Caimangate: De Luca condannato per una firma ?


Aldo Bianchini

SALERNO – E’ ancora una volta il quotidiano “Il Mattino” a darmi l’opportunità di questo approfondimento su una notizia pubblicata a tutta prima pagina “De Luca condannato per una firma”. Nel titolo ho inserito, doverosamente, il punto di domanda perché il fatto sbandierato da De Luca è assolutamente di parte; Il Mattino invece si schiera e almeno nel titolo da ragione all’ex sindaco. Nei fatti non è cosi o, quantomeno, ci sarebbe da discutere intorno e dentro il cosiddetto “reato linguistico” (cioè una falsa o diversa interpretazione di due termini tecnici tra “Project Financing” e “responsabile del progetto” ovvero “capo staff”). Qui non si tratta di un “problema semantico” ma della creazione di un ruolo non previsto dalla legge di affidare ad un fedelissimo del candidato PD, dicono i rappresentanti del Mov. 5 Stelle ed in genere quelli della destra salernitana. Ma non voglio entrare nei meccanismi tecnici ed anche “filosofici” perché rischierei di perdermi dietro le diverse linee di pensiero. A me interessa un altro fatto che è la lunga intervista rilasciata da Alberto Di Lorenzo al quotidiano “Il Mattino” di cui al titolo sopra citato. Da un lato mi fa piacere che sul tablet di Di Lorenzo sia arrivata la richiesta di confronto da parte dell’Università desiderosa di inviare studenti al Comune per apprendere le varie tipologie di “project financing” o di “project managing” fino alla giurisprudenza corrente. Mi sorprende che l’Università abbia fatto una simile richiesta, forse ha maldestramente pensato che il Comune di Salerno sia molto esperto in “project financing” ed ha dimenticato che di questi progetti l’ex sindaco ne ha sbandierati tanti ma non ne ha portato a compimento nessuno, anzi quelle poche volte che il suo staff si è cimentato con la nuova tecnica di affidamento dei lavori è sempre scaturito un problema, anche giudiziario. L’Università avrebbe fatto meglio a rivolgersi ai magistrati, inquirenti e giudicanti, che hanno spiegato alla perfezione l’istituto del “project financing” nella sentenza di condanna. E’ campagna elettorale anche da parte dell’Università ? Quasi inutile per il resto la lunga intervista rilasciata da Di Lorenzo se non per quegli aspetti tendenziosamente nascosti che riguardano l’attuale aspirazione del “suo ex sindaco” per il posto di governatore della Campania. Se la poteva sinceramente risparmiare; non ho niente contro Alberto Di Lorenzo che, comunque, in passato non è stato certamente “dolce di sale” nei miei riguardi. Ha dimenticato, forse, troppo presto quanto gli sono stato vicino “silenziosamente” dopo il suo “infortunio sul lavoro” quando a causa della frana del seminario fu colpito alla testa da una cassetta elettrica staccatasi dal crollo di un palo dell’energia elettrica; probabilmente chi doveva erudirlo in tal senso non lo ha fatto, anche se farebbe ancora in tempo perché è ancora lì accanto a lui. Se, però, vogliamo fare un’analisi precisa di quanto accaduto (e questo Di Lorenzo non lo ha fatto !!) dovremmo poter statisticare quante volte l’ex sindaco è stato presente in giunta e quante volte ha sottoscritto atti importanti; le voci di corridoio dicono che quasi mai in generale e mai per questioni specificatamente importanti l’ex sindaco è stato presente o ha sottoscritto atti importanti; lo ha potuto fare grazie al fatto di poter contare su una pletora enorme di vassalli disposti a tutto. E’ stato fregato (questo l’ho già scritto qualche mese fa) per l’unica volta che, suo malgrado, è stato costretto a firmare un provvedimento nella sua ambita e