Perpendicolarmente a detta banchina ed opportunamente dimensionati e distanziati, possono essere collocati dei pontili, in grado di ospitare in sicurezza un ragionevole numero di medie e piccole imbarcazioni. La sicurezza è garantita atteso che detta banchina è in grado di proteggere l’area ed il Masuccio da ostro e da libeccio, nonchè -con un calcolato disegno della bocca- anche da scirocco. E ciò invero non è solo un pensiero mio , che sono un umile “mestierante” del mare e del diporto. Idee similari ha avuto anche l’ottimo e (se me lo consente) amico dr. Antonio Scocozza , che, nell’ambito del suo pregresso ruolo, e con conseguente autorevolezza, le ha esposte nelle competenti sedi : fino ad annoiarsi. E’ ovvio che tale intervento richiederà interventi di dragaggio (come d’altronde già ora) : ma , è noto, il pesce non può friggersi con l’acqua. Teniamo presente che fin’ora l’unica opera realizzata è stato il prolungamento del braccio antistante la piazza della libertà e del cantiere Gatto, all’estremità della spiaggia di santa Teresa: intervento inutile e dannoso, certamente progettato da un montanaro con scarsa esperienza delle correnti marine, dei venti e dello stato dei luoghi.
    E’ appena il caso di aggiungere che la eventuale gestione dei pontili dovrebbe essere affidata a organizzazioni esperte, professionali e “no-profit” : cioè ad “amici di tutti” e non ad “amici degli amici” .
    Mi viene ancora, ed infine, di pensare all’indotto che può svilupparsi a terra con la vendita di oggettistica nautica specializzata : cime , cimette, ancore, perni, arridatoi, e tutta la componentistica non solo di acciaio (di cui era fornitissimo Clarizia nei pressi della Stazione) ma anche tecnologica.
    E’ solo la scoperta dell’acqua calda. Mi scuso per lo spazio che ho carpito: ma mi sono fatto prendere la mano da un sogno.

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