ALFIERI: una nomina inattesa !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Se la nomina di Corrado Matera ad assessore del turismo regionale era, sotto certi aspetti, attesa almeno dal partito (UdC), quella di Franco Alfieri (sindaco di Agropoli) è sicuramente inattesa e, quindi, a maggior ragione, da considerare come il frutto di un vero e proprio patteggiamento politico tra due “sistemi di potere” contrapposti. Da un lato quello del governatore De Luca e dall’altro quello del sindaco di Agropoli Alfieri, in cui quello che ci guadagna di più è proprio il primo che riesce in un colpo solo a tacitare le aspettative del sindaco ed a restringere ancora di più lo spazio reattivo della “famiglia Valiante” di Vallo che in passato, e per molto tempo, è cresciuta con il suo sistema di potere proprio grazie alla violenta diatriba politica tra De Luca e Alfieri, bassoliniano di ferro. Una diatriba che culminò, solo pochissimi anni fa, con le celebrazioni agropolesi in favore di Antonio Bassolino a discapito di un De Luca che fu quasi costretto a lasciare il palco mentre gli applausi scroscianti andavano tutti all’allora governatore. Ma lo scontro è continuato anche dopo questo evento pubblico e si è consumato sui banchi del partito e sugli scranni della provincia dove Alfieri era assessore ai lavori pubblici e veniva investito, quasi settimanalmente, dagli strali fulminanti del kaimano e dei suoi peones seduti al fianco dell’incauto sindaco di Agropoli. E fu un disastro generale, anche di natura giudiziaria. Ma la querelle è continuata fino alle scorse elezioni politiche quando “l’impresentabile Alfieri” fu costretto a rallentare nelle politiche del 2013 riuscendo, comunque, a posizionare in Parlamento la giovane Angelica Saggese. Ma la politica, si sa, fa i miracoli ed ecco la nomina del “santissimo” (così lo chiamano i suoi compaesani e i cilentani in genere) alla carica di “consigliere personale” del governatore per l’agricoltura con l’aggiunta della responsabilità del partito da Salerno in giù. Una bella botta, non c’è che dire; anche perché dopo tutto quello che era accaduto per le regionali 2015, quando Guerini lo stoppò, sembrava proprio che il sindaco di Agropoli fosse fuori dai giochi. Macchè, di lui si è parlato per la presidenza del Parco Nazionale (andata poi a Tommaso Pellegrino), dell’Autorità Portuale Regionale unica e qualcuno ha spinto anche per un posto di assessore diretto in quella giunta regionale dove ora entra, come si suol dire, dalla finestra e si posiziona alla destra (anche se qualche centimetro più indietro) del governatore. Pende, però, sul suo capo come una spada di damocle l’inchiesta per una strada fantasma nel comune di Acciaroli e le cosiddette “Due Torri, uno e due” incardinate presso il tribunale di Salerno grazie alle denunce di Angelo Vassallo (per la strada fantasma) ed alle “clamorose” rivelazioni di Giovanni Citarella (per le Due Torri). Ma ovviamente tutto è ancora da dimostrare e la lentezza della giustizia non può e non deve inficiare un percorso politico brillantissimo, un viatico nato nel piccolo comune di Torchiara dove appena ventitreenne diventa sindaco, per passare poi ad Agropoli dove nel 2012 agguanta il 90% dei consensi elettorali. Questa in sintesi la storia del personaggio Franco Alfieri, una storia che tutti i giornali hanno pubblicato impegnando intere pagine dei rispettivi quotidiani, sui quali nessuno si è azzardato a porre almeno qualche domanda consequenziale: 1) Se il sindaco di Agropoli non era presentabile per le elezioni ufficiali perché è nominabile adesso in una regione per la quale non ha partecipato ufficialmente al voto ?; 2) Come fa il PD a conciliare due posizioni inavvicinabili come quelle di Vassallo e Alfieri, in cui il primo aveva il secondo e quest’ultimo aveva risposto per le rime ? Come si fa, infine, a creare un mito sulla figura di Vassallo e nello tempo a

consolidare il “sistema di potere” di Alfieri ? E se ci rifacciamo alle dichiarazioni ufficiali dell’ex procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, sulla figura del “santissimo” dobbiamo ancora di più ripensare al mito creato intorno a Vassallo; perché se Alfieri è un santo vuol dire che Vassallo era un demonio, sempre politicamente s’intende. A stralcio ecco la dichiarazione che Greco ha reso a “Il giornale del Cilento” il 10 febbraio scorso: “Vassallo fu il più entusiasta e il più propositivo di una schiera di meravigliosi sindaci che in un modo o in un altro lui conduceva, e non posso qui non ricordare Vincenzo Speranza – Gianfranco Scarpa – Eros Lamaida – Gerardo Ruocco – Franco Alfieri – Peppe Cilento – Carmelo Stanziola,persone che erano entusiaste di fare il proprio dovere con l’unico tornaconto di avere contribuito a dare qualcosa alla propria gente”. Sono esattamente le cose che io personalmente ho sempre pensato di Alfieri, concordo pienamente con il giudizio del giudice Greco. Rimane, comunque, sempre e comunque il dubbio sull’opportunità di certe scelte che in politica dovrebbero essere fatte tenendo conto dell’assoluta illibatezza dei personaggi; perché solo così la gente può riavvicinarsi alla politica. Dalla redazione di questo giornale vanno gli auguri di buon lavoro al neo promosso Franco

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