travolgente veste di “commissario governativo” per la costruzione del termovalorizzatore; in questo caso non ha potuto delegare nessuno ed è stato impallinato. Forse anche ingiustamente e in maniera forzata soltanto per un “reato linguistico”, ma è stato l’unico momento di debolezza nel suo “scudo protettivo” ingegnosamente ideato e costruito nel corso dei decenni, ed è stato l’unico momento in cui la magistratura ha potuto scavalcare la barriera delle responsabilità dei dirigenti (legge voluta dal governo D’Alema !!) per entrare nel cuore del problema e colpire. E poi che significa che De Luca si è impegnato per non più di cinque minuti per firmare quell’ordinanza di nomina che, sempre secondo Di Lorenzo, sarebbe stata richiesta dal RUP; quando si firma bisogna sapere e capire ciò che si firma, le firme non si mettono a caso. Ne fece le spese, inaspettatamente, anche il mitico Pericle che si era limitato a dare soltanto l’assenso verbale (senza firmare niente) al suo fedelissimo Fidia per la costruzione del Partenone; e sappiamo tutti come andò a finire. Molto probabilmente hanno ragione gli ottimi avvocati Paolo Carbone e Antonio Brancaccio (difensori storici di De Luca) a dichiarare che “in appello la verità su un reato insussistente” verrà certamente alla luce, ma gli stessi avvocati sanno benissimo che la giustizia ha tempi lenti e che non è facile accelerarli come ha fatto il presidente del Tar/Salerno quando si è trovato a decidere circa la “decadenza” per il doppio incarico di vice ministro e di sindaco.

3 thoughts on “Caimangate: De Luca condannato per una firma ?

  1. Illustre Direttore,
    Siamo alle solite, ancora una volta una “inutile” caccia al Kaimano, che dovrebbe sapere meglio di me che è un animale (il Kaimano) che ama vivere nelle paludi, quindi, è difficilissimo stanarlo.
    Sentenza giusta……ingiusta,una firma in più una in meno, l’inutile intervista sul Mattino.Quisquilie,pinzelacchere.Siamo uomini o “caporali”?
    Direttore,lei che sicuramente non è un caporale,lo sa bene meglio di me, che non sarà certo una sentenza in più o in meno a fermare il Kaimano e i suoi sprezzanti : “me ne frego”. Per favore (è un consiglio spassionato) non alimenti anche Lei, incosapevolmente,un inutile propaganda al “martire” che in certe vicende trova sempre il modo di tirare a suo favore la “crocie” ,che nessuno gli viole mettere sulle spalle…nessuno gli l’ha chiesto…..è solo lui che cerca questa crocie “Campania” con indomabile spirito di sacrificio.Rifletta….il Kaimano ,da vecchio e navigato marpione-politico qual’ è sa tirar fuori argomenti favorevoli alla sua causa, da tutto,anche dai più logici e ragionevoli attacchi, mossi sul terreno della “praticabilità politica”. Non hanno potuto niente i ripetuti richiami dei vertici romani ,i “giornaloni” nazionali,si figuri, sia pur apprezzando, potrà fare qualche cosa Lei e il Suo nobile e libero piccolo foglio ( sicuramente coerente, bene raro oggi, purtroppo, ma, mi creda una battaglia impari e inutile, come lavare la testa ad un asino e nella fattispeccie cocciuto- Attenzione : ogni riferimento a fatti, cose o animali e puramente casuale).Nel bene o nel male l’importante e che si parli di me (questo è il suo pensiero dominante). Nel mio piccolo mi permetto di suggerirLe qualche riflessione meno Giudiziaria e più Politica ( con il massimo del rispetto……i Giornalisti fanno i giornalisti, e chi più di Lei con la sua pluridecennale esperienza,…….i commentatori della domenica come me , sono tali e devono restare tali cercando, se ci riescono di esprimere solo una opinione….offrire spunti di riflessione).
