GAMBINO: Pm, Gip, Gup, Riesame e Cassazione … un dedalo inestricabile !!

Aldo Bianchini
SALERNO – Quando nel lontano 1989 il legislatore “licenziò” il cosiddetto “nuovo codice di procedura penale” aveva come spirito di fondo quello di erigere una “barriera garantista” contro lo strapotere dei pubblici ministeri, nel senso che ogni atto del PM prima di diventare esecutivo aveva ed ha bisogno dell’approvazione del Gip (Giudice indagini preliminari) che deve vistare finanche la “richiesta di rinvio a giudizio” sul cui esito deve decidere il Gup (Giudice udienza preliminare). Insomma venne fuori la figura del “giudice terzo” che doveva tamponare l’irruenza naturale della pubblica accusa ed evitare le lungaggini distorsive dei giudici istruttori. Quindi nel 1989 l’attento legislatore dell’epoca nel nome del garantismo aveva costruito un codice perfetto, o quasi. Difatti nell’applicazione pratica e quotidiana le funzioni di giudice terzo, che dovevano avere il Gip ed anche il Gup, sono finite in un appiattimento dello stesso nei confronti del PM che, dopo i primi sbandamenti, si è rapidamente riorganizzato ed è tornato ad esercitare tutto intero il suo potere che spesso appare devastante. Insomma nella generalità dei casi il Gip/Gup si appiattisce sulle richieste del PM ma la regola, ovviamente, evidenzia anche molte eccezioni che producono una sorta di battaglia giudiziaria interna tra PM, GIP, GUP, RIESAME e CASSAZIONE: il Gip che boccia il Pm, il Gup che boccia sia il Pm che il Gip, il Pm che fa ricorso al Riesame e se non contento arriva fino alla Cassazione che nel migliore dei casi rinvia di nuovo al Riesame (Tribunale della Libertà), e così via per riprendere daccapo. Un dedalo inestricabile di procedure che lascia attoniti i poveri cristi di imputati ed impietriti nell’attesa dell’ora fatale per sapere quale destino li attende. Un destino che molto spesso non è legato alla colpevolezza o all’innocenza ma dalla veemenza con cui tutti questi Organi della giustizia si sono dati e si danno battaglia. Questo, o meglio gran parte di questo, è accaduto e accade nell’ambito dell’inchiesta “Criniera” (collegata alla storica “Linea d’ombra”) che vede coinvolti due personaggi politici di Pagani: Alberico Gambino e Massimo D’Onofrio, manco a dirlo del centro destra. Personaggi che sono entrati da quattro anni, cioè da quel famoso 15 luglio 2011, nel mirino della Procura Antimafia di Salerno che fin dalle fasi dibattimentali nel tribunale di Nocera Inferiore per “Linea d’Ombra” ha inasprito la sua azione anche alla luce della sentenza di primo grado di quel processo che mandava assolti, quasi del tutto, i vari imputati e che, comunque, sanciva l’inesistenza di collusioni (sia esterne che interne) dei due personaggi con il gotha della camorra locale. Gli effetti si sono visti nell’ambito del processo di appello con l’accoglimento, da parte della Corte presieduta da Claudio Tringali, di quasi tutte le eccezioni mosse dalla pubblica accusa che sono sfociate in una sorta di “rinnovazione del processo”, cosa assolutamente rara almeno fino a qualche anno fa nel sistema giudiziario italiano che assegna alle Corti di Appello l’esame degli atti già esistenti e non un nuovo dibattimento. Ma non è accaduto soltanto questo; nel bel mezzo del processo di appello ed ai primi intoppi per l’accusa ecco che la Procura Antimafia riscopre e rispolvera nuovi atti e nuove testimonianze di collaboratori di giustizia (quasi come se prima li avesse nascosti alla visione del Gip, del Gup, del Riesame e della stessa Cassazione che ebbero modo di esprimersi prima del processo di primo grado finito con la quasi assoluzione globale) per richiedere il nuovo arresto sia di Alberico Gambino che di Massimo D’Onofrio; e questa volta ai sensi dell’art. 416 bis del c.p. che prevede una carcerazione certamente più dura con l’isolamento completo degli indagati. Dopo una serie incredibile di ricorsi e contro ricorsi sia dei due indagati che, soprattutto, della procura antimafia, domani la Cassazione dovrebbe pronunciarsi e soltanto così sapremo quale sarà il destino di questi due personaggi, una decisione che in qualsiasi direzione vada non mancherà di suscitare nuove polemiche e nuovi ricorsi. Una decisione che, comunque, non potremo accettare con sufficiente serenità e sicurezza se ad essa arriviamo dopo battaglie cruente tra gli stessi Organi giudiziari, battaglie consumate ben al di sopra delle teste dei singoli indagati. Ci troveremo, comunque, di fronte ad una decisione maturata sull’onda giustizialista in quanto il PM ha recitato la parte da primo attore, il Gip si è appiattito sulle posizioni del Pm o le ha combattute, il Pm ha messo fuori nuovi incartamenti che forse prima aveva tenuto ben nascosti, il Gup che non sa che pesci prendere, un Riesame che respinge ed approva ed una Cassazione che decide a freddo il destino degli indifendibili indagati. Insomma, come ho scritto nel titolo, un dedalo inestricabile di procedure e di prese di posizione sicuramente indigeste alla maggior parte degli utenti della giustizia, figurarsi per i nostri due soggetti politici che da domani potranno finalmente conoscere il loro destino.

One thought on “GAMBINO: Pm, Gip, Gup, Riesame e Cassazione … un dedalo inestricabile !!

  1. Come diceva il vecchio cinese: “chi vi dice che debba essere una disgrazia?” Il dedalo inestricabile si è ingarbugliato ancora di più. Cassazione docet.
    Sono umanamente contento. Non sono per i tribunali del popolo di “marsigliese ricordo”, ma credo che è giusto (secondo me) che a decidere prima di uno “stop imposto” ( a torto o a ragione, non ho nessun elemento per esprimermi al riguardo), sia la gente ad esprimersi….non con un verdetto , ma con una bocciatura o una rinnovata fiducia.La Giustizia , di cui abbiamo il masssimo rispetto, continerà a fare il suo corso, ma la gente “liberamente” potrà esprimere un pollice verso o un pollice alto.Solo il caso ha voluto così, e sia..

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