BCC: il governatore Visco fuori gioco ? indagato anche un cittadino del Vallo di Diano ?

Aldo Bianchini
SALERNO – La notizia è esplosa con molto fragore sulle pagine de “Il fatto quotidiano” in edicola ieri 20 ottobre 2015: “Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco è indagato, insieme ad altre sette persone, dalla Procura di Spoleto in un’inchiesta per corruzione e truffa incentrata sul commissariamento della Banca Popolare di Spoleto (Bps) e la successiva vendita a Banca Desio, avvenuta lo scorso anno … Il commissariamento è stato poi annullato dal Consiglio di Stato. L’inchiesta è partita in seguito a un esposto di soci dell’istituto di credito umbro che si sono visti azzerare il valore della loro partecipazione”. Il prestigioso giornale, poi, spiega: “Il commissariamento di Bps e della cooperativa Spoleto Crediti e Servizi (21 mila soci), che controllava l’istituto al 51%, fu deciso da Bankitalia dopo un’ispezione avviata nel 2012. Nel 2014 i commissari decisero di vendere Bps a Banco Desio. La quota di Spoleto Credito e Servizi scese al 10%, con grave danno economico per i soci della cooperativa. Nello scorso mese di febbraio il Consiglio di Stato ha annullato sia il commissariamento di Bps, sia quello di Spoleto Crediti e Servizi, per cui sono stati promossi ricorsi da parte dei soci della coop per l’annullamento degli atti dei commissari, compresa la vendita dell’istituto di credito. L’intera vicenda – ricostruita su Il Fatto Quotidiano in edicola oggi – attraverso alcuni esposti, è finita anche all’esame della Procura di Spoleto, che ha avviato approfondimenti sul commissariamento e sulla vendita di Bps, iscrivendo nel registro degli indagati tra gli altri, il nome del governatore di Bankitalia”. Il fatto ha suscitato ampio scalpore in tutte le banche e gli istituti di credito cooperativo del Paese, indagare per truffa e corruzione il governatore della Banca d’Italia non è cosa da poco o di tutti i giorni, anche perché al centro delle indagini c’è un fatto importante che attiene “il valore delle quote partecipative di tutti i soci” di detti istituti (Bdp, Bcc, Ics, ecc.); difatti sembra che nell’inchiesta della Procura di Spoleto l’attenzione sia stata posta proprio su questo aspetto non secondario, un particolare che rischia comunque di bloccare tutte le attività di vigilanza di Bankitalia, o almeno quelle finalizzate al commissariamento, all’incorporazione ed alla fusione. Quale ricaduta una simile inchiesta potrà avere, per il momento a livello preventivo, su tutte le Bcc e soprattutto su quelle del territorio valdianese non è dato sapere; sta di fatto che da oggi in poi qualsiasi atto ispettivo di Bankitalia potrà essere analizzato anche sotto il non irrilevante aspetto del “valore della partecipazione dei soci” in materia di quote pro-capite. In altri termini potrebbe anche voler dire che, è solo un esempio, la Bcc Sassano ritornerebbe nelle condizioni di poter agevolmente continuare per la sua strada da sola senza la necessità di aggregarsi o di fondersi. Ma su questo aspetto ritornerò nei prossimi giorni. Oggi mi interessa la notizia dell’indagine a carico del governatore Visco; questi risulterebbe indagato insieme ad altri sette personaggi che il pm Gennaro Iannarone avrebbe individuato nei commissari nominati da Bankitalia (Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile), i componenti del comitato di Sorveglianza (Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio) e l’attuale presidente di Bps, Stefano Lado, che è vicepresidente di Banco Desio. Ebbene a questo punto ci sarebbe una notizia nella notizia che riguarderebbe proprio il commissario Nicola Stabile, originario di Sant’Arsenio nel Vallo di Diano). Intanto Bankitalia ha decisamente, se non smentito, rimandato al mittente la notizia con un preciso comunicato: “Con riferimento alla notizia comparsa oggi sulla stampa relativa alle vicende della Banca Popolare di Spoleto, la Banca d’Italia non è a conoscenza di alcuna iniziativa dell’autorità giudiziaria”, riferiscono fonti di via Nazionale”. Non sono un tecnico, ma ci vuole poco per capire che l’inchiesta aperta dal pm Iannarone mira a ripristinare un concetto essenziale per il credito cooperativo, cioè che il valore delle quote dei soci non può mai essere messo in discussione anche quando le piccole banche vengono commissariate; immaginate quando le fusioni vengono effettuate senza questo passaggio commissariale che di per se è importante anche se non esaustivo (come nella fattispecie di Spoleto). Insomma se Bankitalia fino ad oggi poteva spingere, e spingeva, per determinate soluzioni, da questo momento in avanti non potrà più indicare una via prioritaria se prima non avrà debitamente tutelato l’interesse delle quote dei singoli soci. Viene da se che ogni aggregazione, fusione o commissariamento diventerà quanto meno più complicata.

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