    Può darsi che mi sbaglio ma Il carisma del Kaimano si alimenta di una narrazione semplice e lineare, tutto si risolve nel fantomatico miracolo Salerno, che tale indiscutibilmente non è stato, (basti considerare la desertificazione industriale e commerciale, e le tante incompiute……..Cittadella Giudiziaria,Crescent), e nel profilo di un uomo che ha fatto quel che ha fatto decidendo e sdecidendo sempre, firmando, facendo di tutto per tutti (amici e clientele) e contro tutti (nemici o presunti tali). Senza fermarsi dinanzi a nulla, men che meno dinanzi al muro di gomma della burocrazia (a suo dire), sprezzante delle Leggi ( a suo dire demenziali) e delle regole democratiche.
    Non si ferma mai, men che meno dinanzi al rischio di violare il sottilissimo confine tra legittimo ed illegittimo( il caso in esame è emblematico). Se questo è, quella condanna in primo grado è per il Kaimano una bandiera da sventolare e la Severino un torto da vendicare.Una medaglia al merito Amministrativo.La proclamazione pubblica di un eroe.
    La debolezza del Kaimano va ricercata altrove. In primo luogo nel Pd, quello romano, certo, ma anche e soprattutto in quello dei territori,ormai terra di nessuno o come crede Lui, di sua indiscutibile proprietà….un feudo,almeno nella nosta Provincia, e guai a chi lo contraddice.Non considera che possano esistere altri menti pensanti oltre la sua……esempi? Alfredo D’Atorre, il Kaimano lo aveva quasi esiliato dal Partito a Salerno. Lui però, persona di spessore politico e culturale non se ne è curato. Ha saputo attendere. Dopo cinque anni, D’Attorre, commissario del Pd in Calabria oltre che stimato docente all’Università di Salerno, viene candidato dal Pd nazionale capolista in Calabria e alla faccia del “Kaimano tiranno” viene eletto e ……conta pure. L’allora sindaco kaimano pretendeva una candidatura per il figlio. Andò male. Altri esempi ?Guglielmo Vaccaro, con cui il Kaimano non è riescito mai a dialogare. Vaccaro però, per sommo dispiacere sempre del Kaimano, è stato candidato dalla direzione del Pd, in posizione utile alla rielezione, nel Collegio Campania 1, a Napoli per essere chiari, dove il Kaimano vorrebbe prendere voti. Lo aspettano a braccia aperte.
    Chiuso nel suo disegno “vanaglorioso” non si è avveduto che si muove in un partito che vive di dispute tribali (ha presente l’area DEM? Altro che paludi, dove si muove con disinvoltura…qui rischia grosso tra anaconde smisurate che non aspettano altro di farne un sol boccone, una volta e per sempre).
    Un contenitore di consorterie l’un contro l’altra armate (ma a queste guerre lui è preparato…….è un maestro indiscusso), dove Il gioco delle ambizioni non ha limiti, che non si misura con niente….solo con il “io sono” che sarebbe dovuto essere governato con intelligenza ( ma da chi?) Da chi applica la stessa filosofia).
    Processo che si sarebbe dovuto fare ( per tempo modi e luoghi), dove si potevano e dovevano fare scelte giuste e non da “truppe cammellate” perché il rischio di una resa dei conti (dopo quello che è successo ieri alla camera è certo) si tradurrà nelle urne in un bagno di sangue che è tutt’altro che remoto. E sul punto, i segnali che ad oggi arrivano da Napoli ( Niccolais,Cozzolino) non lasciano spazio all’ottimismo. Da questo punto di vista il Pd campano non sembra all’altezza di farsi carico della complessità e diversità dei territori che pretende di rappresentare e non arrivano segnali sulla possibilità che sia nella condizione di poter trovare soluzioni adeguatee convincenti,almeno in tempi brevi ,per poterle superare senza spargimenti di sangue (politico). Il gioco dei veti si che si potrà tradurre in un suicidio politico senza precedenti.La ricetta che secondo me ha in testa il Kaimano è quella del mai rimpianto Mu’ammar Gheddafi che mise insieme e sottomise tutte le tribù ( ma sappiamo che fine ha fatto e nel caso specifico ed è bene precisare, che ci riferiamo solo e sempre ad una eventuale ” fine politica”, assolutamente a null’altro, onde rimuovere fastidiosi e mai pensati, disdicevoli equivoci).
    L’altro grande punto debole del candidato democratico,il Kaimano, è Caldoro, ovvero un centrodestra campano che per quanto liquido ed evanescente e costretto in mille contraddizioni (senza testa e senza coda), ha tenuto in ragione di un percorso di governo ,oggettivamente,il prodotto di risultati importanti insperati, quantomeno in termini di risanamento economico. E questo non è banale per una Regione che cinque anni fa era praticamente fallita, come e peggio della Grecia.
    Il Kaimano, infine, pare non rendersi conto di quel che gli accade attorno, pare non voler fare i conti con due fatti dai quali, però, non può far finta di sfuggire : lui è lo stesso che cinque anni fa perse e dietro di lui ci sono gli stessi di sempre:l’allegro carrozzone pirotecnico della “marcia su Napoli”. E non può certo bastare evocare i voti del centrodestra pulito se poi si dovessero chiudere intese non proprio “limpide” (con il massimo rispetto per la gente onesta….ma Caserta non è cambiata…Napoli non ne parliamo nemmeno.Chi vuole vincere “per forza” volendo o nolendo, con certe realtà dovrà fare i conti se non chiedere “patti” (per carità, è solo un ragionamento, sicuramente privo di fondamento, ma è un rischo che c’è).
    Per questi motivi, quando a sinistra del Pd c’è una proposta politica tutt’altro che di testimonianza, fondata su presupposti politici solidi e di prospettiva, che trova sintesi in una candidatura forte ed autorevole, un amministratore riconosciuto, una personalità molto radicata in aree importanti della regione, soprattutto a Napoli e in provincia, è lui che rappresenta la vera spina nel fianco del Kaimano.
    Davanti a Salvatore Vozza ci sono praterie inesplorate e al Kaimano non pare interessare, nella stessa misura ,come,non pare interessare quel che dicono i sondaggi (Caldoro per tutte le ruote). Come non sembra,ancora, nemmeno, minamente interessare la posizione assunta da Guglielmo Vaccaro.Come Renzi per minoranza DEM.Ma i nodi arriveranno al pettine e faranno malissimo.
    L’impressione che mi sono fatto è che il Kaimano immagina di vincere queste elezioni da solo, un po’ come ha vinto le primarie o come ha vinto ha Salerno……..una maggioranza bulgara, ma la Campania non è la Bulgaria.La Campania è un’altra cosa ed è tempo che qualcuno, da quelle parti, provi a svegliare il Kaimano dal sonno profondo nel quale pare sembra essere caduto (non siamo seguaci del Kaimano,spero si era capito, quindi lo diciamo veramente senza interessi, anzi contro i nostri interessi…i nostri ideali) . Lo vogliamo svegliare noi? Assolutamente no.Lasciamolo beatamente dormire nella sua palude. Ci penseranno i Campani a svegliarlo.Scusate le lungaggini, ma mi sono divertito.

  2. Bravo…..Pippo…….bis, e ci credo che si è divertito,ha fatto un analisi impietosa e a senso unico contro il primo cittadino della città che solo la partigianeria di Destra può descrivere come non cambiata.
    Il Sindaco non è stato condannato per una firma, e vero, è stato condannato perchè “ha fatto” e questo fare è andato di traverso ha parecchi “parolai” che non sono mai riusciti di trasformare le parole in fatti.Brucia questo dato…..non si discerisce….neanche con quintali di bicarbonato…..non si discerisce.
    La storia ,fortunatamente, non la scriviamo noi, e sono certo che il “Kaimano”, come voi lo chiamate ( ma Moretti non aveva identificato Berlusconi con questo simpatico nomignolo?), sicuramente non sarà consegnato alla storia di Salerno tra i peggiori Sindaci. “Il male assoluto”.
    Lo so che oggi è troppo chiedere e trovare un po di “serietà”, ma cerchiamo, sforzaimoci di esserlo.Certo dalle vostre parti per trovarla bisogna fare delle trivellazioni veramente profonde……..ma proviamoci.
    Caldoro ha risanato i conti della Regione…..che paroloni………ma a costo di che cosa? Chiedendo ospedali (chiedetelo alla gemte di Scafati, di Agropoli, vedrete le risposte). Riducendo al lumicino i trasferimenti ai Comuni e quindi con la cancellazione di servizi importanti e essenziali) aumentando gabelle e ticket.Bloccando stipendi da fame. Nessuna politica per la salvaguardia del territorio ( chiedetelo alle genti della Terra dei fuochi (non pirotecnici), con Caldoro cosa è cambiato.Niente di niente. Siamo più poveri e con le pezze a l c*** di prima.
    Se la serietà latita, almeno un giudizio equilibrato…. non da campagna elettorale.
    Ma percorrete le nostre stesse strade che ai primi segni di una piccola pioggia si traformano in mulattiere di montagna? Vi siete mai allagati? Ma dove vivete? Questa Regione oltre a pensare di non fallire ha fallito su tutto. Assolutamente assente sul governo del territorio, su politiche di indirizzo a supporto per le Provincie (sia pure oggi, sulla carta ex) e i Comuni, lasciati a se stessi ai loro problemi (chiedete ai sindaci di Destra e Sinistra).Non tocchiamo l’argomento scandali….stendiamo un velo pietoso,per carità di patria.La “sicurezza”? un vostro cavallo di battaglia……..siamo ai furti in appartamento in pieno giorno.Il turismo?Il trasporto pubblico? I Porti e gli aeroporti? devo continuare?basta….per carità basta.E poi queste
    basse insinuazioni,illazioni……….chi vince in Campania ,volendo o nolendo deve fare i conti con “poteri discutibili”, bel autolgol : Caldoro già ha vinto (come?), il Sindaco di salerno HA PERSO e si ricandida,spero, per vincere senza “accordi scellerati”.Più che svegliare il Sidaco, i Campani si sono svegliati loro, e sapranno scegliere.Invocare l’applicazione della Severino, che è anticostituzionale, è il chiaro sintomo che veramente non ci sono argomenti “seri” o proposte da fare.La paura di perdere più che paura è una certezza.Tutto è possibile,anche i concorsi sbandierati, come possibilità nella sanità, ad un mese dal voto? Non basteranno a fermare un movimento e cammino che ormai è inesorabilmente in azione.I Campani ritorneranno liberi.Liberi di mandare a casa chi non ha fatto ,ribadisco, niente.Non fatevi illusioni :cà niscune e fess.
    Tra un cal-doro ,che di oro ha avuto veramente poco e un un “operaio dell’amministrazione fattiva” avranno poca difficoltà a sceglere.E per favore finitela con questa pantomima del “Kaimano”, che tra l’altro è di vostra proprietà. se proprio volete utilizzare un riferimento ad un animale………parlate del “Leone di Salerno” (state ridendo?……….ride bene chi ride ultimo).Anche io mi sono divertito e assolutamente niente contro il signor Pippo che come me ha un ideale che rispetto ma non condivido.

  3. Il 24 e il 25 febbraio 2013 (la legge Severino era entrata in vigore il precedente 5 gennaio) si svolgevano le elezioni regionali in Molise ove era candidato Angelo Iorio (PDL), che il 22 febbraio 2012 era stato condannato ad un anno e sei mesi per abuso d’ufficio. In previsione di una sua eventuale elezione, il prefetto di Campobasso si premurava (ottemperando ad un suo obbligo d’ufficio) di acquisire gli atti relativi alla sentenza di condanna che, con due protocolli datati 19 e 22 febbraio (quindi prima delle elezioni) faceva pervenire alla presidenza del Consiglio affinché potesse ottemperare alla sospensione del condannato dalla data stessa della proclamazione degli eletti, cosa che l’allora premier Mario Monti fece.
    Dunque, da domani, il prefetto di Napoli (poiché l’incombenza tocca al prefetto del capoluogo di regione) ha l’obbligo di acquisire la sentenza e le relative motivazioni a carico di Vincenzo De Luca e trasmetterle alla presidenza del Consiglio prima della data delle elezioni.

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